Recensione Borgo Propizio di Loredana Limone (Guanda)

Creato il 31 maggio 2012 da Maila Tritto
Cari lettori,
oggi vi propongo la recensione di un libro che ho terminato in pochissime ore, e che — fin da subito —  ha attratto la mia curiosità: Borgo Propizio, scritto dall'autrice napoletana Loredana Limone ed edito da Guanda. Si tratta di un romanzo caratterizzato dalla presenza di numerosi temi: dall'amore, alla famiglia, al lavoro...tutti, però, affrontati con uno stile semplice ma originale. Con Borgo Propizio, Loredana Limone si è dedicata alla stesura del suo primo romanzo; e sta già incontrando pareri favorevoli da parte — soprattutto — dei lettori.

Titolo: Borgo Propizio
Autore: Loredana Limone
Editore: Guanda
Data di pubblicazione: 10 maggio 2012
Prezzo: 16,50 Euro
Pagine: 240 pp.
ISBN: 978-88-6088-657-6
Sinossi: 
Quasi tutte le fiabe cominciano con C’era una volta, ma questa è diversa. Questa comincia con C’è una volta... Perché è oggi che Belinda ha intenzione di ripartire e Borgo Propizio, un paese in collina, in un’Italia che può sembrare un po’ fuori dal tempo, le pare il luogo ideale per realizzare il suo sogno: aprire una latteria. Il borgo è decaduto e si dice addirittura che vi aleggi un fantasma... ma che importa! A eseguire i lavori nel negozio, un tempo bottega di ciabattino, è Ruggero, un volenteroso operaio che potrebbe costruire grattacieli se glieli commissionassero (o fare il poeta se sapesse coniugare i verbi). Le sue giornate sono piene di affanni, tra attempati e tirannici genitori, smarrimenti di piastrelle e ritrovamenti di anelli… Ma c’è anche una grande felicità: l’amore, sbocciato all’improvviso, per Mariolina, che al borgo temeva di invecchiare zitella con la sorella Marietta, maga dell’uncinetto. Un amore che riaccende i pettegolezzi: dalla ciarliera Elvira alla strabica Gemma, non si parla d’altro, mentre in casa di Belinda la onnipresente zia Letizia ordisce piani, ascoltando le eterne canzoni del Gran Musicante. Intanto i lavori nella latteria continuano, generando sorprese nella vita di tutti...
Recensione: «Un momento, anch'io ho la mia fine. O meglio, il mio inzio. Un altro inizio. La vita passa in fretta, per i luoghi come per le persone, perciò dovremmo sapercela godere, senza sprecare e senza rimandare alcunché. Si sa, non dico nulla di nuovo. Ma forse sì: apprezzare il valore delle piccole cose per potervi costruire sopra quelle grandi.»
Queste sono le parole di un paese di provincia, che in tal senso acquista una sua personificazione: Borgo Propizio; un paese di collina, in un'Italia che può sembrare un po' fuori dal mondo. Un luogo in cui, tuttavia, è possibile vivere serenamente: con semplicità; come tutti i paesi di provincia, appunto.
Anche i suoi abitanti conducono una vita piuttosto normale, dettata dagli impegni della giornata. Ma ognuno di essi ha una propria storia, e potrebbe benissimo dire qualcosa di sé. Sono storie di vita, tutte diverse, eppure così vicine.
Di questo parla il primo romanzo creato dalla penna di un'autrice napoletana, Loredana Limone, che con Borgo Propizio, edito da Guanda, dà voce ad una moltitudine di pensieri; desideri, e aspirazioni degli abitanti di un paese. Si tratta di un libro che, fin dalla copertina, appare semplice. Raffigura, infatti, un paesaggio molto stilizzato: caratterizzato dalla predominanza del blu e del giallo; i colori che ricordano tanto i quadri realizzati da Van Gogh. È un paesaggio campestre — tipico dell'Italia meridionale — che dà proprio l'idea della provincialità.
Com'è, poi, il contenuto stesso che, tuttavia, ha influenze del genere giallo. Ma non solo. Infatti, Loredana Limone per la stesura del suo romanzo si è documentata, in particolare, sull'origine del quadro Ritratto di donna, realizzato dal pittore fiammingo Robert Campin nel 1435. Pertanto tale opera d'arte diventa, un po', il filo conduttore di determinati episodi che coinvolgono, in primis, uno dei personaggi la cui caratterizzazione psicologica — a mio parere — sembra essere la più approfondita: Ruggero; un uomo dal carattere particolare e che determinerà tutta la parte umoristica del romanzo stesso. Infatti, in Borgo Propizio, il primo dato che emerge è proprio l'ironia tutta all'italiana. Tanto che, in effetti, ricorda vagamente i vari sceneggiati — soprattutto commedie — nostrane.
Per quasi 240 pagine, il lettore sarà coinvolto in episodi che acquistano i caratteri della verosimiglianza. Tuttavia, ci sono anche situazioni che sembrano assolutamente paradossali: la presenza di un fantasma che infesta il castelluccio del borgo, ne è un esempio.
La trama è lineare, e consequenziale: i protagonisti sono tutti gli abitanti del paese; ognuno di essi ha voce in capitolo. Può essere, infatti, annoverato tra i romanzi corali poiché rivela i pensieri e sentimenti della popolazione; sebbene numericamente limitata. Infatti, i personaggi sono essenzialmente sette; ognuno con tratti caratteriali diversi: le due sorelle Mariolina e Marietta, che di primo acchito sembrano le protagoniste indiscusse; la ventiseienne Belinda, con i suoi desideri e le sue aspirazioni giovanili; la coppia Claudia e Cesare, che ha non pochi problemi di relazione e comunicazione; e, non da ultimo, Ruggero che è il personaggio più comico e, a volte, tragicomico. Il suo ruolo è fondamentale poiché fa emergere importanti temi che riguardano la famiglia e il lavoro. Ed è per questo che Borgo Propizio è realistico: ritrae fedelmente la quotidianità, con tutti i suoi problemi; desideri e speranze.
La sequenza del romanzo è caratterizzata sia da parti puramente narrative — abbinate a quelle dialogiche —, che descrittive, perlopiù inerenti al paesaggio. Lo stile è semplice; chiaro; lineare e ben definito. Ma, soprattutto, è un romanzo diretto. Ciò che emerge, infatti, è proprio la sua semplicità: sia a livello stilistico, che contenutistico. Borgo Propizio scorre velocemente, tant'è che l'ho terminato in poche ore.
Loredana Limone ha creato una storia divertente; a tratti anche geniale, che susciterà la curiosità dei suoi lettori.
(A cura di Maila Tritto)


 

L'AUTRICE: Loredana Limone (Napoli, 1961) ha pubblicato libri gastronomici e per bambini. Ha ideato e conduce il laboratorio di scrittura creativa Sapori letterari di cui ha curato l'antologia omonima, con la prefazione di Allan Bay. Borgo Propizio è il suo primo romanzo.

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