Recensione: Dal vangelo secondo la 'ndrangheta - Un antico delitto di Vincenzo De Angelis

Creato il 26 luglio 2015 da Roryone @colorelibri
Vedi, La Rosa, l'uomo non deve essere vigliacco, deve avere il coraggio di affrontare l'altro ad armi pari; arrivare all'omicidio è veramente aberrante.. come si fa? Proprio non mi capacito dell'odio e della stupidità che spinga un individuo ad ammazzare. Pensa che lì, a Scarparelli, addirittura erano in tanti e hanno ragionato tutti allo stesso modo. E' una mentalità chiusa, ognuno deve essere, deve sentirsi importante nel prevaricare e sopraffare l'altro. Possibile che non trovino soddisfazione confrontandosi con il dialogo, rispettando le regole della lealtà, al di là della violenza?"

Prezzo: € 12,00Genere: Romanzo - cronacaEditore: Herkules BooksCollana: Noir H (cronaca, inchiesta, attualità)
Bruzzano,1919
In un piccolo borgo della Calabria viene commesso un efferato omicidio. Alle luci dell’alba, in una strada di campagna, la bracciante agricola Michelina trova il corpo di un giovane massacrato con quarantaquattro coltellate. 
Scoprirà subito essere il cadavere di Guglielmo Iozzo, un giovane di Bruzzano, suo promesso. 
Il maresciallo Lo Presti, della stazione dei carabinieri, indaga senza arretrare di un passo: va fino in fondo con le indagini, fermando e interrogando gli “uomini d’onore” del paese. 
La provincia di Reggio Calabria, soggiogata dall’Onorata Società, viene descritta dall’autore magistralmente, anche nei dettagli culinari dell’epoca. È attenta e rigorosa la narrazione del “vivere quotidiano”, fatto di frasi, atteggiamenti, sguardi. La parola “ONORE” assume significati diversi in base a chi la pronuncia.
È duro, ideologico, sanguinario, e anche culturale il conflitto che si innesca tra la Legge, rappresentata dai due carabinieri, e l’Onorata Società, capeggiata da don Ciccillo.
Sarà compito del lettore, alla fine, decretare i vincitori e i vinti, fare nome e cognome degli assassini, accettando o rifiutando il contesto dove il romanzo è ambientato.
ONORE. OMERTA'. PAURA.Diritto al rispetto da parte degli altri in relazione alla posizione che si riveste. Tacere nonostante si sappia tutto e magari proprio perché si è stati testimoni oculari del fatto preciso. Terrore delle ripercussioni che porta ad assecondare comportamenti del tutto illegali.Tenete a mente queste tre parole e il loro significato, ma non indignatevi perché questo non servirà a combattere, quello che serve veramente è il cambiamento, uno di quelli radicali.Ci troviamo nei primi decenni del Novecento, in una situazione politica e del Paese stesso molto particolare, all'interno dei paesini che costituiscono la provincia di Reggio Calabria, nel Sud Italia. Gli abitanti di Bruzzano e dei borghi adiacenti vivono di tradizioni, quelle caratteristiche tipiche di ogni famiglia che nel tempo si sono succedete generazioni dopo generazioni. Un giorno, questo vivere quotidiano viene scalfito dal ritrovamento del cadavere di un giovane uomo, Guglielmo Iozzo, da parte della sua promessa, Michelina Grentone: tutti sanno chi sono i colpevoli, tutti hanno visto o sentito qualcosa, ma nessuno vuole parlare; il maresciallo indaga, coadiuvato dal Procuratore della Re di Reggio Calabria, ma le prove non sono sufficienti, il velo di omertà è sceso ed è solido sulle teste degli abitanti del villaggio andando contro a tutto quello che significa "Giustizia".Fin da subito si evince l'abilità dell'autore nel rappresentare un mondo del tutto realistico e attuale per l'epoca in cui si inserisce: il lettore viene catapultato nelle vicende di quel piccolo borgo quasi come se ne facesse parte anche lui, riesce ad intuire i pensieri dei protagonisti, a fiutare la loro paura e la loro sottomissione, la loro angoscia e le loro preoccupazioni, riesce a sentire la frustrazione di chi sta dalla parte dello Stato e, al contrario, la superbia di chi si crede invincibile. Tutto questo viene poi evidenziato dalle descrizioni precise che De Angelis ci lascia delle tradizioni, soprattutto culinarie, delle famiglie: sembra quasi di trovarsi davanti alla televisione a guardare un documentario sull'epoca, con la differenza che la lettura è in grado di trasmettere molte più emozioni.Un'altra cosa che ho apprezzato molto è la presenza delle espressioni dialettali nei dialoghi, di facile comprensione, aiutata anche dalle mie origini calabresi, che fornisce sicuramente un'immagine immediata ed esatta della società.Inoltre, un elemento che mi ha fatto gradire il libro ancor di più è l'esattezza storica con cui vengono narrate le vicende e i riferimenti alla leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso: ho ritrovato buona parte dei miei studi, e non solo quelli citati direttamente, come la suddetta leggenda, ma anche quelli che si intuiscono dalle parole dei protagonisti. Ancora, nel capitolo finale viene poi messa in evidenza quella che è la spaccatura tra la passata Onorata Società e la sua nuova conformazione, che farà sorgere non pochi dubbi a chi credeva fermamente nella prima. Il tutto rende sicuramente più veritiero il romanzo e da questo il lettore comprende chiaramente il motivo per il quale ci si trova davanti ad un romanzo - inchiesta.Nei capitoli finali vengono riportati gli interrogatori di tutti i testimoni e qui il lettore comincerà a farsi un'idea di quello che realmente è successo, che verrà confermata o meno continuando la lettura del libro, lasciandogli tuttavia un'ampia discrezione.Lo stile semplice, freddo e diretto si addice perfettamente alla storia narrata, senza minarne tuttavia la scorrevolezza.Vincenzo De Angelis ha saputo dare voce ad una realtà che troppo spesso viene dimenticata, volontariamente forse, e questo è uno di quei libri che devono necessariamente essere letti, almeno una volta.

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