Recensione - "Destino" di Sabrina Rizzo

Da Zaffira01

TITOLO: Destino
AUTORE: Sabrina Rizzo
CASA EDITRICE: Linee Infinite Edizioni
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011

COLLANA: Romantika
PAGINE: 418
COPERTINA:
Francesca Resta
letto in versione ebook

- TRAMA-


Destino è un fantasy romance ambientato ai nostri giorni. Micaela pensa di essere una ragazza comune, ma nel giorno del suo diciottesimo compleanno scoprirà che non è così e la sua vita cambierà. Le verrà rivelato infatti, che possiede la capacità di guarire con il tocco delle mani e di incantare, con il suono della voce, le creature magiche e gli animali. Gli Elfi boschivi, che grazie alla preveggenza sono a conoscenza della sua esistenza e dei suoi doni, cercheranno di proteggerla dal popolo degli Oscuri che la cercano per catturarla e usare i suoi poteri per fini malvagi. Galdasor, principe degli Elfi, che invece vuole proteggerla e aiutarla a controllare e accrescere le sue doti naturali, deciderà di condurla nelle sue terre. Serevon, sovrano degli Oscuri, cercherà con ogni mezzo di ostacolare questa fuga e di catturare Micaela per dominare il mondo e soddisfare la sua brama di potere. Tra amicizie e tradimenti, inganni e colpi di scena, Micaela affronterà molte prove per aumentare i suoi poteri, sconfiggere gli Oscuri e vivere il suo sogno d’amore con Galdasor.

- RECENSIONE-

Caro lettore/ cara lettrice, se per caso hai intenzione di leggere questa recensione, mettiti comodo, perché di cose da dire ne ho a bizzeffe. Se hai adorato questo libro, o sei amico intimo dell'autrice, non andare oltre queste prime righe: lungi da me l'intenzione di scatenare odio o rancore o di attirarmi accuse di "criticismo" e via dicendo. Ma dico già che la cosa che più mi ha stupito, è stata vedere delle recensioni a cinque stelline in cui si parlava di "finalmente un buon fantasy italiano". Beh, se questo è "un buon fantasy", io sono Babbo Natale e non oso immaginare quali altri "fantasy" abbia letto in precedenza chi ha scritto il commmento.

Si comincia con "Il vento sussurrava diffondendo la notizia nel bosco", che ricorda tanto un "Il vento ululava nella notte, portando con sè un odore che avrebbe cambiato il mondo", tratto da un certo Eragon, di un tale Christopher Paolini.
E si prosegue con "Tutto ebbe inizio il giorno del mio diciottesimo compleanno.(...) Non potevo sapere che la mia vita stava per cambiare drasticamente, una vita trascorsa finora in modo insignificante, anonimo e solitario e sarebbe cambiata in un modo che non avrei potuto immaginare nemmeno nei miei sogni più fervidi.". Un altro ricordo... di una certa Bella Swan, credo.

E, devo dire, i rimandi ad altre saghe o romanzi sono, putroppo, numerosi, il tutto a discapito dell'originalità.
Prima di tutto, quanto volte si è sentito di una ragazza, del tutto normale e isolata dagli altri coetanei, che il giorno del suo (diciottesimo) compleanno va incontro ad un cambiamento radicale della sua vita? Va bene, la maggior parte dei fantasy è costruita su queste basi, ma spiattellarlo proprio così, dalle prime righe, viene meno qualsiasi seppur minimo tentativo di creare suspense.

La trama, ahimé, sembra essere costruita su un unico, grande cliché: dalla protagonista dotata di poteri straordinari di cui non è a conoscenza, e che si innamora di Galdasor, che è, guardacaso, principe ultracentenario degli Elfi, il quale ovviamente ricambia alla follia il suo amore, tanto da pensare che la sua vita, prima di Micaela, fosse semplice esistenza, allo "scontro" tra Elfi e Oscuri, brutti e cattivi".

E parlando dello stile, putroppo nemmeno questo contribuisce: non so se si sia un problema limitato al formato ebook, ma quello che mi sono trovata a leggere assomigliava più che altro ad una bozza, piuttosto che ad un romanzo che è stato letto e su cui è stato fatto un minimo di editing. E putroppo, non è la prima volta che ho questa impressione con opere pubblicate dalla Linee Infinite Edizioni.
Frasi sgrammaticate, in cui le virgole sono un optional, o messe poco meno che a caso, e i punti e virgola sembra siano spariti dalla circolazione: questo rende il ritmo troppo frenetico, all'interno di un periodo si hanno diverse frasi, sia coordinate che subordinate, il tutto per un effetto di scrittura frettolosa e poco accurata, per non dire di scarsa considerazione del buon stile della scrittura e delle semplici regole della lingua italiana.

Un esempio? La seguente frase: "Un giorno la ditta di articoli sanitari per cui lavorava, aveva aperto una filiale in questa cittadina, papà aveva constatato che la vita qui era meno cara, quindi aveva chiesto il trasferimento."

A narrare è Micaela, che parla riferendosi al passato, ma questo non le impedisce di usare pronomi e aggettivi come "questo" o "qui", mentre invece sarebbe stato molto più logico un "quello" o "lì".

E a proposito della narrazione, due sono le voci narranti: quella di Micaela e quella di Galdasor: due personaggi che raccontano in prima persona, parlando al passato. E sicuramente la conseguenza più fastidiosa di questa scelta, è che ogni scena o quasi viene descritta da entrambi i punti di vista. Così il lettore, dopo essere già venuto a conoscenza di una determinata situazione, è costretto a sorbirsela un'altra volta dal punto di vista dell'altro, il tutto per poter esprimere i sentimenti del personaggio, come se descriverne l'espressione o i gesti non fosse abbastanza significativo dei loro sentimenti. Dal momento poi che la scena è, appunto, già stata descritta in precendenza, la seconda volta viene resa in modo piuttosto sommario e sbrigativo, con lacune e molti particolari dati per sottintesi, tanto che sarebbe impossibile capire di cosa si stia parlando, se non lo si sapesse già.

Troviamo poi le ripetizioni, davvero fastidiose e presenti in gran misura. Si possono addirittura trovare parole che vengono ripetute tre volte nel giro di due, tre righe. Insomma, mai sentito parlare di sinonimi?!

E poi sono tante, troppe le banalità, tali che mentre le leggevo non sapevo se ridere o piangere, ma l'unica certezza era che prima dovevo raccogliere le braccia da terra. Ad esempio, quando Galdasor spiega a Micaela i suoi straordinari poteri con un bel raccontino di poche righe, di fronte alla sua incredulità il bell'Elfo non trova niente di meglio che chiedere "Che cosa non ti convince?".

Beh sai, hai appena rivelato ad una diciottenne umana che ha doni particolari e che dovrà essere portata nel mondo elfico, forse un po' di incredulità direi che è d'obbligo...

Non mancano i cliché: la protagonista del tutto anonima, con tutti i suoi difetti, amata dal principe Elfo, dalla sua famiglia e da tutte le altre creature magiche ( kattivi esclusi, si intende, almeno all'inizio), in grado di padroneggiare in poco tempo e con un po' di impegno i suoi doni.

Il fatto che, durante il viaggio verso la dimora degli Elfi, la comitiva con il compito di proteggere Micaela incappi, guardacaso e pur con tutta l'allerta che le buone guardie ci hanno messo, in un gruppo di Oscuri che minaccia di morte i presenti se  Micaela non si consegna. Straordinariamente, nonostante tutta la preoccupazione che la predestinata non finissse nelle mani sbagliate, tutti se ne vanno senza neanche opporre la minima resistenza, per passare poi le settimane dopo a logorarsi chi con i sensi di colpa, chi in una beata rassegnazione.

Il digiuno a cui la povera protagonista viene sottoposta sembra essere ideato soltanto per farle perdere quel paio di chili in più che aveva, e farle raggiungere quindi la sua forma ideale.

Troviamo poi, come già preannungiato sopra, quelli che assomigliano tanto a riferimenti ad altre saghe ben più note: la presenza di un particolare metallo, detto accialux, che riporta ad un "acciaioluce" del già sopraccitato Christopher Paolini, la presenza di orchi e orchetti - di cui in realtà è presente soltanto il nome -, i vari atteggiamenti degli Elfi, che ricordano tanto le descrizioni, molto più dettagliate e credibili, che ne fa sempre Chris nel Ciclo dell'Eredità, anche il nome di altri personaggi, ad esempio il nano Girmli, con immancabile lunga barba rossa, rimanda niente meno che alla saga de "Il Signore degli Anelli".

Malgrado il titolo e la classificazione come "fantasy", in realtà tutto, e dico tutto il libro è incentrato sulla storia d'amore tra Micaela e Galdasor, con inevitabili quanto prevedibili ecquivoci e litigi, tra l'altro piuttosto ripetitivi, che hanno sempre la stessa immancabile conclusione. Vi basti sapere che leggendo in formato ebook potevo visualizzare la percentuale di libro letto. Ebbene, soltanto al 70% abbondante ci si discosta leggermente dalle vicende amorose dei due protagonisti.

Micaela, infatti, per "salvare il mondo", deve intraprendere quattro prove durante le quali affronterà i quattro spiriti elementari. Prove difficilissime, che pochi sono riusciti a superare, sulle quali poco si sa. Peccato, però, che tale supposta difficoltà rimanga esclusivamente nella mente dell'autrice, perché la difficoltà maggiore per la nostra Micaela è non morire di fame, dal momento che c'è sempre qualcuno pronto ad aiutarla e che il suo buon cuore le garantirà la clemenza di tali spiriti.

Arrivati ormai al 96% della lettura, ecco che - finalmente?- si arriva allo scontro con gli Oscuri e con tutta la feccia che fa loro seguito. Lo scontro sembra essere ideato unicamente perché, se non c'è battaglia, non c'è fantasy, perché  un vero motivo, che non sia l'avidità di potere del kattivo Serevon, non c'è.

- SPOILER!-

E infine, quello che ha fatto cascare letteralmente e definitivamente, senza possibilità di recupero, il palco già pericolosamente instabile.
Siamo alla battaglia finale ( l'unica, in realtà), Serevon è riuscito ad evocare i quattro spiriti elementari... or ecco, si fa avanti la coraggiosa Micaela, che chiede un "cessate il fuoco" ...  E TALE E' LA RISPOSTA DEGLI SPIRITI: "VISTO CHE SIAMO STATI EVOCATI E NON SIAMO QUI PER UN NOSTRO SCOPO, CE NE ANDREMO SENZA PROCURARE DISASTRI. ABBI CURA DI TE".

............T.T semplicemente..........

Erano ben altre le aspettative per questo libro, e putroppo non è la prima volta che rimango profondamente delusa da un libro della Linee Infinte Edizioni. Probabilmente sono stata tratta in inganno dalla copertina, della brava Francesca Resta, ma, se dovessi dare un giudizio breve e conciso, diciamo, se dovessi scegliere come giudicare in una parola questo libro, direi semplicemente "patetico", mi dispiace per l'autrice, ma sono ben altri i libri fantasy, e ce ne sono di buoni, anche scritti da autori italiani.


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