Trama: Se il cancro che ti hanno diagnosticato a dodici anni, a sedici sembra in regressione è un miracolo. Ciò che la giovane Hazel ha imparato a proprie spese, però, è che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto ai coetanei, con una vita in frantumi i cui pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure, che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione per stare insieme è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.Recensione
«È questo il problema del dolore: esige di essere sentito.»
Sapete, ci sono libri che ti entrano talmente nel profondo nel cuore che rendono difficile, complicato o quasi impossibile riuscire a parlare di essi ad altri. Si ha paura di sminuirli, di non renderli giustizia nel modo adeguato o di banalizzarli, oppure ancora si può finire a fangirlare a manetta su piccoli particolari rendendo la comprensione assurda. Colpa delle stelle di John Green è un esempio lampante di tutto ciò. Ecco perché ho lasciato passare tanto tempo, cercavo le parole giuste per raccontarlo a tutti voi
Hazel Grace ha sedici anni e da quattro anni la sua vita è cambiata completamente. Le è stato diagnosticato un cancro ai polmoni e dichiarata così malata terminale. Sa di non poter guarire ma grazie ad un piccolo miracolo ancora riesce ad assaporare il piacere di vivere un giorno ancora.
«La diagnosi era arrivata tre mesi dopo la mia prima mestruazione. Tipo: congratulazioni! Sei una donna. Adesso muori.»
Passa le sue giornate sul divano guardando America's Next Top Model circondata dall'amore dei suoi genitori oppure chiusa in camera a leggere, ed è attaccata costantemente ad una bombola d'ossigeno; in alternativa frequenta un gruppo di sostegno per ragazzi malati per assecondare il volere dei genitori di avere rapporto con i suoi coetanei. Hazel è una ragazza intelligente, forte e consapevole della sua situazione. Dovrà morire prima o poi, il farmaco non potrà tenerla in vita per sempre e lo sa, così come tutti gli esseri umani del resto. Questo non vuol dire, però, che Hazel non sappia fare proprio il tempo che ha a disposizione. Non troverete una ragazzina che si piange addosso per la sua malattia, ma solamente tanta consapevolezza ed è proprio questo che colpisce, coinvolge e fa amare questo personaggio.
«Mi piaceva Augustus Waters. Mi piaceva proprio ma proprio tanto. Mi piaceva che la sua storia finisse con qualcun altro. Mi piaceva la sua voce. Mi piaceva che avesse fatto tiri liberi esistenzialmente pregni. Mi piaceva che fosse un docente del Dipartimento dei Sorrisi Leggermente Truffaldini con una nomina anche presso il Dipartimento dell’Avere una Voce Che Fa Sentire la mia Pelle come una Vera Pelle. E mi piaceva che avesse due nomi. Mi è sempre piaciuta la gente con due nomi, perché devi decidere quale scegliere per chiamarli: Gus o Augustus? Io ero sempre stata solo Hazel, univocamente Hazel.»Hazel si sente come una granata pronta a scoppiare da un momento all'altro ma questo non spaventa Augustus, lui ha già deciso e il suo posto è fianco a fianco accanto a lei. Qualcun'altro avrebbe potuto regalare a questi due un happy ending ma John Green ama le storie vere e ha voluto infatti raccontare una storia dalla vita vera, fatta di spine oltre che di petali di rosa. Hazel e Augustus però, nonostante tutte le difficoltà, imparano ad amare e sognare insieme, a sfidare la sorte.
«Okay» ha detto lui dopo un’eternità. «Forse okay sarà il nostro sempre.»
«Alcuni infiniti sono più grandi di altri infiniti»
Libro, adottami!
Stay tuned!Xoxo, Giò