Recensione di Dimentica il mio nome di Zerocalcare

Creato il 12 dicembre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Zerocalcare
Pubblicato: Bao Publishing
Genere: Fumetti
Formato: BrossuraPagine:

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Le opinioni su Goodreads


Giudizio:


Ognuno di noi vive la propria vita principalmente occupandosi di se stesso, concentrando le proprie forze nella diffici-lissima impresa del rispondere alla fantomatica domanda: “Chi sono io?”. Pecchiamo di egocentrismo, dimenticando spesso che è quasi impossibile capire chi siamo, senza aver prima compreso chi siano realmente le persone che ci hanno cresciuto. La prima domanda da farsi, quindi, non dovrebbe essere “Chi sono io”, ma: “Conosco veramente i miei famigliari più cari”?

L’avresti mai detto che tuo nonno, da giovane, era un bravissimo ballerino di tip tap? E che tua nonna, più o meno alla tua età, si è portata a casa il primo premio in una competizione chiamata “Stangona Coscialunga”? Eri a conoscenza del fatto che tua madre è stata indecisa fino all’ultimo tra scegliere di donare il suo cuore a tuo padre, l’impiegato un po’ stempiato che passa le sue giornate a ridacchiare o imprecare davanti la tv, o ad un biker capellone con tanto di teschio tatuato sul collo e Harley Davidson rossa sotto il sedere? Dì pure la verità, siamo tra amici!
Dopo averci fatto ridere fino alle lacrime nei precedenti volumi, in questo quinto episodio ci ritroviamo ad accompagnare il nostro ormai amato ZeroCalcare in un cammino tortuoso, che ognuno di noi ha già purtroppo affrontato o affronterà, prima o poi: la morte.
Confrontarsi con il decesso di qualcuno è sempre complicato, ma lo è ancor di più se a lasciarci è un parente a cui eravamo particolarmente affezionati.
Dopo la morte della nonna, ZeroCalcare si trova inesorabilmente a fare i conti con alcune delle sue paure più recondite: il timore della morte, insito in ognuno di noi; lo shock di doversi rapportare alla debolezza di sua madre, colpita duramente dalla perdita e non più roccia granitica indistruttibile agli occhi del figlio. Soprattutto ZeroCalcare dovrà scendere a patti con i comportamenti non sempre perfetti riservati a volte nei riguardi di sua nonna, che alimentano in lui il famigerato senso di colpa, mostro dai lunghi artigli che tanto ama perseguitarci in queste occasioni.
Molto presto il nostro eroe inizierà ad imbattersi in avvenimenti sempre più sconvolgenti e inquietanti, che lo destabilizzeranno, privandolo delle certezze su cui da sempre poggia la sua vita: sua nonna era davvero la tranquilla vecchina che mostrava di essere? E sua zia, sua cugina, sua madre stessa?

Se riveli al vento i tuoi segreti, non devi poi rimproverare al vento di rivelarli agli alberi. Non basta che pensiate di potervi fidare, non esistono patti… ci sono cose che non potete raccontare. A nessuno. Neanche al vento.

In un vortice di avvenimenti appassionanti all’inverosimile, ZeroCalcare metterà a nudo per noi i sentimenti di un figlio, di un nipote, ma soprattutto di un ragazzo, come ognuno di noi è, che improvvisamente si trova ad affrontare il mistero racchiuso nella vita di chi pensiamo di conoscere alla perfezione, impartendoci la lezione più importante di tutte: non si conosce mai fino in fondo qualcuno, soprattutto noi stessi.

Dimentica il mio nome è una graphic novel capace di creare tra le sue pagine il difficilissimo connubio di ironia pungente ed estrema inquietudine, rendendoci impossibile non provare empatia per il protagonista. ZeroCalcare riesce a farci vivere le emozioni di cui scrive direttamente sulla nostra pelle: rassicurandoci con le sue battute sdrammatizzanti, ci accompagna per mano fin sull’orlo del precipizio, per poi spingerci giù senza troppo rimorso; sicuramente spaventandoci, ma anche regalandoci il brivido della caduta verso qualcosa che non conosciamo, che senza la sua spinta non avremmo mai osato sperimentare.

A photo posted by Leggere a Colori (@leggereacolori) on Nov 19, 2015 at 2:24am PST

Approfondimento

Disegnato e, soprattutto, scritto con grande maestria, Dimentica il mio nome, il quinto capitolo di ZeroCalcare, è, a mio modesto parere, il più riuscito fino a ora. L’autore ha maturato la capacità per nulla scontata di riuscire a trasmettere le sue sensazioni personali ai lettori, anche a coloro che non hanno sperimentato le medesime esperienze, sensibilizzandoli agli avvenimenti umani più sconvolgenti, pur mantenendo il cipiglio finto-cinico e il fantomatico sarcasmo tipico dello ZeroCalcare che ci ha fatto innamorare perdutamente di lui in questi anni.
Io all’ultima pagina ho addirittura pianto, voi?

Cristina Lenza