Recensione di "Città di carta" - John Green

Creato il 08 dicembre 2014 da Annie_caffeine @annie_caffeine
Cari visitatori della Tana,
è appena terminato il gruppo di lettura dedicato a Città di carta di John Green, ed io sono veramente contenta del piccolo successo di questa iniziativa, nonostante il romanzo in generale non sia piaciuto molto.
Oggi vi racconterò cosa ne penso del libro, ma come sempre cominciamo dai dati tecnici.
Città di carta, edito da Rizzoli, è uscito in Italia per la prima volta nel 2009 e quest'anno è stato ristampato con una nuova cover. Il prezzo è di € 14 per il cartaceo e di € 7,99 per l'ebook.

TRAMA

Quentin Jacobsen è sempre stato innamorato di Margo Roth Spiegelman, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un'inquietante scoperta. Con il passare degli anni il loro legame speciale sembrava essersi spezzato, ma alla vigilia del diploma Margo appare all'improvviso alla finestra di Quentin e lo trascina in piena notte in un'avventura indimenticabile. Forse le cose possono cambiare, forse tra di loro tutto ricomincerà. E invece no. La mattina dopo Margo scompare misteriosamente. Tutti credono che si tratti di un altro dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che l'hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso. Questa fuga da Orlando, la sua città di carta, dopo che tutti i fili dentro di lei si sono spezzati, potrebbe essere l'ultima.



LA MIA OPINIONELe mie aspettative per questo romanzo erano alte, ed ero contentissima quando ho visto che tra i libri in scelta era stato il più votato per il gruppo di lettura. Una frase che ho letto spesso in giro è "John Green non delude mai", ma fidatevi, questo romanzo è la dimostrazione che anche Green può deludere. Nessun dubbio sul fatto che sia un bravo autore, ma su tre dei suoi romanzi che ho letto, questo è quello peggio riuscito.

Quentin Jacobsen ha pochi punti fermi nella vita: due genitori che a tutti i costi lo vogliono crescere in modo equilibrato, Ben e Radar, i due amici di sempre e il suo amore per Margo Roth Spiegelman.Q è innamorato di Margo da tempo immemore, anche se le loro vite hanno preso strade diverse e non sono più amici, come quando da bambini se ne andavano in giro per il parco del quartiere.Ma a poche settimane dal diploma, proprio come quando erano piccoli, Margo compare alla finestra della sua stanza di Q e lo trascina in una notte folle in giro per la città.Ma la mattina successiva, Margo così come all'improvviso era apparsa alla finestra di Q, scompare nel nulla. Tutti pensano che se ne sia andata di nuovo in giro a compiere qualcuna delle sue imprese di cui poi puntualmente tutti parleranno per settimane, ma i giorni passano e Margo non torna.Q non può credere che sia scomparsa senza lasciare tracce, perché Margo lascia sempre una traccia ed è così che poco a poco, comincia a trovare degli indizi che la ragazza ha lasciato e così inizia il suo viaggio alla ricerca di lei, attraverso le città di carta.
Come ho scritto commentando l'ultima tappa del gruppo di lettura, se avessi letto questo romanzo d'un fiato, senza seguire i ritmi del GdL, probabilmente lo avrei apprezzato di più.Leggerlo in piccoli blocchi mi ha permesso di soffermarmi molto sui lati negativi che, pagina dopo pagina, emergono da questo romanzo.Prima di tutto, i personaggi. Se mi fossi limitata a valutarli per quello che succede nella prima parte del romanzo, Quentin mi sarebbe piaciuto perché mi è piaciuto perdermi, preoccuparmi e divertirmi nella notte folle passata insieme a Margo, che dal suo PoV diventa magica, mentre Margo mi sarebbe sembrata particolare e misteriosa.Purtroppo questa prima valutazione non regge a lungo, perché quando comincia la ricerca della ragazza, Quentin diventa ossessivo e irritante e pagina dopo pagina ci rendiamo conto di come Margo sia in realtà una ragazza anche troppo egocentrica.Tutto lo spazio dedicato alla ricerca, che dovrebbe essere entusiasmante, è piuttosto frustrante, a tratti anche noioso perché Quentin si dedica a sezionare parola per parola una poesia di Whitman di cui Margo ha sottolineato qualche verso, Io canto di me stesso, che viene praticamente ridotta ad uno spezzatino e il cui significato viene forzato in tutti i modi. Ho davvero faticato a leggere l'intera seconda parte e la terza, dedicata al viaggio, è stata molto poco coinvolgente, quando avrebbe dovuto essere l'apice dell'adrenalina di questo romanzo.Per salvarsi, Green avrebbe dovuto scrivere un finale in cui veramente far emergere il significato più profondo di questo romanzo, mentre invece spreca il tutto con una scena che per me ha avuto molto poco senso.Green in questo romanzo vuole spiegare come le persone non mostrano mai davvero tutti i lati della loro personalità, e spesso le vediamo come delle immagini di carta, a due dimensioni, senza accorgerci che dietro c'è molto di più. E' così che Quentin si innamora solo di un lato di Margo, quello che vede e che ha idealizzato, per poi scoprire di non conoscerla affatto proprio mentre la sta cercando. Ma questo messaggio passa a intermittenza nel corso del romanzo, per emergere in maniera frettolosa solo durante il finale.L'unica cosa che salvo di questo romanzo è Radar, uno dei migliori amici di Quentin, che si dimostra il più saggio del gruppo, un bravo mediatore tra Ben e Q quando litigano in maniera insensata e un ottimo pianificatore.Questo romanzo aveva del potenziale. L'idea di base era davvero ottima, ma pagina dopo pagina si è persa, per trasformarsi in una storia frustrante popolata da personaggi irritanti e anche un po' incoerenti. Lo stile di Green, che tanto ho lodato nelle recensioni degli altri due sui romanzi che ho letto, qui non so dove sia andato a finire. L'ho trovato molto semplice, quasi scarno, per niente evocativo.Il fatto che, come sempre, ci siano delle belle perle di saggezza seminate qui e la nel corso del romanzo, purtroppo non lo salva.

Insomma, non ci siamo. Ho letto un Green decisamente migliore e non so spiegarmi come sia possibile che questo autore abbia scritto uno YA così drasticamente di livello più basso rispetto agli altri due che ho letto.Le mie aspettative sono state disattese, ad una ad una.

Il mio voto per questo romanzo è due riccetti.

Spazio recensioni degli altri partecipanti al GdL
Sofàsophia

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