Recensione: "Cosa vuoi fare da grande"

Creato il 25 ottobre 2014 da Ilary
Titolo: Cosa vuoi fare da grande Autore: Ivan Baio; Angelo O. Meloni Editore: Del Vecchio Editore Collana: Formelunghe Pagine: 172 Prezzo: 12,00 € cartaceo / 7,99 € ebook
Guido Pennisi e Gianni Serra sono due bambini strani; nessuno sembra accorgersi di loro nella Scuola elementare Attilio Regolo di Milano. Figuriamoci il giorno più atteso dell'anno, il giorno in cui l'anonimo istituto si prepara ad accogliere il più famoso e ricco inventore del mondo, colui che ha dato alla luce il "futurometro", una macchina destinata a cambiare il futuro dei ragazzi e il sistema dell'istruzione italiana. È tutto pronto nella palestra: festoni appesi, mamme in ghingheri, autorità tirate a lucido. Un'Italia da sempre provinciale è accalcata in quello stanzone, un Paese di adulti mancati pronti a lavarsi le mani del futuro dei loro pargoli con la benedizione della tecnica. La sfida finale alle fantasie infantili è cominciata, ma, forse, gli adulti non hanno fatto i conti con i terribili gemelli Smargotti della terza E.

Recensione
Alzi la mano a chi, da bambino, non è mai stata fatta la fatidica domanda «Ma tu, da grande, cosa vuoi fare?». Nessuno la alza, giusto? Perchè tutti, credo che, almeno una volta nel corso della nostra infanzia ce la siamo sentiti rivolgere; e tutti a dire «io vorrei diventare questo o quello», sognando e immaginando il nostro futuro, con l'ingenuità e la fantasia galoppante tipiche dei bambini. In Cosa vuoi fare da grande, romanzo scritto a due mani da Ivan Baio e Angelo Meloni, il problema, se così lo vogliamo chiamare, di pensare a cosa vorrebbero fare una volta adulti, ai bambini non si pone nemmeno più, dopo la straordinaria invenzione del "futurometro" da parte di un ingegnere turco dal nome che sembra uno scioglilingua, Volkan Kursat Bayraktar. Il portentoso futurometro è una macchina che, in sostanza, predice il futuro dei ragazzi, ne analizza una serie di parametri ed emette la sentenza su quale sarà la carriera che intraprenderanno, le loro possibilità di successo e se raggiungeranno o meno la felicità. Ed è una scuola elementare italiana, la Attilio Regolo di Milano, quella che avrà il privilegio e l'onore di ospitare Bayraktar con il suo futurometro e che lo testerà per prima sui suoi alunni di terza elementare. Il grande giorno finalmente arriva: la palestra della scuola è addobbata a dovere dai festoni preparati dagli alunni, tranne quelli di Guido Pennisi e Gianni Serra, i reietti, i bambini che nessuno vuole e a cui nessuno bada, i cui sforzi artistici sono stati relegati nell'angolo più buio e ben nascosti alla vista; le mamme, pettegole e sempre in competizione, si schierano tutte ingioiellate e pronte come se dovessero andare in battaglia; le autorità italiane arrivano in pompa magna, Primo Ministro e ministri vari, con segretari e stagisti sfruttati al seguito; e infine, il personale della scuola. l'inflessibile direttrice della scuola, Gemma Tuttacani, l'arcigna maestra (ma neanche così tanto...) Anna Maria Amelia Rosa Tizzone e la bidella Maria. Mentre il teatrino va in scena, qualcuno pensa bene di sabotare la festa e le cose non andranno affatto come previsto... Cosa vuoi fare da grande offre un ritratto impietoso e veritiero, anche se sotto forma di romanzo e indubbiamente con delle esagerazioni, dell'Italia dei giorni nostri, della scuola e della società italiane, ormai sempre più allo sbando e incapaci di svolgere il proprio ruolo nella crescita e nella formazione dei giovani; da un lato, la scuola che offre una preparazione inadeguata e non incentiva la libera espressione e le capacità di ciascuno - emblematico, in questo senso, è l'episodio del piccolo Guido che svolge un tema e la maestra è costretta, con suo grande dispiacere, a mettergli un'insufficienza perchè, nonostante la donna non avesse mai letto "un flusso di coscienza così appassionante", il componimento non rientrava nei diktat ministeriali e come dice lei stessa "Io avrei premiato il tuo sforzo, ma ho le mani legate. Tutti abbiamo le mani legate"; dall'altro lato troviamo le famiglie, coloro che dovrebbero essere i primi educatori e che invece si disinteressano dell'educazione della loro prole, impegnati solo ad apparire e non a essere, e che preferiscono delegare a una macchina il futuro dei propri figli. Si ride, leggendo Cosa vuoi fare da grande, grazie allo stile frizzante, nonchè fortemente ironico e dissacrante degli autori, alle situazioni surreali e alla sfilata di personaggi i quali, benchè siano caricaturali, rappresentano bene i "tipi" di persone realmente esistenti, come le mamme arriviste disposte a tutto per primeggiare sulle altre, gli stagisti disillusi che dopo anni sui libri non vedono prospettive davanti a sè, come il povero Onofrio Ora, al quale il futurometro predice un avvenire "esplosivo" nel senso letterale del termine, i politici tronfi e impettiti come pavoni che fanno la ruota, gli insegnanti frustrati che sfogano questa frustrazione su dei poveri bambini indifesi. A proposito di bambini, io ho provato una immediata simpatia per i piccoli Guido e Gianni, i due orfanelli, scansati da tutti perchè considerati strani, mai invitati alle feste di compleanno, vittime predestinate delle ramanzine degli insegnanti per il semplice fatto di essere quelli "diversi"; mi hanno fatto tanta tenerezza e mi è piaciuta moltissimo la scena finale con il nonno di Gianni, fatta di sole poche righe che però colpiscono al cuore. Si ride, dicevo, ma è una risata che lascia un retrogusto amaro, e anche un po' di malinconia perchè, pur essendo una storia irreale e talvolta grottesca, è spietatamente veritiera nel tratteggiare i molti, moltissimi vizi e le ben poche, per non dire nessuna, virtù della società moderna. È stata una piacevolissima lettura quella di Cosa vuoi fare da grande, romanzo che forse non avrei mai letto se non fosse stata per una richiesta di recensione ricevuta tempo fa da uno degli autori, e invece è stata davvero una bella sorpresa; è un libro appassionante che intreccia, tra passato e presente, protagonisti e storie con ironia e sagacia, che diverte e fa sorridere, ma al tempo stesso offre numerosi spunti di riflessione. Per farla breve, un romanzo che vi consiglio assolutamente di leggere!
Il mio voto:

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