Recensione di L’estate dei giochi spezzati di Antonio Hill

Creato il 14 luglio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

17 Flares 17 Flares × L’estate dei giochi spezzati Antonio Hill
Pubblicato daMondadori
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Genere:Mistero
Pagine:
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La trama:

Una morte che viene classificata come suicidio. Un ispettore che ritorna ad indagare dopo una grave sospensione disciplinare. Una fitta schiera di personaggi che fanno di tutto tranne che dire la verità su cosa sia davvero accaduto quella notte, in cui Marc Castells muore. Sullo sfondo una calda e torbida Barcellona che non perdona chi si è macchiato di terribili crimini molti anni prima. Famiglie ricche che gestiscono il loro potere usando l’abuso e sfruttando l’omertà. Suspense e mistero arricchiscono una storia che in un’estate come questa vi spezzerà il sonno.

“Ho sei anni, sono al campo estivo e non riesco a dormire perché ho paura. No, non è vero. Quella notte mi comportai da coraggioso: disobbedii alle regole e affrontai il buio solo per vedere Iris. Ma la trovai annegata. Galleggiava in piscina, circondata da una corte di bambole morte.”

L’estate dei giochi spezzati è il romanzo d’esordio di Antonio Hill, autore spagnolo dalle grandi capacità descrittive e narrative. Una storia che apparentemente non introduce nessun elemento nuovo a proposito del genere narrativo di appartenenza: il thriller. Nonostante ciò lo stile fluido e scorrevole dell’autore non fanno traballare una costruzione narrativa perfetta in cui suspense e mistero si mescolano equamente in modo da produrre un ritmo incalzante e piacevole che non lascia indifferenti. La morte di Marc Castells, giovane rampollo di una delle famiglie più benestanti di Barcellona è l’evento scioccante che dà inizio ad una serie di vicende che coinvolgono in primis il protagonista, l’ispettore Salgado e poi tutta una serie di personaggi che fanno da contorno ad una storia inquietante e sorprendentemente capace di incollare l’attenzione dall’inizio alla fine. L’indagine dell’ispettore aiutato da un’avvenente poliziotta, condurrà la storia sulle tracce di un probabile suicidio o addirittura di omicidio senza ancora un colpevole. Marc è morto mentre era in compagnia di due amici e questo crea non pochi dubbi a proposito della loro presunta innocenza. D’altro canto però, la vita del giovane e della sua famiglia nasconde non pochi segreti come quello che riguarda la madre di Marc che lo ha abbandonato quando era ancora piccolo e che adesso pretende giustizia in nome del figlio e forse ancor più per se stessa: “Per sapere qual è la mia colpa e il prezzo che dovrò pagare”.

Marc è un ragazzo con grandi problemi nel relazionarsi con gli altri, con un carattere introverso e complicato e la sua vita piena di lacune sia familiari che emotive rendono la ricerca delle cause della sua tragica fine ancora più difficile per Salgado. Oltretutto l’uomo è allo stesso tempo alle prese con un’altra situazione che lo riguarda in prima persona e che gli è costata la sospensione disciplinare. Antonio Hill non ci risparmia un’accurata descrizione di come vanno le cose nel nostro mondo. La Barcellona di turno che poi potrebbe essere qualunque città illuminata dalla potenza delle classi al potere che decidono in nome dei compromessi e dei soprusi. L’omertà, le bugie, le false amicizie e i dolori fasulli sono i protagonisti non detti di questo thriller che presenta descrizioni ambientali di alto livello e profonde introspezioni psicologiche. Ciò non toglie che non mancano i clichè tipici del genere, come l’ispettore bello e maledetto, con una vita sentimentale disastrata e la tendenza a farsi giustizia da solo che se da un lato carica di stereotipi il romanzo, dall’altra diventa un punto a favore per impreziosirlo, evidenziandone comunque le proprietà narrative. Il punto di forza, a mio parere è il linguaggio usato, capace di rendere i dialoghi reali e credibili, di catturare l’attenzione di chi legge senza annoiare risultando palesemente inventato.

L’estate dei giochi spezzati è un titolo molto particolare che può colpire per la capacità evocativa che hanno queste parole ma è anche strettamente correlato a ciò che nel libro avviene o meglio è avvenuto, soprattutto nei ricordi del giovane morto in circostante sconosciute. La sua vita sembra essere tormentata da una visione che non lo abbandona mai. Un momento che riguarda la sua infanzia, quando aveva sei anni e che lo collega alla morte per annegamento di una bambina chiamata Iris, la cui scomparsa coinvolge le famiglie altolocate di Barcellona. Il suo fantasma contornato da una schiera di bambole diventa l’antagonista impietoso di questa vicenda che ombreggia sulle vite di tutti fin dall’inizio, serpeggiando tra le righe fino al momento in cui la verità vedrà finalmente la luce. Ce ne vorrà di tempo prima che ciò avvenga perché il romanzo è davvero molto lungo ma si legge con piacere. Il finale diventerà un di più dopo aver letto le storie di tutti i personaggi coinvolti, le loro motivazioni e aver assorbito pagina dopo pagina, ogni goccia di ansia e apprensione e aver desiderato di restarne coinvolti ancora di più. Antonio Hill non ci delude, il suo romanzo d’esordio, caso editoriale in Spagna, merita davvero quello che hanno detto di lui: un vero fenomeno.

Antonietta Mirra



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