Recensione: Dan Brown - Inferno

Creato il 06 gennaio 2015 da Enricobo2

Volevo evitare assolutamente di dare altro grano a questa macchina da soldi, ma siccome mi è stato regalato, non ho potuto fare a meno di perdere qualche ora del mio preziosissimo tempo per leggerlo, almeno nelle vacanze di Natale, anche perché appartiene a quel genere maledetto di libri che quando ti ci attacchi, vuoi arrivare alla fine in qualche modo, perlomeno io sono  fatto così. Dunque il nostro furbo autore ha scritto per la quinta volta lo stesso libro, dato che probabilmente ha notato che fare il serial writer paga e anche questa volta assassina i suoi lettori sempre nello stesso modo, almeno fino a quando questi continueranno a comprare. Così, si cambia solo l’ambientazione, come nei cinepanettoni, ogni volta in qualche famosa città, cosa assai utile per l’eventuale futura riduzione cinematografica e si organizza la caccia al tesoro dell’ormai famoso professore, studioso di simboli, che viene tirato per i capelli  nel disperato quanto apparentemente impossibile tentativo di salvare il mondo dalla malefica invenzione del malvagio di turno. 
Questa volta si tratta di un terrificante virus che il cattivissimo vuole diffondere per sterminare l’umanità intera, lasciando la consueta catena di indizi che solo la mente superiore del prof potrà capire e risolvere. Il filo conduttore di questa volta è Dante ed i suoi luoghi, che, oltre a Firenze come è ovvio, viene basato sul suo esilio posizionato, non si capisce se per ignoranza dell’autore o per esigenze di facilità di conoscenza per il suo parco lettori, a Venezia invece che a Ravenna, città che probabilmente in America non hanno mai sentito nominare. Gran finale a ritmo incalzante e corsa contro il tempo a Istambul con colpo di scena consueto come nei precedenti volumi. Nel libro sono presenti tutta una serie di svarioni anche divertenti come la descrizione dello stile del duomo di Firenze definito incrocio tra “gotico e neogotico” o il battistero descritto con un po’ di sprezzo come una torta a strati, forse ricordando le schifezze della pasticceria pannuta del suo paese. Comunque se avete del tempo da perdere sapete già cosa aspettarvi, cercate almeno di farvelo prestare e non dargli altri soldi.


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