Recensione di Il segno di Sarah Lotz

Creato il 12 ottobre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Sarah Lotz
Pubblicato: Nord
Genere: Thriller
Formato: Copertina RigidaPagine:
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Le opinioni su Goodreads
Voto del recensore:

Il 12 gennaio 2012, Giovedì Nero: in quattro continenti diversi, quattro aerei si schiantano quasi contemporaneamente e solo tre bambini si salvano. Il mistero non è solo la causa degli incidenti, ma l’esistenza dei tre superstiti che, loro malgrado, si ritrovano al centro di un circo mediatico a livello mondiale: I Tre sono solo bambini?

Elspeth Martin dirige il circo: è la giornalista che raccoglie tutte le informazioni di cui siamo a conoscenza sui quattro incidenti ed è l’autrice del libro che effettivamente leggerete nel 90% delle appassionanti pagine de Il Segno.

Infatti, Sarah Lotz ci presenta i fatti tramite le informazioni raccolte da Elspeth soprattutto durante le interviste rilasciate dai parenti che si prendono cura de “I Tre”, così chiamati dalla stampa i bambini sopravvissuti.

Lilian, la nonna del piccolo Bobby Small, unico superstite dell’aereo delle Everglades, assiste all’inspiegabile guarigione del marito mentre cerca di tenere a bada i curiosi accampati davanti a casa sua che vogliono essere miracolati dal bimbo.

Paul, lo zio di Jess, unica sopravvissuta del volo per Tenerife, è un attore in pausa di riflessione forzata: non è certo che sia solo lo shock post-traumatico ad aver trasformato la sua nipotina in un piccolo mostro, ma non essendo sicuro neanche della propria salute mentale, mentre registra i fatti per il ghostwriter che scriverà la sua autobiografia, cerca aiuto dallo psicologo, dai gruppi di sostegno e addirittura da un’esorcista.

Le ipotesi sulle cause degli incidenti, una volta scartate, anche se non definitivamente, quelle di terrorismo, attacco alieno e segno divino, sembrano convergere su errori umani o problemi tecnici, ma il motivo per cui gli aerei si siano schiantati contemporaneamente, e soprattutto perché I Tre sembrino appena scesi da una giostra e non da rottami in fiamme, scatena le fantasie del grande pubblico. Fantasie supportate dalla bizzarra registrazione lasciata da Pamela May Donald prima di morire: era sul volo caduto nella Foresta di Aokigahara, l’agghiacciante foresta dei suicidi ai piedi del monte Fuji, il cui unico superstite, Hiro, è affidato alle cure della cugina Chiyoko che conosciamo quasi esclusivamente attraverso le chat trascritte da Elspeth.

Pamela, membro attivo della Chiesa del Redentore, a metà strada tra una comunità e una setta religiosa, lascia un misterioso messaggio proprio al suo pastore a proposito dei bambini. Poche parole ma sufficienti a scatenare infernali visioni nelle menti instabili dei fanatici religiosi che vedono nei Tre i cavalieri dell’Apocalisse e vogliono trovare il quarto per dare fondamento alla loro teoria. Iniziano quindi le ricerche in Sudafrica, dove il quarto aereo ha fatto strage nel sobborgo più popolato di Cape Town.

Il Segno è talmente avvincente e incalzante che diventa impossibile interrompere la lettura: Stephen King ha assolutamente ragione. La Lotz ha mescolato per bene diversi stili per rendere prima l’effetto del reportage di Elspeth, poi la corrispondenza con Lilian, l’autobiografia di Paul e i messaggi di Chiyoko: talmente bene che sembra realmente di frugare tra gli appunti della scrittrice.

Approfondimento

In poco più di quattrocento pagine, ho camminato nella foresta dei suicidi rabbrividendo a ogni cadavere nascosto nella neve, ho fatto un tour panoramico tra i tendoni dei predicatori americani pullulanti di aspiranti penitenti in cerca di salvezza e ho camminato tra i bambini abbandonati a se stessi dei sobborghi sudafricani.

Sara Lotz ha un’abilità non comune nel descrivere con pochissime pennellate il quadro completo dell’ambiente e della cultura in cui si muovono i suoi personaggi.

Per me, che poco mi interesso della fine del libro che leggo, è stata una piacevole scoperta: infatti preferisco gustarmi la strada per arrivarci, osservare dove e come vivono i personaggi entrando nel loro mondo, cercare di capire da sola dove vuole andare a parare prima che me lo riveli l’autore. Spesso dimentico proprio come va a finire, probabilmente perché mi delude a tal punto che inconsciamente lo cancello dalla memoria.

La fine de Il Segno, invece, rimette in discussione tutto quello che l’autrice mi ha raccontato prima dell’ultima pagina: un genio!

Vi devo dire altro per convincervi a leggerlo?

Qualcuno ha letto #IlSegno di #SaraLotz? Che ne pensate? Ancora qualche giorno e poi arriverà la nostra #recensione. Intanto possiamo solo farvi vedere questa #citazione. #books #reading #letture #lettura #instabook #libridaleggere #booklover #read #bookporn #bookworm #instabooks #nord #editricenord #nordeditore #nordedizioni #thriller #cinquestelle

Una foto pubblicata da Leggere a Colori (@leggereacolori) in data: 8 Ott 2015 alle ore 01:44 PDT

About Sarah Lotz

Sarah Lotz è una giovane sceneggiatrice sudafricana. “Il Segno” è il suo esordio nella narrativa e si è subito imposto come caso letterario alla fiera di Francoforte, dove è stato acquistato da oltre 20 editori in tutto il mondo.

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