Recensione dell’Editor: Tiziana Di Gravina racconta “Silenziosi acrobati”

Da Clindi

        

Silenziosi Acrobati di Costanza Lindi è una raccolta di 65 poesie fortemente espressive, fondamentalmente ispirata dalla concezione Shakespeariana della rappresentazione metaforica del mondo come un palcoscenico su cui si alternano le vicende degli uomini che si fanno a volte protagonisti, altre antagonisti, altre ancora si mettono da parte lasciando spazio alla natura e alla scenografia con suoni, luci e colori.

Le quattro sezioni di cui si compone la raccolta “Protagonisti”, “Ombre fuori campo”, “Aromi scenografici” e “Origami d’inchiostro”, tracciano il punto di vista dell’autrice proponendo un graduale passaggio dall’osservazione dell’uomo come parte di un insieme e di un programma più grande di lui, a quello della natura come spettatoree metafora dell’esistenza umana, fino all’esporsi in prima persona, come donna e come poetessa, dell’autrice e del suo rapporto con la poesia, così travolgente ed impetuoso da alimentare i principali contrasti interiori della poetessa.

La metafora della vita come una rappresentazione teatrale e quella del tendone da circo, portano subito alla mente l’idea della finzione, di un mondo colorato e vivace ma fittizio, in cui l’estrema allegoria nasconde cupe realtà. L’immagine dell’uomo che recita la sua parte ma che non mostra sé stesso, riporta anche a Pirandello, in una sorta di capovolgimento fra realtà e finzione e difficoltà nello saperle distinguere. La prima impressione è quella di un insieme di saltimbanchi atti all’intrattenimento e all’apparenza, ma l’intento dell’autrice è, in realtà, quello di riprodurre luci, ombre, movimenti ed evoluzioni di ogni individuo in ogni parte del mondo, reale o immaginario, rappresentando ogni essere umano come un funambolo che avanza sulla sua corda sottile, che vive la propria esistenza costantemente in bilico tra giusto e sbagliato, realtà e finzione e sempre alla ricerca di equilibrio. Quella della Lindi è una poesia intimista, riflessiva ed espressiva che, con un linguaggio semplice ma dai forti contrasti espressivi e semantici, cerca di dare equilibrio, forma e risposte all’incertezza, alle vicissitudini della vita, specie ai contrasti e alle negatività che spesso sono frutto di false illusioni. L’autrice ricerca l’essenza dell’esistenza consapevole che in ogni elemento vi sia una parte d’ombra e una parte di luce, che in ogni difficoltà si possa vivere frustrazione e ricerca di nuove speranze.

Apparentemente rassegnata al dolore e alla solitudine, a rinchiudersi in un silenzio che è, allo stesso tempo, rifugio per rigenerarsi e condanna dalla quale si rifugge per quella necessità insita nell’uomo di circondarsi di affetti e persone, Costanza Lindi riesce a portare il lettore alla riflessione, scuotendo, con immagini dal forte impatto evocativo ed emotivo, anche le menti più insicure dinanzi ad una condizione umana in bilico costante dalla quale non si può sfuggire, specie con la poesia Rabbia.

Tutti i componimenti di Silenziosi Acrobati, delineano il senso della famiglia, del legame di sangue e dell’importanza di tramandare qualcosa ai propri figli, insiti nella personalità della poetessa, assieme al suo modo di vivere tutto con intensità tale da portarla ai contrasti emotivi.

Citando grandi esponenti della poesia come Pavese, Merini, Sanguineti, Montale e Palazzeschi, Silenziosi Acrobati cala il sipario con un omaggio colmo di ammirazione al poeta Giorgio Caproni con una sorta di filastrocca di commiato. In una affannosa ripetizione della parola “Congedo” vengono riproposte le allusioni critiche sollevate dall’autrice in tutta la raccolta, dalle lacrime ai silenzi, dai sorrisi agli occhi nei quali l’autrice guarda dritto ringraziando il lettore per l’attenzione, con la speranza di aver lasciato un po’ di sé.

Tiziana Di Gravina


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