Recensione di Aceto, arcobaleno di Erri de Luca

Creato il 02 novembre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Erri De Luca
Pubblicato: Feltrinelli
Collana:Universale economica
Genere: Romanzo di formazione
Formato: BrossuraPagine:

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Le opinioni su Goodreads


Giudizio:


Nell'ultimo lampo di vita prima di lasciarsi morire, un vento di ricordi risveglia un anziano uomo del Sud che riflette sulla sua vita e su quella degli amici che aveva ospitato a casa sua raccontando la loro personale e dolorosa storia.

Una vita mancata sin dall’infanzia segnata da una brutta malattia e dalla perdita di entrambi i genitori. Quella dell’io narrante di Aceto, Arcobaleno è la storia d’un introverso, d’una vita che sarebbe più giusto definire “durata”. Il protagonista non ha infatti vissuto sulla propria vita i dolori e/o le gioie dell’esistenza; ha preferito assistere a quelle degli altri attraverso l’ascolto che d’esse i suoi tre amici (un muratore, un missionario, un compagno di scuola) hanno fatto.

Aceto, arcobaleno, infatti, si apre drammaticamente con la scelta del protagonista di lasciarsi morire di fame. Soltanto il vento dei ricordi sembra per un attimo allontanarlo dall’idea della morte e risvegliarlo dal torpore delle sue giornate. Un uomo, profondamente legato alla sua terra, vive di rendita e dei resoconti di vita e esperienza che annualmente gli amici di sempre gli confidavano andandolo a trovare. Infatti, dopo un primo cappello introduttivo, chi vive di puro ascolto lascia la parola agli altri, permettendo loro di raccontarsi in prima persona. Il ricordo del protagonista si mischia a quello dei suoi ospiti, facendo in modo che il libro associ autobiografia, flusso di coscienza, confessione e riflessione su stessi e sul mondo.

Ognuno dei tre amici-ospiti ha avuto un vissuto particolarmente difficile e denso di significato. C’è chi è stato assassino, chi è stato missionario in Africa, chi è stato in carcere per due anni. Così come il protagonista, la storia di ogni personaggio è anche la storia d’umanità intera che tenta di capire la vita e il mondo e, per farlo, si mette all’ascolto o di un’idea politica o della fede o del peregrinare infinito.

Restavo all’ascolto del mondo che avevo mancato.

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Approfondimento

A un primo impatto, soprattutto se il libro si legge tutto d’un fiato, la frammentarietà di Aceto, arcobaleno ci lascia esterrefatti. Cos’hanno in comune i personaggi tra di loro? – ci si chiede. Forse nulla, forse tutto. Sì, perché ognuna delle quattro parti di Aceto, Arcobaleno è un piccolo romanzo di formazione, è l’esperienza di chi adolescente o adulto si deve confrontare col mondo e sceglie la propria personale strada. Nessuna delle quattro soluzioni, qui proposte da Erri De Luca, sembra vincente. Il protagonista si lascia scorrere la vita davanti agli occhi, l’operaio ritorna alla fatica dei cantieri dopo aver ucciso per un’idea politica, il missionario ha speso la vita a cambiare un mondo che non vuole farsi cambiare, lo spirito d’avventura del peregrino è stato bloccato nelle gabbie d’una prigionia. Un bilancio rassegnato del destino dell’uomo sembrerebbe emergere, quasi a riecheggiare le pagine dei “vinti” di Verga. Eppure a ben leggere, e a smorzare questo pessimismo, non sono i quattro personaggi ad aver fallito ma un secolo tutto “che ha molto intrapreso per ansia di cominciare, senza riuscire a governare il seguito”. Scrive infatti De Luca, con un artificio letterario che spiega il titolo del suo libro:

Aceto, arcobaleno: non si sono salvate altre parole, ho trattenuto quelle perché erano l’inizio e solo gli inizi mi hanno lasciato un resto. Perciò ho continuamente smesso lavori e città, eseguendo da capo gli esordi come un compito. In questo mi accorgo di assomigliare al mio tempo, questo è un secolo che ha molto intrapreso per ansia di cominciare, senza riuscire a governare il seguito.

Se quindi sono gli inizi a contare, a lasciare un segno nell’esistenza, non è stata del tutto fallimentare l’esperienza dei quattro personaggi raccontati da Erri De Luca. E poi le due prime due parole di questo dizionario non vanno dimenticate: l’aceto è un disinfettante naturale, serve a medicare le ferite, perché i temporali ci sono e ci saranno. Ma dopo ogni tempesta ci aspetta sempre l’arcobaleno.

Serena Testa



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