Titolo originale: The fault in our stars
Autore: John GreenEditore: RizzoliGenere: narrativa stranieraPagine: 347 pp.
Copertina: 16,00 euro
Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.
Dopo averne tanto sentito parlare, dopo che la casa di produzione ha rilasciato il trailer della trasposizione (in uscita da noi proprio qui a settembre), mi sono decisa a leggere questo romanzo. Premetto che mi sono lasciata spoilerare qualcosina (non tutto eh, ma buona parte) ma, pur così facendo, i sentimenti che mi hanno pervasa durante la lettura non sono stati poi così diversi da quelli che avrei ugualmente provato se mi fossi astenuta dal farmi raccontare alcuni pezzi qui e là. Ad ogni modo, andiamo con ordine e vediamo le mie impressioni in merito a trama, personaggi e stile narrativo.
"Mentre leggeva, mi sono innamorata così come ci si addormenta: piano piano, e poi tutto in una volta."
Prima di quella domenica, non avevo mai letto nulla di John Green pur conoscendolo di nome (e fama) per il romanzo "Cercando Alaska"; quindi non sapevo che stile avesse e, ammetto, ero un po' preoccupata per come avrebbe trattato il tema del cancro. Non è di certo tematica semplice da affrontare, eppure è stato davvero molto bravo; essenzialmente perché, pur trattando una malattia così grave, ha tessuto una storia d'amore e forza talmente genuina da far scordare al lettore, seppur per un breve lasso di tempo, l'ombra della morte che aleggia lì sospesa come la ben nota Spada si Damocle.
Hazel è una sedicenne che, grazie ad un farmaco sperimentale di cui pare essere una dei pochi - se non l'unica - ad avere dei riscontri positivi, si trova ora in regressione da un cancro ai polmoni. Un giorno viene costretta dai genitori - preoccupati che possa essere vicina alla depressione - a partecipare ad un gruppo di sostegno organizzato dalla comunità della cittadina in cui abita. E' ad uno degli incontri che fa la conoscenza di Augustus che, di poco più grande della protagonista, la porta alla "vita" contagiandola con la sua voglia di reagire e riprendere il controllo della propria esistenza.
"Non ti uccidono, se non le accendi" (...) "E non ne ho mai accesa una. E' una metafora, sai: ti metti la cosa che uccide fra i denti, ma non le dai il potere di farlo"
La storia viene narrata in prima persona dalla protagonista ed ha lo stile fresco e genuino tipico di un'adolescente, cresciuto in fretta, che tiene un proprio diario. Chiaro e scorrevole, il romanzo risulta piacevole con quel dolce/amaro capace di rimanerti dentro per molto tempo dopo averne terminato la lettura. Direi quasi che ci sono dei veri e propri pugni nello stomaco, alternati a momenti più leggeri, capaci tuttavia di lasciare una traccia profonda e a spingere il lettore a delle riflessioni.
In conclusione, un libro che consiglio davvero a tutti senza alcuna distinzione perché, anche se non spesso, ci sono delle storie capaci di scatenare non solo forte emozioni ma anche di dare delle piccole lezioni di vita.
Consigliato: si
Tempo di lettura: 1 giorno
Canzone consigliata: "All of the stars" di Ed Sheeran