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Pubblicato daNeri Pozza
Data pubblicazione in Italia:
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Collana:I narratori delle tavole
Pagine:
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La trama:
Elsje Christiaens è una giovane e bella diciottenne, il 6 marzo 1664 si imbarca per lasciare lo Jutland, destinazione Amsterdam. Solo due mesi dopo la sua partenza, viene giustiziata in piazza Dam mediante strangolamento. Di quel corpo messo in mostra sulla forca, Rembrandt ne trae due disegni.
Al cospetto di un’opera d’arte spesso ci si interroga. La domanda più frequente è: “Come mai l’artista ha ritratto proprio questa donna?”. Deve esserselo chiesto anche l’autrice di Il pittore e la ragazza meraviglioso romanzo di ambientazione storica, Margriet De Moor. I due ritratti di Elsje Christiaens non sono di certo le opere più importanti di Rembrandt, nonostante ciò, sono in grado di suscitare grande curiosità. Appena si legge un breve accenno dell’opera, non si può fare a meno di cercarla. Merito della narratrice. Una voce fuori campo che accompagna il lettore durante tutte le vicende. Amsterdam, una città viva. Sembra di essere seduti nell’atelier del pittore quando lui stesso guarda le sue opere. E altrettanto si ha la sensazione di essere presenti nella stanza della povera Ricky, la seconda moglie. Oppure di trovarsi con Elsje, imbarcata sulla Dorothe e quasi di vederla mentre colpisce la locandiera con l’ascia. Anche le azioni più crude sono raccontate in maniera delicata. L’autrice descrive l’esecuzione della condannata senza inorridire il lettore.
Grande Margriet! Elsje Christiaens, diverrà famosa come “assassina per un tallero”. Al contrario di tutto il racconto, davvero realistico del XVII secolo, il passaggio della fuga della ragazza in Il pittore e la ragazza appare poco credibile. Lei, presa in castagna dal padre, dice solo che andrà via e lui senza batter ciglio la lascia andare. Come?!? .. Manca solo che le dica di inviargli una cartolina!- La giovane vuole recarsi ad Amsterdam non solo per trovare lavoro, ma soprattutto per ritrovare Sarah-Dina, la sorella maggiore. E la narratrice, la nostra guida, spesso ricorderà al lettore la sorte della ragazza. “Come potrebbe sospettare che in realtà non è in viaggio verso un racconto, ma verso un disegno, inchiostro su carta?” Non avrebbe potuto scriverlo con parole migliori, è un misero accenno alla sua condanna, eppure non reca orrore. Nei primi capitoli di Il pittore e la ragazza sono stata colta da un senso di smarrimento, poiché racconta alcuni episodi passando del pittore alla ragazza e viceversa. Cosa che non succede in seguito, le vicende verranno divise per capitoli e il lettore riuscirà a seguire più chiaramente la storia. Il racconto si svolge nella giornata dell’esecuzione, e con brevi flashback rivivremo l’infanzia di Elsje e l’approdo al porto di Amsterdam, la vita coniugale del pittore e le sue difficoltà finanziarie. La peste, che incombeva come uno spettro. Il nome del pittore rimane sconosciuto, una cosa che inizialmente mi ha irritato, una rabbia già sfumata perché devo dare ragione all’autrice.
Se l’identità fosse stata palesata dal primo istante, avrei pensato all’artista famoso che è adesso, perdendo di vista le difficoltà dei suoi anni e il rifiuto di alcuni committenti …e gli assurdi dialoghi con il fantasma di Tiziano. L’arrivo a destinazione di Elsje probabilmente è stata la fine della sua vita. È al porto che incontra la sua vittima e la ragazza finalmente può dare il via alle ricerche della sorella. I suoi giorni trascorrono così, tra ricerche e rimproveri della locandiera. E, proprio quest’ultima, proporrà alla giovane di imitare le altre ragazze della locanda, che usano il proprio corpo per pagare l’alloggio. Per un istante ho creduto di leggere Justine, ovvero le disavventure della virtù del Marchese de Sade. La ragazza non cede e alla violenza della locandiera risponde con un colpo d’accetta, ne seguono altri per finirla del tutto. I vicini allarmati dalle grida accorrono per scoprire il corpo della donna riverso nello scantinato. Elsje per sfuggire si lancia nel fiume Damrak, ma viene ripescata subito dopo. Condotta nella stanza delle torture ammette le sue colpe eppure… chiede perdono nemmeno sul patibolo. Allo strangolamento assiste tutta la città, è incuriosita dalla ragazza e dall’esecuzione stessa. La prima dopo vent’anni. L’unico a non essere presente in Piazza Dam è il pittore, che accorre sulla forca di Volewijck, quando il corpo è già stato sistemato dal boia insieme agli altri condannati. Forse è una delle ultime persone a vedere il corpo della ragazza. L’unico punto discutibile è la fine. Le ultime righe dedicata alla chiusura. Cara Margriet, potevi fare di meglio, è stata impeccabile durante tutto il racconto, e poi? Chiude con la descrizione del corpo della ragazza. È una lettura piacevole, scorrevole. A tratti poetica nonostante parli di un’esecuzione. Resterete sbalorditi dalla velocità con cui lo divorerete. Assolutamente da leggere!
Irene Pastorelli