Recensione Destroy Me di Tahereh Mafi.

Creato il 10 dicembre 2013 da Valentina Seminara @imatimehunter
Questa è stata una lettura non programmata, ma lo zampino di QUALCUNO -Frannie Frannie Frannie- mi ha convinta a tornare sui miei passi e a superare il mio precedente intento di non continuare questa serie -in attesa della versione italiana... si, certo. E dunque, eccomi qua! Complesso e terrificante, emozionante solo come Tahereh Mafi sa renderlo, Destroy Me è la novella 1.5 i cui eventi si svolgono fra Shatter Me (da noi tradotto in Schegge di me) e Unravel Me, secondo capitolo della serie. E posso dirvi questo: se non lo avete ancora letto, fate come ho fatto io: rimediate, ADESSO!
Destroy Me (Shatter Me #1.5)
Tahereh Mafi
HarperCollins -inedito in Italia (Rizzoli?)
100 pagine circa
2 Ottobre 2012
9,09€
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★ ★ 
Trama tradotta da me -citate se prendete: Ambientato dopo di Shatter Me e prima di Unravel Me, l'affascinante sequel, Destroy Me è una novella raccontata dal punto di vista di Warner, il leader spietato del Settore 45.
In Shatter Me, Juliette scappa dal Ristabilimento seducendo Warner -e poi piantandogli una pallottola nella spalla. Ma, come lei imparerà in Destroy Me, non è così facile sbarazzarsi di Warner... 
Tornato alla base e recuperatosi dalla sua ferita quasi fatale, Warner deve fare tutto quanto in suo potere per mantenere i suoi soldati in ordine e sopprimere alcuna menzione di una ribellione nel Settore. Ancora ossessionato da Juliette come sempre, la sua priorità è trovare lei, riportare e disfarsi di Adam ed Kenji, i due traditori che l'hanno aiutata nella fuga. Ma quando il padre di Warner, il Comandante Supremo delle Ristabilimento, arriva per correggere gli errori del figlio, è chiaro che lui ha piani molto diversi per Juliette. Piani che Warner semplicemente non può permettergli di compiere.
La mia Recensione            
E' passato un anno e mezzo da quando ho letto Schegge di me, il primo volume di questa bellissima saga distopica. Mettendo in conto il ritardo inaccettabile da parte della casa editrice, non ho mai voluto avventurarmi nella lettura in lingua dei suoi seguiti, nonostante desiderassi ardentemente conoscere ogni mossa, pensiero, conseguenza, sentimento sviluppatosi nel corso della storia. Credo mi abbia frenato il terrore di conoscerne il continuo, dato che quel primo libro mi aveva toccata in maniera indescrivibile. Sono pure andata a rileggere la recensione che scrissi a lettura ultimata, ed è davvero incredibile constatare quanto certe emozioni vivano ancora, a distanza di tempo, nelle parole e nella memoria con la medesima intensità. Ma QUALCUNO -Frannie Frannie Frannie, ciao darling!-, in una breve discussione fra io-amo-Adam, no-guarda-leggi-Destroy-me-e-capirai-perché-Warner-è-un-ossessione, mi ha convinta a cambiare idea. E sono andata incontro a ciò che temevo: le braccia di Warner.
Prima di lui, avevo letto di vari "maniaci dell'ordine". Ma giuro, Warner li batte tutti. E c'è qualcosa di... beh, di tenero, nel suo mascherarsi con il rigore e la compostezza di ogni aspetto della sua vita. D'altronde, quando si è a capo di un intero settore di soldati diffidenti e letali non puoi mostrarti più debole di loro. Devi giocare con le loro paure, far vedere che non temi niente, che puoi schiacciarli con un piede e mettere fine alle loro vite in qualsiasi momento. Lo sappiamo noi, che abbiamo visto la crudeltà di Warner nei suoi mezzi sorrisi, nel tono della voce, nelle voci di corridoio. E lo sa anche lui, che dal padre non ha imparato nient'altro se non questo -dolore, paura, potere nelle mani di una sola persona. Voleva fare di Juliette esattamente ciò che lui stesso era diventato, un uomo il cui scopo è mantenere il potere e ritorcerlo contro coloro che hanno anche solo provato a ferirlo, in un connubio di desiderio di vendetta e bisogno d'amore, un sentimento che corrode, che sfiora l'ossessione, la follia. Ma Warner è ben più di questo, e Destroy Me ce lo dimostra.
Affronta tante prime volte, Warner, dopo la fuga di Juliette. Questa cosa lo destabilizza, lo manda in confusione, gli fa perdere quella patina superficiale di risolutezza che suscitava timore, odio, ma incapacità di ribellarsi. L'uomo a capo di un intero manipolo di soldati, circondato da falso rispetto, facile da mantenere perché il suo potere soffocava qualsiasi protesta, lentamente si rivela per quello che è: il ragazzo senza un infanzia, privato di sentimenti felici e dell'equilibrio fra amore, da un lato, e ossessione, possesso dall'altra. Lentamente comprendiamo quanto radicato sia questo suo sentimento contorto verso Juliette, e soprattutto da quanto tempo lo tenga rinchiuso in sé, blindato e nascosto al mondo, e a se stesso. Qualcosa che è amore, ma che non essendo mai sbocciato è stato coperto da menzogne e artifici legati all'ammaliante tentazione rappresentata dal potere racchiuso in lei; per Warner, niente più che una scusa credibile per ciò che davvero l'ha condotto a Juliette.
Quel che affascina di lui, del modo in cui lei appare ai suoi occhi, è la considerazione che ha della sua capacità -del suo dono. Un dono talmente prezioso da essere invidiabile, qualcosa da esplorare, in cui immergersi, per conoscerne ogni aspetto possibile, così da poterlo utilizzare, sfruttare in ogni sua sfumatura. Un tesoro di inestimabile valore, che merita di essere cercato, inseguito, ammaliato, desiderato con ardente passione. Che è esattamente ciò che lui prova per Juliette -e non solo per ciò che sa fare. E' orgoglioso di quello che potrebbe scatenare, ma umiliato dal modo in cui si è lasciato sfuggire lei e Adam, che progettavano la fuga nel suo mondo ordinato, controllato, severamente sorvegliato. Finché non legge il diario di Juliette, quello scritto da lei in manicomio.
In una settimana tutta la mia vita è cambiata.
Le mie priorità, slittate. La mia concentrazione, distrutta. Tutto ciò che mi interessa in questo momento ruota intorno a una persona, e per la prima volta nella mia vita , non si tratta di me. Le sue parole sono state bruciate nella mia mente. Non riesco a smettere di immaginare come lei dev'essere stata, non riesco a smettere di immaginare quello che lei deve aver vissuto. Trovare il suo diario mi ha paralizzato. I miei sentimenti per lei sono fuori controllo. Non sono mai stato così disperato di vederla, di parlarle .
Voglio che lei sappia che capisco adesso. Che non avevo capito prima. Lei e io siamo davvero gli stessi, in molti più modi di quanto io abbia mai potuto conoscere..
Convinto che covasse odio e vendetta, pensava bastasse scatenare quel lato di lei per averla al suo fianco. Ma capisce che non è così, che ha sbagliato con lei, che non può trasformarla in una macchina distruttrice senza distruggere Juliette per prima, definitivamente. Quando Warner trova il suo bloc notes e ne legge alcuni passaggi, succede qualcosa che mi ha presa totalmente alla sprovvista. E' stato come se lei vivesse attraverso lui, attraverso le reazioni che suscitava in lui, nei suoi pensieri, nei suoi impulsi. O forse, come se lui rivivesse attraverso le parole di lei, il modo in cui la vita l'ha spezzata spazzando via ogni ombra di felicità, inesistente nei suoi ricordi, ma al tempo stesso lasciandola integra in un modo inconcepibile per chiunque. La sua silenziosa disperazione mi aveva distrutta in Schegge di me, e mi ha distrutta anche qui -di più, forse, per la presenza di Warner. E proprio come lui mentre leggeva, piegato dal peso di ogni paragrafo e incapace di fermarsi, non potevo domare i miei pensieri in altro modo che dirigerli tutti su questo piccolo racconto. Questi personaggi dicono e fanno qual che devono fare senza giri di parole, senza articolati, drammatici pensieri, ma rendono le loro vicende, il loro modo di essere, così profondo e travolgente da avere dell'irreale -e al tempo stesso dandomi l'impressione di non aver mai letto qualcosa di più reale.
Ogni emozione diventa una frase, ogni percezione una parola, centellinando ciascun elemento in modo da scrivere il minimo indispensabile per descriverle. Dirette, schiette, sbattono contro il lettore e lo lasciano stordito in un mare di sentimenti burrascosi. E' così che mi sentivo -persa in mezzo all'oceano, senza appigli cui reggermi.
E' strano essere nella sua testa senza riuscire a vederla. Mi sento come se fosse qui, proprio davanti a me. Mi sento come se ormai la conoscessi così intimamente, così privatamente. Sono al sicuro in compagnia dei suoi pensieri, mi sento il benvenuto, in qualche modo. Compreso. Tanto che qualche giorno riesco a dimenticare che lei è quella che ha messo questo foro di proiettile nel mio braccio .
Anche la distribuzione dei capitoli, lo stile, tutto rispecchia il carattere di Warner. Le ripetizioni martellanti rendono l'ossessività di certi momenti, certi pensieri, così accentuati da suonare nella mia testa come una cantilena, reale nella sua intensità, nella sua disperazione. I primi capitoli sono brevi, rigidi, meccanici, come se fossero fatti di cemento -come se così volessero rispecchiare l'apparente durezza del cuore di Warner-, eppure sono talmente vivi, pulsanti, elettrici -e sempre di più, fino alla fine! Riflettono il lento risveglio di Warner, che lui tenta in qualsiasi modo di soffocare per tornare alla placida, bianca, asettica immobilità del suo mondo -quella in cui si era rifugiato quando il peso della figura del padre diventava troppo. Quest'ultimo, il padre di Warner, è una figura indefinita dalla strabiliante potenza, un elemento esterno al campo visivo del lettore, eppure onnipresente nel terrore dei soldati, nella mente di Warner -e nel suo terrore, quando scopre cos'ha in mente. Indebolito dal colpo di pistola ricevuto da Juliette e dal fallimento della spedizione, assiste all'arrivo del padre e ai suoi metodi brutali, inumani, per rimediare ai problemi causati dai suoi errori, lasciandoci intravedere qualcosa del loro non-rapporto. Non ha molta scelta, ma dovrà mobilitarsi quando capirà che la ragazza che ama è minacciata da pericoli che lui stesso ignorava, e che si palesano ai suoi occhi solo quando, finalmente, permette a se stesso di capire..
Se lei è là fuori, lui la troverà. Ed la ucciderla.
Giusto per darmi una lezione.
L'intensità di questa storia aumenta, aumenta, aumenta tanto quanto diminuisce la resistenza di Warner a qualsiasi scossa. Più si va avanti, più il suo granitico modo di fare diventa passionale, bruciante, travolgente, vivo, pulsante. Leggendo Schegge di me mi sono sentita così consapevole di tante cose, ma senza ciò che ora conosco grazie a Destroy me, sarei ancora cieca -il cattivo non è Warner, Juliette potrebbe non essere al sicuro, la sicurezza non è così ovvia e non sempre quel che appare male è male. Perché diciamolo. Ci sono i cattivi, e poi c'è Warner.

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