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Recensione di Gian Paolo Grattarola de “La qualità dell’Ingovernabile” di Carmine Mangone

Creato il 26 giugno 2012 da Wsf

Recensione di Gian Paolo Grattarola de “La qualità dell’Ingovernabile” di Carmine Mangone

Gwynplaine Edizioni, 2012

L’amore possiede una forza ingovernabile che la rende difficilmente assimilabile a una definizione univoca, che trae la propria forza dalle contraddizioni che lo animano, non consentendo ad alcuno di poterne delimitare i confini e contenere gli effetti. Non solo l’amore vive di un’energia naturale e indomabile, individuale e libertaria, ma è il solo strumento realmente capace di schiudere la vita di ogni individuo su un infinito cui attingere e offrire molte vie per accedervi. Affrancato da ogni vano tentativo di ingabbiarlo entro recinti semantici e schemi etici che ne precludano la reale portata, l’amore rappresenta perfino la manifestazione più autentica di diniego e di lotta nei confronti di una  società sempre più preda di ritmi disumani che ci sottraggono, giorno dopo giorno, forza, idee e sapere…
Con tutta la prevenzione possibile indotta da quanto indicato nella quarta di copertina (La qualità dell’ingovernabile s’interroga sulle possibilità di una pratica amorosa della sovversione e lo fa attaccando senza remore  il recinto delle definizioni date”) abbiamo iniziato a leggere l’ultimo libro di Carmine Mangone, autore di numerose raccolte poetiche e di traduzioni di autori del valore di Bataille, Artaud, Blanchot, Lautréamont  e Péret. Con tutta l’ammirazione possibile ne abbiamo terminato la lettura, perché crediamo che pochissimi pamphlet contemporanei abbiano la stessa energica fluidità discorsiva; la stessa intrepida e generosa capacità di scoprirsi al lettore mostrando senza troppe coperture fiducia nella forza, generatrice di vita e insieme devastante, dell’amore; la stessa tenacia nello sforzo individuale per non soccombere nella lotta, troppo spesso perdente, nei confronti del destino. Il libro –  permeato da gustose dissertazioni di ordine storico e antropologico, filosofico e politico – mostra più intento provocatorio che rigore teorico, la rivendicazione acritica e appassionata dell’idea che nel groviglio dell’ingovernabilità possano esistere forme di libera espressione più degne di quelle date. Un pensiero che risulta essere, al massimo, una sfida tutta da vincere. Ma che induce nondimeno il lettore a riflettere e a confrontarsi con il piglio caustico, ribelle e irriverente di un autore cui non fanno difetto il coraggio e la sincerità dell’impegno culturale.

di Gian Paolo Grattarola

http://www.mangialibri.com/

Carmine Mangone: http://carminemangone.com/


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