Recensione d'autore - Trattoria Clementina

Da Enricogrz
Mia nonna si chiama Caterina, la sua si chiamava Clementina ed è proprio il nome che Francesco Targa - non un debuttante nel mondo della ristoranzione - ha dato alla sua trattoria, inaugurata i primi giorni di novembre.Il locale è in centro a Rovizza, nella piazzetta della frazione di Sirmione oggi facilmente e comodamente raggiungibile anche in tangenziale.In quella piazzetta un tempo sicuramente c'era il sabato del paese, ora ci sono bambini in bici e un monumento ai caduti onora la Repubblica. Quando entrate non vi metterete di sicuro a chiacchierare della Storia dell'Italia, ma quelle mura hanno sentito i rimbombi delle bombe. Le stanze sono alte con travi in legno, che, a occhio, direi essere state rifatte nel secondo dopoguerra.
Aprite la porta e Francesco vi accoglie e vi mostra il locale e la prima cosa che noterete sarà un tavolo con i dolci fatti in casa e alcuni alimenti di stagione, come i funghi ora, che sono utilizzati in cucina. C'è lo spazio esterno all'aperto per giorni più caldi, c'è la cantina con un tavolo per degustazioni di vini, ci sono tre stanze non troppo grandi ma spaziose con tavoli in legno, tovaglia bianca, tovagliolo marroncino, posate, bicchiere a tulipano per il vino e quello classico per l'acqua.
Cambiano il menù ogni mese o quasi. Questo vuol dire che col passare delle settimane e il cambiare dei prodotti disponibili cambiano i piatti proposti come a suo tempo la nonna adattave le pentole alle stagioni.Sul vino vado sul sicuro, i gusti non si discutono: Marzemino in purezza da una cantina delle colline moreniche gardesane. Di questa a prezzi onesti sono proposti vari vini, tra cui ovviamente l'autoctono Groppello, ma ci sono anche alcune bottiglie di più noti e ruffiani vini il cui prezzo è pari alla loro notorietà. Certo, dimenticavo, c'è il Lugana, ma con la carne lo bevete voi...Gli antipasti già ci mettono i primi dubbi, mangeremmo tutto. Siamo in tre e, infatti, ordiniamo come suggeritoci un misto: formagella di Collio (Valcamonica) con marmellata di mele e cannella, fatta in casa (ottimi assieme e separati); gnocco fritto con salumi mantovani (ben fatto e salumi di qualità); ragù di faraona e chiodini con polenta di patate (buono); verdure grigliate all'aceto balsamico (ben fatte, leggere e saporite).Tempi calmi, niente fretta. Il sangue dal cervello scorre verso la pancia, regina degli umori al cui supporto pensa quella bevanda rossa così amata da Bacco. Francesco propone, spiega, intrattiene e noi scegliamo. A uno i capunsei con burro e salvia, molto buoni, consistenza giusta e burro in giusta dose. Gli altri primi però non sono da meno, almeno dal nome e dai profumi altrui: bigoli con tastasal e fagioli, pizzoccheri gratinati e zuppa di porro, patate e piccoli canederli. Almeno fino al prossimo menù...In due preferiamo proseguire con un secondo. Ci sono le costine con le verze, mangiate da poco a casa, e la tagliata al radicchio rosso, ma nelle nostre preferenze restano alle spalle della rosetta di maiale con erbette e verza e del stracotto di manzo al Groppello, accompagnati da verdure cotte e crude. La prima è un simil cotecchino con la forma di una sezione verticale dell'omonimo panino accompagnato da erbette di campo e scaglie di grana: sconsigliato a chi non ama i sapori decisi, a noi piacciono. Il secondo arriva con della polenta ed è tenero e molto buono. Non assaggiavo un brasato così buono da tempo. E brava Clementina!La testa ha sempre meno sangue, ma la gola è mai sazia. Prendo pure il dolce. Sono quattro e con ciascuno è proposto o del moscato o della grappa. Io scelgo la torta di noci, ottima! Pasta brisè (credo) all'esterno, soffice all'interno, strato di marmellata nel mezzo, sopra le noci. Mi sciolgo lì.
Il conto? Attorno i 75 euro. Un locale debuttante soddisfacente.

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