Recensione di Di Ilde ce n’è una sola di Andrea Vitali

Creato il 17 maggio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

7 Flares 7 Flares × Di Ilde ce n’è una solaAndrea Vitali
Pubblicato daGarzanti
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Narratori moderni
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:

Il piccolo Raffaele, un bambino un bambino solitario, trova nel fiume di Bellano una Carta d’Identità senza fototessera. Questo ci porta a Fino Mornasco a scoprire la vita della Ilde e del suo carattere, della sua condizione e dei suoi mondi nascosti. Del suo lavoro, di suo marito Oscar e di una serie di personaggi a lei collegati.

È il 1970, anno di crisi economica, è estate. Raffaele, un bambino impegnato nella ricerca di piccole avventure solitarie anziché nel gioco con gli altri bambini, trova nel fiume di Bellano una Carta d’Identità senza fototessera. Inizia così un breve viaggio tra persone indaffarate nelle questioni di tutti i giorni, tra vite famigliari, solitudini e di dissapori. La madre di Raffaele passa i pomeriggi con le amiche, pomeriggi fatti di pettegolezzi e sigarette avide. Il padre, buon lavoratore, a suo tempo rifiutò di mettersi in proprio nel campo dell’edilizia con lo zio Venanzio. È stato prudente, ma ora non può permettersi una villeggiatura con la famiglia. Come, nel fiume?(…) L’aveva detto e ripetuto mille volte che andare al fiume era pericoloso. È grazie al documento ritrovato che il padre di Raffaele capisce come trascorrono i pomeriggi la moglie e il figlio. E dopo qualche indecisione su come comportarsi decide di consegnare la Carta d’Identità alle istituzioni. Ma questo è solo l’incipit, la vera storia inizia adesso.

Una storia che va avanti per deduzioni e che si rivela piano, senza fretta. Una storia che non ha la forza del romanzo giallo, anche se ne utilizza la tecnica, ma si avvicina al minimalismo quotidiano della gente. Una storia che parte a Bellano ma che trova il suo centro a Fino Mornasco, dall’altra parte della Lombardia. La ricerca del proprietario del documento è semplice, ostacolata dalla svogliatezza dei rapporti tra le persone e dalla calda estate, ma semplice. Si tratta di Ilde Ratti, impiegata alla PritMetal, azienda metalmeccanica che soffre di esuberi come tante altre in tempo di crisi. Alla telefonata della segretaria del comune di Bellano risponde Oscar Maltolti, marito cassaintegrato della Ilde, anche lui dipendente della PritMetal. Oscar è un operaio senza una vera qualifica, tra i primi lasciati a casa dall’azienda, un uomo che nonostante i mesi di disoccupazione odora ancora di limatura di ferro. Dalla telefonata, Oscar, che neanche sapeva bene dove fosse Bellano, vede nascere una serie di dubbi e la necessità di capire in quale modo e perché il documento della moglie sia finito in un posto così lontano. Si improvvisa così ispettore casalingo e, intanto che cerca di tener testa alle ire della Ilde, persona dal carattere difficile e irascibile, prende iniziativa. Trova nel portafogli della moglie il documento di Identità del giometra Berghetti, di Vertemate. Si dà il nome di Valerio e parte alla ricerca del giometra. Lo trova, finge un lavoro da spazzino e parla con lui.

Conosce la vita di un altro uomo. Un uomo molto diverso. E nuovi aspetti della moglie Ilde, con un piccolo mondo che non aveva mai conosciuto prima. Vitali analizza i personaggi e li caratterizza con le abitudini di tutti i giorni. Utilizza un tono ironico nel suo romanzo, un´ironia che punge. Il geometra r´acconta. Parla del rapporto con la moglie Teodora impegnata a dar senso alla sua esistenza mentre soffre le carenze della menopausa, parla delle gite domenicali e del suo ruolo di marito. Un’esistenza nei fatti diversa da quella del Valerio-Oscar, ma molto simile nella desolazione di fondo. Un uomo, il geometra, che usa la sua posizione economica per vendere prospettive a donne in cerca di piccole certezze economiche e che non si fa scrupoli a scappare per parlarne poi con uno sconosciuto, il Valerio-Oscar, appunto, marito della Ilde. Di Ilde ce n’è una sola è un libro che consiglio a chi vuole una lettura semplice e divertente, un testo poco impegnativo nei contenuti ma dal sapore umano. Di certo il voto è positivo.

Giuseppe Chindamo



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