
Terza recensione questa settimana per Paolo Angeli, nuovo disco sempre del 2011, questa volta in duo con la violinista giapponese Takumi Fukushima. Paolo ormai lo conosciamo benissimo, vediamo invece chi è questa signora così coraggiosa da duettare con lui. Takumi Fukushima inizia lo studio del violino all'età di 5 anni a Tokio. Si laurea alla Art University Of Osaka e, completata la formazione classica, continua la sua formazione e ricerca musicale esplorando altri generi musicali: rock, jazz, pop, underground. Nel 1989/90 entra a far parte della band nipponica After Dinner, con la quale svolge tournée in tutta Europa. Il gruppo, guidato dalla cantante e compositrice Haco, propone una musica che ingloba il rock d'avanguardia post-Canterbury, in interazione con musica tradizionale giapponese, elettronica sperimentale, melodie cabarettistiche e musica contemporanea. Nel 91/92 inizia la collaborazione con i Rale - gruppo multietnico (Czech Republic, Japan, France), composto dalla danzatrice Cynthia Phung-Ngoc, Takumi Fukushima, Vladimir Vaclavek e Joseph Ostransky - con il quale incide l'album omonimo (Wolf Music Records). Nel 1993 viene pubblicato Stupeur & Trompette, con il gruppo Armenius (progetto del bassista, cantante e song writer Ferdinand Richard). Nel 94/95 avviene l'incontro con Yolanda Vidal Fernandez ed entra a far parte della compagnia "Kubilai Khan Investigations". Si trasferisce a Montpellier dove instaura una stretta collaborazione nella ricerca musicale degli spettacoli Sol Y Sombra, "Sorrow Love Song" e "Gyrations of barbarous tribes". Contemporaneamente collabora con Massimo Giuntoli (compositore e polistrumentista) al progetto Musici In Complotto e con il gruppo Les Halmas, con cui pubblica Les Halmas Plus One (Rec Rec). Nel ’96 partecipa al progetto Nuove Musiche Dal Teatro Del Faro (di Stefano Giannotti) e forma il duo con il batterista francese Dominique Lentin. Nell’ultima decade va evidenziata la sua militanza con la rock band franco-nipponico Volapuk. Nella musica di questo quartetto si dispongono intrecci e figurazioni complesse, con sorprendenti esiti timbrici dovuti all’incontro inconsueto tra fiati, archi e percussioni. Con i Volapuk, Fukushima produce due cd e si esibisce continuativamente in tutta Europa fino al 2010, anno di scioglimento della band. Insomma un curriculum di tutto rispetto e, soprattutto “trasversale”, l’ideale per un incontro con Paolo Angeli.Il disco è interamente registrato “live” e ascoltandolo non si fatica a capire il perché di questa scelta: i due sono abili improvvisatori, abituati a interagire tra loro su un canovaccio, ho a casa un loro concerto registrato credo un paio di anni fa e ho notato che le basi, le strutture adoperate non erano poi così dissimili da quelle che ascoltiamo nel disco mentre completamente diverso l’interplay tra i due musicisti. Per due persone ogni concerto suonato assieme è sicura fonte sia di nuove idee, sia di un continuo miglioramento nell’improvvisazione e nel linguaggio musicale. In questo disco danno sicuramente il meglio di loro, niente trucchi, niente giochetti, niente facili ammiccamenti che a due persone della loro esperienza risulterebbero tanto facili quanto ai più invisibili. Paolo scatena tutti i suoni che la sua portentosa chitarra riesce a generare, la Fukushima gli tiene testa strapazzando il suo violino e cantando in quel modo dolce che tanta cinematografia giapponese ci ha abituato a sentire. Bellissima la ripresa di Nita. Mi resta solo un dubbio: cosa vuol dire Istunomanika?
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