Recensione del film drammatico THE WATER DIVINER di e con Russell Crowe

Creato il 08 gennaio 2015 da Masedomani @ma_se_domani

È oramai trascorso un secolo dalla prima tremenda guerra mondiale. Evento tanto devastante quanto non sufficiente a sedare gli animi ed evitare che pochi anni dopo scoppiasse un secondo conflitto su scala globale. Molti gli episodi, tante le pagine studiate a scuola e tra queste alcuni capoversi erano dedicati alla Battaglia di Gallipoli (anche detta di Çanakkale o dei Dardanelli).

Non vi suona famigliare? Non c’è problema: fu uno delle più rovinosi scontri degli Alleati, cruciale per l’esito del conflitto e per gli assetti post bellici. L’idea di prendere Costantinopoli, di arginare gli Ottomani, e la necessità di aprire un passaggio al Mar Nero portò Inglesi e Francesi al massacro. Si parla di 250.000 persone mai tornate casa. Un numero da brividi. Tra i tanti giovani che non fecero ritorno vi furono anche tre fratelli australiani, giovanissimi e legatissimi l’uno all’altro. Il fatto che fossero insieme in simile inferno non stupì nessuno, che fossero privi di una degna sepoltura turbò invece i genitori spingendoli a gesti estremi.

Photo: courtesy of Eagle Pictures

La pellicola di cui parliamo oggi ha, infatti, per protagonista Joshua Connor, un marito devoto e padre amorevole che si è ritrovato alla fine della Prima Guerra Mondiale a lasciare la lontana Australia alla volta della Turchia per riuscire in un’impresa impossibile: superare le barriere linguistiche e culturali, trovare le salme dei suoi figli e riportarle a casa. Ma, si sa, i miracoli esistono e questo, pare, sia avvenuto nel 1919.

La trama di “The Water Diviner” attinge dall’omonimo romanzo di Andrew Anastasios (qui in veste di collaboratore alla sceneggiatura) che, traendo spunto da una lettera di un militare, ci narra dell’amore e degli istinti di un padre, così forti da permettergli di superare le barriere più insormontabili.

Photo: courtesy of Eagle Pictures

Russell Crowe torna al cinema, lo fa da protagonista e, per la prima volta, lo troviamo anche dietro la macchina da presa. L’attore, non contento dei riconoscimenti ricevuti ad oggi per le sue performance in costume, ha deciso di provare l’ebrezza di mostrarci immagini, ancora una volta in panni non di questo tempo, dirigendole lui stesso.

“The Water Diviner” è un dramma carico di fatti strazianti, è un’epopea strappalacrime, è un’avventura epica, è un film di guerra ed è soprattutto un melodramma. In due ore il neo-regista riesce, infatti, a condensare un capitolo importante del vecchio secolo, una tragedia familiare senza eguali (e con poche speranze di lieto fine), un dolore infinito (di quelli che non si augurano a nessuno), un viaggio interminabile, faticoso e pericoloso verso un paese ostile e in equilibrio precario, e un nuovo inizio, tanto inatteso quanto ricco di sorprese.

Photo: courtesy of Eagle Pictures

Quest’opera è quindi uno dei quei racconti che piaceranno un sacco ai cuori di marzapane, alle signore in età che vanno al cinema con le amiche la domenica pomeriggio e ai fan incrollabili di Crowe. Si deve, infatti, chiudere un occhio e non cercare il pelo nell’uovo, altrimenti cotanto condensato di sentimenti, incrollabile fede, onestà, rettitudine, bontà d’animo e simili potrebbe risultare di difficile digeribilità. Insomma, assisterete ad una copiosa colata di miele!

Qui si mira al cuore, a toccarvi nell’intimo, come già capitato con altre saghe familiari giunte a noi proprio dalla patria del nostro eroe Joshua. Quindi, se cercate la versione di lusso della migliore telenovela, l’avete trovata; se siete allergici ai racconti che fan leva sul lato sensibile degli esseri umani, allora potrebbe scoppiarvi una colossale orticaria. Di sicuro sopravvivrete tutti e… chissà, potrebbe anche piacervi

Vissia Menza


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