Sharp e Fields hanno diverse cose in comune: sono due chitarristi, compositori e improvvisatori decisamente non convenzionali e hanno entrambi due cervelli “lucidi” che ben risaltano nella foto sotto al digipack nella bella confezione di questo Afiadacampos, cd prodotto nel 2010 per la eccellente Neos Jazz e seguito ideale di “Scharfefelder” uscito su Clean Feed. Armati rispettivamente di una Thomas Reg'n del 1985 e di una Collings OM-2H del 1998, i due camerati si dividono piacevolmente i compiti, gli obblighi compositivi (5 tracce sono accreditate a Elliott e 4 a Fields) e anche il canale destro e sinistro, cosa che rende particolarmente piacevole l’ascolto in cuffia del disco.
Il termine "composizione" deve essere comunque accettato con molta riserva. Afiadacampos è sostanzialmente un disco di improvvisazioni, anche se in gran parte strutturate. Come fa notare lo stesso Fields nelle note entrambi i musicisti sono “interested in fuzzing up relationships between written and improvised sounds, rejecting the free-jazz model in which heads are matched with unrelated blowing”. Quello che li differenzia è il modo a cui tendono a questi risultati: “one tends to offer large themes for metamorphication. The other often works with fragments and asynchronism.” Ad ogni modo sono riusci a combinare i loro diversi stili in maniere eccellente e molto proficua, i brani sono il frutto di ideali conversazioni cerebrali tra i due chitarristi, sotto forma di aspri cluster melodici che rimbalzano tra provocatori salti di registro e casuali passaggi classici. Questa sembra essere la non-formula di ogni loro improvvisazione, basata su una divisione tra funzioni melodiche, ritmiche ed armoniche, in combinazioni diverse con i suoni delle chitarre che turbinano e si incrociano tra loro a volte in modo calmo e rassicurante a volte lasciando l’ascoltatore disorientato.
Il disco è davvero molto interessante e soprattutto registrato in modo eccellente. Il timbro acustico è ripreso in modo superbo, così come gli effetti percussivi sulle casse e i manici delle chitarre e ogni brano offre almeno un paio di sfaccettature intriganti che Sharp e Fields sanno investigare e sfruttare implacabilmente fino in fondo. Questo lavoro mi convince perché il loro approccio è completo e risoluto, non caratterizzato da futili e sterili virtuosismi. Consigliatissimi agli ascoltatori affamati di nuove idee e di nuovi approcci per la chitarra acustica. Ascoltatelo ad alto volume, sentirete la stanza riverberare.
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