Recensione Chrysalis di Jodi Meadows.

Creato il 10 febbraio 2014 da Valentina Seminara @imatimehunter
Non è che ho smesso di leggere, tranquilli, starò qui a torturarvi ancora per parecchio tempo. Sono stati giorni un poco tortuosi, e spero di riuscire a rimettermi in pari con le letture. Intanto, per cominciare, ho finalmente finito Chrysalis di Jodi Meadows. Me lo trascinavo da giorni senza ben sapere cosa provare verso Ana e gli altri personaggi -no, per Sam per lo so, lui è tuuuutto mio *sparge cuori per aria* Molti di voi non vedevano l'ora che arrivasse qui, e la mia curiosità aumentava di pari passo con le vostre aspettative. Che, vedrete, sono state soddisfatte a metà. Sperando che il prossimo si riveli migliore...


Chrisalys (Incarnate)Jodi MeadowsMondadori Chrysalide336 pagine4 Febbraio 2014 17,00€Acquista qui: Chrysalis

Trama: Tutti possono reincarnarsi in centinaia di vite.
Solo la sua anima è mortale. Ma il suo amore è eterno.

Ana è l’unica persona al mondo a non avere alle spalle decine di esistenze. Tutti gli altri abitanti di Range vivono da almeno cinquemila anni, in un sistema in cui ognuno si reincarna, tutti si conoscono da secoli e si raccontano storie e ricordi del passato per tenerlo in vita. E le anime gemelle restano fedeli per sempre le una alle altre.
Al compimento dei suoi diciott’anni Ana decide di andare a Heart, la capitale, per cercare una spiegazione alla sua vita mortale... scoprirà un mondo affascinante ma pieno di pericoli, popolato da antiche leggende, creature d’ombra, oscuri segreti. Ad aiutarla ci sarà Sam, il musicista che da secoli dà voce a note meravigliose, di cui Ana ha letto nei libri e del quale è da sempre innamorata... Ana si è sempre sentita come in trappola, una farfalla sotto vetro: riuscirà a spiccare il volo?


Chrysalis è un romanzo insolito, a cui ci si affeziona piano piano. Un mix di distopia e paranormal che mi incuriosiva ancora prima che iniziassi a leggerlo -complice la splendida cover che, fortunatamente, la Mondadori ha deciso di mantenere. Ho atteso un po' prima di leggerlo, perché per qualche motivo ero incerta. Di solito scelgo le mie letture ad istinto, cogliendo sempre il momento giusto per un determinato genere, ma stavolta non ero sicura. Però la curiosità ha avuto la meglio, e mi ha permesso di conoscere Ana -si, alla fine pare che il nome sia rimasto lo stesso. Il mondo di Ana vanta la presenza di un milione di persone, la cui anima torna per reincarnarsi in un corpo diverso da ormai cinquemila anni. Tutti si conosco e si riconoscono, nonostante il guscio fisico sia diverso, e ad ogni rinascita ripercorrono esperienze passate in un clima di complicità e serenità, fra risate e nostalgia e amicizie consolidate da tempo immemore. Ogni anima ha un'abilità, ed è con quella che ciascuno contribuisce a far evolvere la società e a garantirne lo sviluppo. C'è chi costruisce cose, chi coltiva, chi mostra particolare abilità con le parole, i numeri, la musica. Condividendo ogni cosa, gli abitanti di Cardio, la capitale, e dei territori limitrofi, hanno sempre vissuto in pace, forti della loro identità. Finché un giorno di diciotto anni fa, quella che doveva essere una nascita come tante altre si rivela essere un evento incredibile quanto impossibile. La nascita di Ana, uno spirito nuovo e privo di memorie antiche che si perdono nei secoli, desta stupore e paura, uno sconcerto che segnerà gli anni della sua vita recludendola da qualsiasi attività sociale. Suo padre se n'è andato alla sua nascita, e sua madre, Li, la cresce svogliatamente, costringendola a sopportare ingiustizie, bugie e giudizi crudeli, inculcandole il pensiero di essere sbagliata, un errore nato al posto di un anima immortale, quella di Ciana, che avrebbe dovuto fare ritorno, così com'era sempre stato per tutti. In Ana si annida il senso di colpa per quella vita che grava su di lei e il bisogno ardente di cercare risposte: è per questo che abbandona casa il giorno del suo compleanno per dirigersi a Cardio, in cui spero di trovare quello che cerca. Ma non appena parte, ingannata dalla madre e inseguita dalle silfidi, esseri che potrebbero ucciderla con un tocco infuocato, viene salvata in tempo da un giovane che non sembra considerarla un essere da disprezzare. Il ragazzo, Sam, la curerà in seguito agli attacchi delle silfidi, tenendola al sicuro, e la aiuterà nel tragitto verso la capitale.
Estrasse dalla borsa un vaso di vetro colmo di un liquido del colore dorato dell’ambra. 
— Ho scoperto dove Li tiene nascosto il miele. 
Le emozioni si aggrovigliavano come piante rampicanti dentro di me. Con cautela, spostai il sed dal grembo, facendolo scivolare delicatamente sulla poltrona. E le cuffiette lo seguirono. 
Sam seguì con lo sguardo i miei movimenti mentre mi avvicinavo a lui. — Ana? Dal modo in cui pronunciò il mio nome, sembrava fossi una creatura misteriosa; lui credeva di conoscere le mie abitudini, e invece in quel momento gli buttai le braccia al collo e lo strinsi più forte che potevo. Tremavo per la tensione – nel toccare qualcuno di proposito, nel permettergli di intrappolarmi nel suo abbraccio – e tremavo per il conflitto tra confusione e gratitudine. Perché mai aveva fatto una simile gentilezza? Non capivo.
Se fosse stato come Li, avrebbe trovato il modo di usare i miei desideri come un’arma contro di me. Invece, ogni volta che gli svelavo qualcosa di me, lui mi dava dell’altro in cambio. La musica. Abbracciarlo era una bella sensazione; mi faceva sentire quasi al sicuro, ma stava durando troppo. O non abbastanza.
La gentilezza di Sam è estranea, per Ana. Non è abituata ad essere trattata come una persona normale. Di solito viene ignorata, o peggio incolpata di qualunque cosa, guardata come una minaccia, un'enigma da respingere e temere dalla madre. Nessuno le rivolge la parola, e lei si limita ad ascoltare, ad essere invisibile. Per questo, ci metterà un po' ad abituarsi al suo comportamento cortese, analizzando qualsiasi cosa faccia o dica in cerca di indizi che lo rendano simile a Li. Essendo una senzanima, così come Li l'ha sempre definita, è convinta di non avere alcun diritto, di non poter provare emozioni, desiderare cose o persone. Ciò la rende simile ad un animale ferito e impaurito, che se avvicinato con troppa irruenza tenderà ad attaccare per proteggersi, dominato dalla paura. Abituata ad essere privata di tutto ciò che desidera, maltrattata per motivi improbabili e punita per nulla, il suo silenzio è grande come il dolore che la dilania dentro ogni volta che le pare di mettere in mostra la sua non-anima difettosa. Il modo in cui Sam la circonda di attenzioni, senza risultare invadente, ha suscitato in me un moto di tenerezza e commozione che mi ha stretto dolcemente il cuore, ammorbidendo il mio spirito critico tutte le volte in cui trovavo Ana troppo lagnosa, statica o noiosa, specie all'inizio. Mi c'è voluto un bel po' per farmi un'idea su di lei -alla partenza avevo una vaga impressione di cosa non mi convincesse appieno di Ana e dei suoi ragionamenti- mentre il romanzo ingranava con una lentezza non esattamente gradita (forse risiedeva più nella mia mente che nella storia in sé, ma c'era), che ha protratto la lettura per un paio di giorni di troppo. Ho imputato questo suo difetto al modo in cui è stata cresciuta, al cinismo che riserva a tutti quelli con cui parla, e sebbene abbia notato un certo miglioramento più avanti, Ana è ancora un'incognita, per me. A volte l'ho trovata superficiale e immatura, altre coraggiosa e intraprendente, e questo suo atteggiamento altalenante ha aumentato la confusione che provavo fino al finale.
Ana non scopre subito chi è Sam, ma quando capisce di avere davanti Dossam, il musicista più famoso e brillante di Cardio, non se ne capacita. Ama la sua musica, l'ha accompagnata in ogni momento della sua vita dall'istante in cui l'ha scoperta, per caso, nel registratore a casa di Li. Il ragazzo che l'ha accudita, cui ha permesso di starle vicino, è in realtà l'uomo che ha sempre ammirato da lontano, e tornare a guardarlo come guardava Sam le sembra assurdo, impossibile, salvo accorgersi, piano piano, che quello che prova per lui va oltre la sua rinomata fama.
E c'è anche l'imbarazzo di avergli confessato la sua infatuazione per Dossam quando ancora era solo Sam. Il modo in cui si respingono l'un l'altra, entrambi sulla difensiva, diventa un po' come una danza fatta di passi, giravolte, sguardi intensi, gesti fraintesi e sottovalutati, pensieri e parole inespresse. O ancora come si cercano nei piccoli cenni cui entrambi cercano di non pensare, invano, con tenerezza e devozione quasi, come se cinquemila anni di vita e di morte fossero stati degni di essere vissuti solo per arrivare a quel loro incontro. Nella semplicità del loro rapporto -del loro desiderio e affetto reciproco- si può avvertire l'intensità del bisogno che nutrono l'uno per l'altra. Credo sia questo che li renda così intriganti da pensare che valga la pena saperne di più, conoscere meglio le loro motivazioni e le loro emozioni, e che di conseguenza ha alimentato la mia curiosità. Ho adorato gli amici di Sam, simpaticissimi e complici fra loro nel mettere l'amico di fronte al suo evidente affetto per Ana -il modo in cui parteggiano per lei è divertente e tenero allo stesso tempo! E ho più apprezzato il personaggio di Sam, prudente, silenzioso, ammaliante come la sua musica, un'ottima alternativa al classico bad boy. L'incertezza e la timidezza che a volte affiorano nel suo modo di rivolgersi a lei mi hanno conquistata lentamente, insieme al suo fascino delicato, senza però essere effeminato. Ana sente il peso che l'età di lui comporta per lei, ma è confusa riguardo all'effetto che la cosa dovrebbe avere sul suo cuore, sui suoi crescenti sentimenti per lui. La sua condizione di anima nuova la pone di fronte a diversi misteri, cui io cercavo di rispondere generando altre, tormentose domande. Come sono nati i primi uomini di questo luogo così insolito? Chi controlla le reincarnazioni? E sono poi controllate? Cosa dire della divinità cui molti non credono più da tempo? E del tempio senza porte? E delle creature che minacciano la tranquillità degli abitanti? Che tutte quelle anime dovessero ormai essere stanche per tutte le vite che si portavano sulle spalle?
Mentre respiravo il profumo dei suoi capelli, mi accorsi che avevo avuto bisogno di lui da sempre, fin da prima che ci incontrassimo. Innanzitutto, la sua musica e il modo in cui me la insegnava con i libri e le registrazioni. Poi mi aveva salvato la vita e si era rifiutato di abbandonarmi, senza considerare se lo meritassi o meno. 
Ma quando tirai a me una coperta per scaldarci e gli passai le dita tra i capelli, improvvisamente la mia prospettiva cambiò. 
Non c’era musica in quel silenzio, nessuna traccia della tensione di due settimane prima, in cucina.
Anche lì, col suo corpo contro il mio, non percepivo il minimo indizio di desiderio, se non quello che lui tornasse a essere di nuovo se stesso, libero dai fantasmi delle vite e delle morti passate. 

Si aggrappava a me come a una roccia, la sola cosa che potesse impedirgli di essere trascinato via dalla marea di ricordi cupi. 
Fu la prima volta che realizzai che anche lui aveva bisogno di me.
Sarebbero parecchie le stranezze, i difetti -errori grammaticali ma non solo- e i punti di forza da elencare. La cosa più stramba è la questione della reincarnazione, perché nonostante l'anima sia sempre la stessa il sesso può cambiare -e così moltissimi, a Cardio, hanno memoria dei loro giorni come uomini e come donne, di tutte le persone con cui sono stati, quelli che hanno odiato e poi amato... très bizzarre. O ancora, il modo in cui tutti si chiamano per nome. Mi c'è voluto un po' per abituarmi, spesso perché si fa riferimenti a personaggi non ancora incontrati, sconosciuti al lettore. Se da un lato era fastidioso, come se mi mancassero pezzi della storia che leggendo non trovavo poiché non forniti, dall'altro alimentava la mia curiosità, così che il mondo di Chrysalis si arricchiva di dettagli che cercavo di comprendere e collocare al posto giusto. Le mura pulsanti di Cardio, il tempio svettante fino al cielo, la città stessa, in piedi da prima dell'arrivo del milione di anime immortali che l'avrebbe abitata, come se fosse sempre stata lì ad aspettarli. Inquietante, non trovate? Soprattutto perché, prima dell'arrivo di Ana, nessuno ha mai avuto sospetti sul luogo in cui hanno messo radici -nessuno si è mai domandato come facessero ad avere certezze non fornite dalla loro stessa esperienza. Diffidenza e la sensazione che qualcosa non vada pervadono Ana nel momento stesso in cui entra in città -e l'ho avvertita anche io, molto chiaramente, quest'impressione. La gente la squadra dalla testa ai piedi, sospettosa, ma Ana conserva quel cipiglio talvolta impaurito, talvolta sfrontato, che mi rendeva compiaciuta e infastidita in relazione alle situazioni. Riflettere su cosa la sua presenza in quel mondo ciclico e ordinato implichi -che forse per tutte le altre anime era giunta l'ora di sparire? che forse lei sarebbe stata la prima di altre senzanima?- è rischioso, Ana lo capisce quando il materiale necessario per la ricerca che sogna e persegue da una vita sparisce misteriosamente. Quest'intrigo, rischioso da approfondire, è l'elemento principale che mi ha convinta a gettarmi a capofitto nella lettura. Nella mia mente vorticavano tanti di quei come? perché? perché lei? che non sapevo più come contenerli, semplicemente mi sforzavo di leggere fra le righe qualsiasi possibile indizio mi aiutasse a trovare la risposta ad un mistero che, mi accorgevo con non poca sorpresa vista la partenza stentata, mi prendeva sempre di più. Mentre lei tenta di adeguarsi, di sottostare alle regole del Consiglio che le permetteranno di restare lì, Cardio diventa minacciosa -silfidi di fuoco, draghi che sputano acido, passi che la inseguono e qualcuno che tenta di ostacolare la sua ricerca. C'è qualcosa, nella cadenza ripetitiva di questi pericoli, che desta domande su domande, sospetti inconvenienti per chi qualcosa la sa, ma non parla. Ed è allora, quando le cose iniziano a farsi interessanti, quando finalmente le maschere iniziano a scivolare via e l'azione pervade le pagine, quando Ana si sveglia dal suo essere spaventata e sempre sulla difensiva, che il romanzo entra nel vivo della storia, che ho davvero cominciato ad apprezzarlo e a sentirmi coinvolta nella lettura, tanto che da un certo punto in poi, circa a metà, le pagine sono volate sotto il mio sguardo febbrile e impaziente, desideroso di giungere alla fine per scoprire cosa sarebbe successo.
Sine sospirò. — Già, sembra proprio tipico di lui.
— Comunque, pareva molto più interessato a un certo suo progetto di lavoro, ma i dettagli non vengono descritti. Forse dovrei studiarmi i suoi taccuini di appunti scientifici. — Scrollai le spalle, cercando di fingere che non mi fossi aspettata niente di più. — E tu, che mi dici?
— Molti dei diari personali di Li sono spariti, ma se sei riuscita a trovare quelli di Menehem qui, probabilmente troverai anche i suoi.
Mi appoggiai indietro sulla sedia, le braccia incrociate. Se c’era qualcuno che stava cercando di impedirmi di approfondire le mie origini, avrebbe dovuto agire in modo più scrupoloso. Ma se invece questo qualcuno non esisteva, allora voleva dire che era su di me che stavano facendo delle indagini.
E questo era un pensiero inquietante. Tutti ormai sapevano più cose di me di quante non ne sapessi io stessa.
Lo scatto finale è ricco di aspettative che, ahimè, non vengono soddisfatte. Non solo per quanto riguarda me, ma anche per Ana stessa. Ci si aspetta, insieme a lei, qualche rivelazione cruciale e irrevocabile, momenti di suspance acuta e un finale pieno di sottintesi, invece declina tutto in una serie di eventi piuttosto sobri, illusori e allusivi, alcuni anche particolarmente soddisfacenti, il che solleva il primo volume da tutte le responsabilità che solitamente lo aggravano. Vi starete chiedendo se ho trovato che questo fosse un male oppure no. E' vero, mi aspettavo che dopo tutta l'azione e i gesti avventati e intrepidi di Ana verso la fine, una volta arrivata proprio dove sapevo sarebbe arrivata, ci sarebbero state quelle agognate risposte, un po' sibilline, che mi avrebbero risollevato il morale per poi lasciarmi qui a trastullarmi fino al secondo libro. Invece, il modo in cui l'autrice lascia ancora tutto in sospeso, piantando qualche seme di futura comprensione, è stato... okay. Niente di eclatante, per cui mettersi a piangere o invocare il sequel a forza di urli, ma quel tanto che basta ad intorpidirmi e rendermi sgomentata, perplessa, mediamente euforica. Diverso dal solito in modo positivo, tanto da meritarsi il mio apprezzamento, eppure la nota dolente che rimane viva e costante per tutto il libro non accenna mai ad andarsene completamente -e questo compromette un giudizio che, altrimenti, sarebbe stato più alto di così. Tutto sommato Chrysalis ha tutti gli elementi per dare il via ad una serie intrigante e innovativa, che sono curiosa di approfondire con i volumi a seguire, nella speranza che la Mondadori li pubblichi e mantenga le cover.
★ ★ ★ e½Chi di voi l'ha già letto? Quella splendida cover invoglierebbe alla lettura chiunque, o quasi. 

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