RECENSIONE
«Bella guerra» ha detto lui, sconfortato. «Contro che cosa sono in guerra? Col mio cancro. E che cos'è il mio cancro? Il mio cancro sono io. I miei tumori sono fatti di me. Sono fatti di me tanto quanto il mio cervello e il mio cuore. È una guerra civile, Hazel Grace, con un vincitore predeterminato.»
Ciascuno di noi vorrebbe lasciare un segno del suo passaggio nel mondo; ma cosa accade quando si è certi non averne ormai la forza o il tempo ― quando la malattia può concederti solo una tregua, o la vittoria di una piccola battaglia, ma non di tutta la guerra ― e si vuole così bene alle persone che ci sono vicine da non voler esplodere come una bomba che lasci dilaniate le loro vite?
«Verrà un tempo» ho detto «in cui tutti noi saremo morti. Tutti. Verrà un tempo in cui non ci saranno esseri umani rimasti a ricordare che qualcuno sia mai esistito o che la nostra specie abbia mai fatto qualcosa. Non ci sarà rimasto nessuno a ricordare Aristotele o Cleopatra, figuriamoci te. Tutto quello che abbiamo fatto, costruito, scritto, pensato o scoperto sarà dimenticato, e tutto questo» – ho fatto un gesto che abbracciava la stanza – «non sarà servito a niente. Forse quel momento sta per arrivare o forse è lontano milioni di anni, ma anche se noi sopravvivessimo al collasso del nostro sistema solare non sopravvivremmo per sempre. È esistito un tempo prima che gli organismi prendessero coscienza, e ce ne sarà uno dopo. E se l'inevitabilità dell'oblio umano ti preoccupa, ti incoraggio a ignorarla. Sa il cielo se non è quello che fanno tutti.»
In questa storia d'amore 'galeotto' è il romanzo di Peter Van Houten, Un'imperiale afflizione, in cui anche la protagonista Anna ha il cancro. Un'imperiale afflizione è un metalibro creato da John Green con un finale tronco, di cui i due protagonisti vogliono conoscere il seguito. Questo libro ― che nel romanzo si contrappone a The Price of Dawn, un'altra serie di metalibri che, al contrario, continua a produrre sequel ― fa riflettere sulle serie di telefilm o le soap-operas che seguiamo, o anche sulle serie di libri, che leggiamo cercando di sapere cosa accadrà 'dopo', talvolta anche quando non ne siamo propriamente entusiasti, giusto per placare la nostra curiosità. Ma quanto è importante per noi scoprire il seguito di una vicenda quando non ci saremo più? I personaggi continueranno a passare, ciascuno con il seguito alla propria storia, finché, ad un certo punto, non ci saranno più neanche loro. È uno scorrere infinito di esistenze che conosciamo per un po', ma che a un certo punto ci tocca abbandonare, vere o inventate che siano. E allora un finale tronco è sensato esattamente quanto un finale perfetto.
Quel romanzo è stato composto incidendo graffi sulla pagina, mia cara. I personaggi che lo abitano non hanno una vita al di fuori di quei graffi. Che cosa è successo loro? Hanno tutti cessato di esistere nel momento in cui il romanzo è finito.Narrato in prima persona dalla coraggiosa Hazel con uno stile semplice e scorrevole, Colpa delle stelle ci presenta una gamma di personaggi che affrontano il dolore quotidiano senza mai diventare patetici; che si rassegnano alla convivenza con la malattia e la morte con grande spirito vitale e una buona dose di ironia. Un romanzo profondo, commovente, che merita tutti i premi che ha conquistato e quelli che continuerà a conquistare.