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Recensione di Gli occhi di Venezia di Alessandro Barbero

Creato il 14 gennaio 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Alessandro Barbero
Pubblicato: Mondadori
Collana:Omnibus
Genere: Romanzo Storico
Formato: Copertina RigidaPagine:

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Giudizio sintetico: five-stars


Nella Venezia di fine Cinquecento si dipana la storia di Michele e Bianca, giovani sposi alle prese con le insidie del potere, della superbia e della vendetta. Tra i pericoli del mare e della terraferma i due giovani lottano contro i soprusi per il diritto a una vita semplice e onesta.

Venezia, anno del Signore 1588. La città del doge fa da sfondo alla vicenda dei due protagonisti, Bianca e Michele, giovani sposi ancora ingenui e stupiti dinanzi alla sopraffazione travestita da potere alla quale devono sottostare. Michele, figlio di Matteo mastro muratore, assiste impotente alla morte del padre, annegato in laguna per sfuggire alla giustizia che lo riconosce colpevole di aver insultato pubblicamente i patrizi e in particolare Girolamo Lippomano, per avere interrotto in qualità di committente la costruzione dell’omonimo palazzo lasciando gli operai senza il dovuto compenso. Da qui hanno inizio le peripezie e le tribolazioni di Michele, giovane non ancora ventenne costretto a imbarcarsi come rematore su una galera veneziana diretta a Creta pur di sfuggire alla cattura delle guardie della Serenissima, sguinzagliate dal Consiglio dei Dieci con l’unica astensione di ser Alvise Bernardo.

Durante la lunghissima traversata in direzione dell’isola, Michele impara ciò che gli è stato estraneo per quasi vent’anni, il tradimento, la furbizia, la dissimulazione e scopre con amara sorpresa di essere stato bandito da Venezia. Scopre nei territori turchi nuovi modi di pensare e di intendere la vita, mettendo in discussione poco a poco tutto ciò che gli è stato inculcato da bambino. A Venezia, intanto, lo aspetta Bianca, sua moglie da appena tre mesi, ignara dell’accaduto. Sarà proprio Bianca, con l’anziana suocera Zanetta, a darsi da fare per racimolare un po’ di denaro necessario a sopravvivere, piegandosi a chiedere l’elemosina per un tozzo di pane e sopravvivendo a stento nel gelo dell’inverno. Sarà grazie ad alcuni fortunati incontri come quello di Bianca con Clarice Bernardo, che ne diventerà la protettrice, e al pensiero l’uno dell’altra sempre pronto a sostenerli in qualunque difficoltà, che i due ragazzi avranno finalmente modo di riabbracciarsi.

Particolarmente precisa e dettagliata è, ne Gli occhi di Venezia, la descrizione del mondo veneziano di fine Cinquecento, condotta con autentico rigore storico. Alla vita misera e stentata della povera gente condotta attraverso le calli veneziane, di cui fanno parte Bianca e Michele, Alessandro Barbero contrappone lo sfarzo, la tracotanza e il senso di impunità dei cosiddetti patrizi.

…ce n’era abbastanza per una multa da levare il fiato e magari per qualche strappata di corda, giusto per insegnargli a mordersi la lingua, un’altra volta, quando parlava a un patrizio.

A photo posted by Leggere a Colori (@leggereacolori) on Dec 29, 2015 at 3:24am PST

Approfondimento

Gli occhi di Venezia è un romanzo storico ben costruito, in cui il rigore e la precisione della narrazione poco spazio lasciano all’immaginazione. Ogni particolare risulta perfettamente inserito nella trama complessiva, e anche in quei tratti in cui prevale il tono descrittivo, questo non risulta mai pedante, bensì sempre funzionale al racconto stesso.

Notevolmente riuscita risulta, a mio avviso, le tessitura linguistica del romanzo, in cui ad espressioni del linguaggio comune si mescolano termini dialettali ed espressioni del lessico marinaresco. I due protagonisti guidano il lettore fino allo scioglimento della vicenda, tenendolo col fiato sospeso in un crescendo di vicissitudini e colpi di scena fino all’ultima pagina. La loro tenacia, il loro spirito di sacrificio e la loro fiducia nel futuro rendono godibile il romanzo.

La figura di Clarice, nobildonna veneziana che aiuta Bianca, sua serva personale, a ritrovare Michele, è particolarmente interessante e positiva: sarà proprio lei il deus ex machina che muoverà i fili per una giusta soluzione della vicenda. Mentre Bianca, nella sua posizione di ragazza popolana e inesperta, a tratti ingenua, sembra subire passivamente ciò che il destino ha in serbo per lei, Clarice è energica e volitiva, capace di opporsi ai costumi del tempo che volevano la donna relegata in casa. Considero il romanzo di Alessandro Barbero un romanzo a cinque stelle.

Roberta Morico




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