Pubblicato da Valentina Coluccelli
RECENSIONE
Dopo la tempesta tornò il silenzio.Esso però, era qualcosa di infetto, di maligno. Un’assenza di suoni che nessuno vorrebbe mai udire. Quella era la melodia del nulla, del nulla immortale.
Tra i molti libri di esordienti che ho avuto la possibilità di leggere, quello di Luca Besia è forse il più ambizioso, nel senso maggiormente privo di connotazioni qualitative, positive o negative che siano, che questo termine può rivestire. Ambizioso, e indubbiamente coraggioso, per il genere in cui va a inserirsi, che non può che considerarsi di nicchia, visto che l’autore confeziona un dark fantasy post-apocalittico ambientato nella terra di Yamato, in cui gli uomini sono tornati a vivere in un modo molto simile a quello del periodo medioevale giapponese (approssimativamente quello dell’epoca Sengoku). Ambizioso poi per il progetto generale, perché questo libro è solo un capitolo, non autoconclusivo né indipendente, di quello che dovrebbe essere il corpus finale dell’opera nella mente dell’autore, che nell’introduzione del testo specifica che “la vicenda di questo primo tomo prende le mosse in un punto intermedio della vita del protagonista. […] Ci saranno anche volumi che prenderanno in esame l’infanzia, l’adolescenza e la prima età adulta di Kane”. Ma ambizioso soprattutto, infine, per il lavoro di world building che abbraccia un tempo storico di oltre duemila anni (dal 2.456 d.C. a oltre il 4.000 d.C., in piena era Shin Kami no Yo – letteralmente “Epoca dei nuovi Dei”), colleziona diverse fazioni e guerriglie animanti i periodi pre e post apocalittici, tratteggia differenti credenze mistiche, religiose e paranormali, e include un notevole numero di personaggi. Infatti, nonostante il protagonista della saga sia Kane, un uomo segnato da una maledizione che lo costringe a vivere in solitudine, per lo più in una condizione di obnubilazione dovuta alle sostanze alcoliche e stupefacenti di cui fa continuamente uso, e a cercare l’unico essere in grado di liberarlo o di dargli delle risposte, l’autore gestisce la narrazione attraverso una coralità tale da creare talvolta problemi di identificazione dei numerosi personaggi e di dispersione della trama, ma che rende indiscutibilmente ricco e vitale il mondo da lui creato. Mondo al quale si aggiungono qualità come la coerenza, la credibilità e una certa solidità, nonché la capacità di profondere un’atmosfera inquieta, decadente, ma anche singolarmente famigliare, che finisce col rendere partecipe il lettore delle vite e dei destini dei protagonisti. La crudeltà e l’ingenuità, la rassegnazione e la speranza, la rabbia e la compassione, sono opposti che prendono vita in scenari crudi, sanguinosi, costellati da immagini esplicite di violenza, ma anche in altri inaspettatamente intimi e umani. Questa ricchezza e questo potenziale vengono in parte offuscati, se non smarriti, a causa di alcuni difetti strutturali dell’impianto narrativo, per la maggior parte generati dal desiderio dell’autore di presentare l’opera così come lui l’ha immaginata e progettata nella sua interezza, che va molto al di là dei confini di questo singolo libro. Così il libro vede sfumare i propri contorni e una definizione perché privato di un vero e proprio capitolo iniziale, così come di un vero e proprio capitolo finale (che appare più come un inizio e non conclude alcunché), come se si inserisse in un fiume che scorre già lontano dalla fonte e ancor più lontano dallo sbocco nel mare. E perde ritmo e comprensibilità per la presenza di capitoli (o parte di essi) non utili all’economia della trama, che finiscono con l’appesantirla e con l’aggiungere nomi, riferimenti, eventi non rilevanti alla già notevole lista di quelli che il lettore deve ricordare e imparare a identificare (come ad esempio la seconda parte del prologo, che presenta personaggi che non torneranno più in questo volume della saga, ma probabilmente hanno avuto/avranno un loro ruolo in un capitolo precedente). Discorso simile è possibile fare per l’introduzione lunghissima, particolareggiata e a tratti confusa che l’autore premette al testo del romanzo, che non solo risulta scoraggiante, come una sorta di info-dump fuori misura, ma soprattutto superflua; sarebbe stato più proficuo riuscire a inserirne solo gli elementi utili per questo libro nei primi capitoli, come parte della narrazione. Da aggiungere come piccola ultima nota la rilevabile mancanza di un lavoro accurato di editing, che penalizza ulteriormente il testo, conferendogli un carattere amatoriale e non professionale; solo a titolo esemplificativo cito l’eccessivo, e spesso scorretto, uso della punteggiatura (c’è una presenza tale di virgole che a volte sembra di leggere a scatti!), la quantità di aggettivi che talvolta ha un effetto ridondante e lo spaesante utilizzo di frasi o termini che appaiono fuori contesto (ad esempio, sembra stonare con il tono epico del resto della narrazione una frase come “Le loro palle schizzarono fin su alle loro gole”). Dalla sua scrittura, dall’incriminata introduzione, dall’handbook che chiude il libro, da certe ripetizioni presenti nel testo, traspare il profondo desiderio dell’autore di farsi comprendere e soprattutto di fare comprendere la sua opera e il mondo cui la sua immaginazione ha dato vita. Io in qualche modo credo di averlo fatto: mi sono affezionata ai suoi personaggi e ho respirato l’atmosfera oscura, inquietante eppure intima delle sue pagine (anche se certi capitoli imperniati su guerriglie minuziosamente descritte, hanno messo a dura prova la mia attenzione), sentendone una certa nostalgia al momento di riporre il libro sullo scaffale della mia libreria. Sono certa che con l’aiuto di qualche professionista del settore, quest’opera, come le altre che con lei compongono l’universo dalla saga di Kane Hamada, possa tradurre il proprio potenziale in realtà.
L'AUTORE Luca Besia, classe 1980, risiede a Collecchio in provincia di Parma. Appassionato da sempre di film, fumetti e libri fantastici o di Fantascienza, e soprattutto di manga e opere che riguardano il mondo dei samurai e del Giappone antico in generale, ha sentito il desiderio di inventare sue storie e suoi mondi in cui potersi perdere. “Dark Side – Il guerriero della furia” è il primo tomo di una lunga saga Dark Fantasy che spera un giorno di riuscire a concludere.Sito dell'autore QUI