Recensione: Chaos, di Lauren Oliver
Creato il 16 marzo 2013 da Mik_94
Ciao
a tutti, amici miei! Dopo una settimana molto piena che mi ha tenuto lontano dal blog, per augurarvi un buon weekend voglio
condividere con voi la recensione di Chaos (grazie mille, Giulia!), il romanzo che
attendevo di leggere da un anno esatto.Inutile ribadirlo, ve lo consiglio! Insieme a Delirium (qui), un gioiello per
gli estimatori del distopico e non solo.
Questo
è il lato negativo della libertà: quando sei completamente libero,
sei anche completamente solo
Titolo:
Chaos
Autrice:
Lauren Oliver
Editore:
Piemme Freeway
Numero
di pagine: 317
Prezzo:
€ 17,00
Sinossi:
Nel mondo di Lena l'amore è bollato come delirium, una terribile
malattia che va estirpata da ogni ragazzo. Lena non vede l'ora di
ricevere la cura, perché ha paura di innamorarsi, ma proprio il
giorno dell'esame conosce Alex, un ragazzo bellissimo e ribelle.
L'amore tra Lena e Alex cresce ogni giorno di più, fino a che i due
innamorati non decidono di scappare nelle Terre Selvagge. Ma
purtroppo i piani non vanno come previsto... Lena si ritrova sola,
senza Alex, che è rimasto dall'altra parte della rete, e senza la
vita che conosceva. Vuole dimenticare quello che è successo, perché
ricordare fa troppo male. Adesso è il tempo di farsi nuovi amici ed
è il tempo di unirsi alla ribellione: contro chi vuole estirpare la
possibilità di amare dal cuore di tutti gli uomini e contro chi le
ha portato via Alex...
La recensione
Farsi
spezzare il cuore fa male. Distrugge, annienta, uccide.
Tante
persone, per evitarlo, chiudono le loro porte all'amore. Si
nascondono per non essere trovate da un dolore che sembra eterno,
senza fine e compassione.
Cupido
bussa invano a porte e a finestre, ma nessuno risponderà.
Coloro
che mettono sotto chiave la loro umanità vivono serenamente, senza
quelle fitte terribili, colpevoli di uccidere le farfalle nel nostro
stomaco e la preziosa felicità che esse portano sulle loro ali
leggere; ma sono come templi senza altare. Senza senso, incompleti.
Pensate,
io aspetto di farmi spezzare il cuore da ormai un anno. Strano, ma
vero.
Aspettavo
solo lei, Lauren Oliver. Con le sue parole soavi e le sue storie che
ti fanno a pezzi senza anestesia, eppure così delicatamente.Un
angelo, forse. O forse il demone più crudele. Dipende dai punti di
vista. Dalla rabbia e dall'emozione che, nei suoi romanzi, si
alternano in un armonico pandemonio di parole, e cuori ulcerati, e
speranza. Ho imparato ad amarla esattamente un anno fa, quando con la
trama di Delirium aveva
riempito le librerie di una novità imperdibile, me di dolcezza ed il
distopico dell'unico ingrediente che, da Shakespeare a Stephen King,
non passa mai di moda: l'amore. Poi, chiuso il libro, ho imparato
silenziosamente ad odiarla.
La
pimpante ed impegnata newyorchese descritta nella biografia era
entrata nella mia vita con i tacchi alti che tanto ama e a passo di
danza e non ne era più uscita. Prepotentemente, era diventata la
padrona di ogni cosa. Il capitolo introduttivo della sua trilogia
nascondeva guanti di lattice, lame scintillanti, bisturi infallibili.
Era la valigetta di un chirurgo, non un colorato pacco regalo. Al
limite, era un pacco bomba. Non strappalacrime, ma strappa viscere,
cuore, polmoni. Strappa fiato...Avevamo
lasciato Lena in corsa. Esposta ai fucili e agli occhi infallibili
dei fari, ma finalmente libera. E completamente sola.
Era
fuggita nella buio del bosco, ma, come in un film dell'orrore, la
notte si era tenuta un pezzo vitale di lei. Il suo cuore, lasciato
tra i fasci di filo spinato e nel palmo esangue di Alex, spalancato
invano verso le Terre Selvagge che non avrebbe mai raggiunto insieme alla sua amata. Il delirium l'ha infettata una
volta e ora il suo cuore è altrove, dove non può seguirla. Lena non
amerà mai più.Nell'arco
di un solo romanzo, di una sola notte passata errando tra gli alberi
e il dolore, l'ingenua e romantica adolescente di Delirium
è diventata grande
per forza, costretta dalle necessità. Una regina delle nevi
arrampicata su una torre d'avorio, indifferenza e odio profondo.
Corre fino a farsi sanguinare i piedi, immaginando Alex tra gli
alberi colorati del rosso dall'autunno, che, confusamente, le
sfrecciano accanto. Nonostante le ginocchia e i polsi fragili, lavora
dal levare del sole fino al suo sorgere. Il sudore, la fatica, la
povertà nelle comunità delle Terre Selvagge fanno sì che i suoi
pensieri si tengano impegnati, che siano lontani da lui e
dall'adorabile pericolo che insieme rappresentavano per una Società
stravolta.
Julian Fineman – diciotto anni, occhi di tempesta, non
curato – è il nemico, la sua missione segreta; soprattutto, non è
Alex. Ma può un cuore che ha conosciuto, anche solo una volta,
l'amore smettere di amare? Si può appendere al chiodo il diritto di
vivere felici?Di
Delirium ho un ricordo sublimato, vivo seppur sfumato. Per me,
ha la bellezza delle cose lontane: lirico, romantico, una tragedia
shakespeariana sullo sfondo di una rivolta di cuori.
O almeno così
mi piace ricordarlo.Chaos
è
cupo, sanguigno, polveroso, forte, caparbio, maturo, aggressivo. «E'
duro, profondo e spigoloso, un sistema di barricate. E' assoluto e
totale».
Un
imperdibile caos di inseguimenti, nuovi inizi, tragici epiloghi. Alla
scoperta dell'odio che ammuffisce anche il più puro degli animi e di
un nuovo amore, tralascia assennatamente l'elemento distopico per
muovere passi decisi tra anguste celle, umidi cunicoli, boschi irti
di pericoli. Per essere più vicino al thriller e alle lacrime del
dramma di un futuro descritto sulla falsa riga dei bombardamenti e
delle persecuzioni della Seconda Guerra Mondiale.
Inserendo
nuovi personaggi, intensi e significativi al pari dei vecchi,
l'autrice tradisce il lettore. Senza Hana, ad esempio - lasciata al
suo destino, a Portland, indietro - le cose non dovrebbero essere le
stesse. Ma Raven, la piccola Blu, Tuck, Hunter e gli altri si
rivelano compagni di vita unici, comprimari straordinari, elementi
fondamentali di un sequel bello come il suo predecessore. Imparando a
farsi amare e ad amare ancora, Lena tradisce il suo Alex.
Implicitamente, tradisce noi, troppo legati al ribelle dai capelli di
miele e fuoco per accettare di vedere i suoi lineamenti uniformarsi
con quelli di un altro.
Ma
Julian ha bisogno di Lena e Lena ha bisogno di lui.«Alla
luce del giorno io e Julian siamo spigoli, mal sistemati e in
disaccordo tra di noi. Invece, al buio, sono felice quando sento che
si muove sulla branda e so che ci separano solo pochi metri di
spazio. La sua presenza è consolante».
E'
nato dalla parte sbagliata, ha frequentato i salotti dei ricchi
troppo a lungo, ma, come la Lena conosciuta lo scorso anno, è
proteso verso il cambiamento. Un passo avanti, un altro ancora, e
sarà dell'altra parte del confine: con Lena nel suo orizzonte e nel
suo futuro. Insieme si scoprono felici e la loro felicità diventa la
nostra. Perché, anche se non sarà mai Alex, in una New York
caliginosa e senza speranza, dove Grandi Speranze è proibito e All
you need is love
è l'inno del contagio, il loro acerbo amore è sempre amore.Questa
convinzione, maturata nel corso della lettura, mi ha fatto compagnia
fino all'ultimo rigo. O quasi. Alla fine, quando i titoli di coda già
mi scorrevano in testa, un colpo di scena -
sebbene tra me e me l'avessi già previsto - è stato inserito nel
momento più sbagliato e perfetto. Nell'ultimo rigo... Bang! Un cliffangher sparato a
bruciapelo.Lauren
Oliver non si smentisce: è una seducente, talentuosa,
impareggiabile, cinica stronza. E noi lettori la amiamo esattamente
per questo! Il capitolo conclusivo di questa fortunatissima serie è
in uscita in questi giorni in America. Sarà una messa solenne; un
canto d'addio, da Requiem. Speriamo solo che, dopo averci distrutto
per bene con Delirium e Chaos, Lauren decida di essere
clemente. Di lasciare al nostro cuore qualche piccolo, sgangherato
coccio per cui continuare a battere.
Il
mio voto: ★★★★ +
Il
mio consiglio musicale: Muse – Madness (Esiste canzone "più perfetta"?)
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