recensione: CHIODO FISSO di EMILIO MARTINI

Creato il 24 novembre 2012 da Tuttosuilibri @irenepecikar

Titolo: Chiodo Fisso
Autore: Emilio Martini
Pagine: 156 pp.
Editore: Corbaccio
Trama: C'è chi durante le vacanze di Natale va in montagna (la maggioranza), chi va al mare (pochi), e chi emigra verso paradisi esotici (i fortunati), il vicequestore aggiunto Gigi Berté, invece, non sembra volersi identificare con nessuno di questi. Trasferito per ragioni disciplinari da Milano a Lungariva, in Liguria, ha deciso di tornare nella sua metropoli per capire se gli manca davvero. E se si aspettava una sorta di felliniano Amarcord, non immaginava certo di trovarsi catapultato nella Milano dei suoi diciott'anni a causa di un omicidio. Appena arrivato, infatti, Berté incappa nel cadavere di una vecchia conoscenza, uno dei ragazzi delle panchine di piazza Stuparich, con i quali aveva condiviso anni di scuola, di amori, di chiacchierate, di sogni... E benché in vacanza, il commissario non può restare con le mani in mano. Contatta gli amici di un tempo e, indagando, si accorge di quante cose possono cambiare in un quarto di secolo. E di quante, invece, resistono inalterate: passioni, ossessioni, proprio quelle di cui Berté scrive nei suoi racconti. Perché fanno parte dell'animo umano. Di quello delle vittime e di quello dei colpevoli. Nei libri come nella realtà.
Recensione a cura di Stefania Scarano:
Il commissario Gigi Bertè lascia il cuore nella sua recente destinazione ligure e parte alla volta delle sue origini, rientrando a Milano per le festività natalizie sebbene lì non ci sia più nemmeno la sua famiglia.
Gigi si imbatte per caso in un delitto, un suo vecchio amico di infanzia è stato assassinato nella sua galleria d'arte e la principale sospettata sembra una loro comune amica fi gioventù. Gigi non può assumere il caso, non lavora più per la questura milanese ma, parallelamente e silenziosamente svolge la sua indagine personale contravvenendo, come al solito, alle regole.
Si tratta del terzo capitolo delle "avventure" di Gigi e così, nonostante i polizieschi non siano il mio genere, ho deciso di leggere questo romanzo e vedere di cosa si trattava.
Devo dire che la vicenda mi ha preso e fino alla fine non si capisce chi sia il colpevole per cui ci si affida alle elucubrazioni del commissario che ripercorre con noi il suo passato, le sue vecchie amicizie e inizia a comporre dei tasselli quasi improbabili, e se le misteriose morti di altri vecchi amici fossero collegate a questa? Chi e perchè l'avrebbe fatto?
Una suspence crescente e mai opprimente, una lettura piacevole e molto scorrevole, cambiare genere fa bene ogni tanto :).
Particolare, poi, il fatto che a sua volta Gigi sia uno scrittore per passione, nessuno o quasi sa del suo hobby, della sua passione spinta dalla rabbia per i "morti ammazzati" che lo porta a scrivere di omicidi e ad inserire anche se stesso nel racconto. Il caso vuole che ci sia un filo che leghi i suoi personaggi a quelli delle vere indagini e così il tema comune, questa volta, è l'ossessione per qualcuno o qualcosa, il chiodo fisso per l'appunto.

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