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Recensione di La famiglia Karnowski di Israel J. Singer

Creato il 03 ottobre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

15 Flares 15 Flares × Recensione di La famiglia Karnowski di Israel J. SingerLa famiglia KarnowskiIsrael J. Singer
Pubblicato daAdelphi
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Biblioteca Adelphi
Genere:Romanzo Storico
Pagine:
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Trama:

Questo romanzo racconta la storia di una famiglia di ebrei nativi della Polonia, emigrati prima in Germania e successivamente in America: sullo sfondo, le due guerre e i mutamenti socio-politici a cui è andata incontro l'Europa nella prima metà del XX secolo.


La famiglia Karnowski è diviso in tre parti, ciascuna delle quali è intitolata con un nome maschile. Il romanzo racconta infatti la storia di tre generazioni della famiglia Karnowski, polacca: la prima è quella a cui appartiene David, che emigra con la moglie Lea in Germania, la seconda è quella di suo figlio Georg, medico di successo che vive la prima guerra mondiale e si trova a dover affrontare, a Berlino, gli anni dell’ascesa di Hitler e la promulgazione delle leggi razziali; la terza parte esamina la terza generazione, impersonata da Jegor, nipote di David: Jegor cresce negli anni più difficili dell’Europa, vive su di sé le prime persecuzione a danno degli ebrei ed emigrerà in America con la famiglia. Attraverso la storia della famiglia Karnowski abbiamo l’occasione per leggere la Storia dell’Europa, e soprattutto della Germania, della prima metà del Novecento secondo un’angolazione diversa dal solito.

La famiglia di David Karnowski è, infatti, ebrea. Questo non è un attributo accessorio: fin dalle prime pagine ci troviamo immersi in un’atmosfera per noi nuova, è necessario fare riferimento più di una volta al glossario posto nelle ultime pagine del libro per raccapezzarci tra tutte quelle parole sconosciute. La lettura La famiglia Karnowski è davvero una full-immersion nella cultura ebraica, e una volta chiuso il libro cresce il desiderio di informarsi, di saperne di più, di colmare le nostre lacune in merito. Potremmo leggere la storia di questa famiglia come un continuo tentativo di integrarsi, di smettere di essere diversi, di tentare di sentirsi a casa, di adeguarsi a nuove usanze senza per questo rinunciare alla propria identità e alle proprie tradizioni. Il primo a giungere in Germania è David, con la moglie Lea: appassionato della Germania, parla un ottimo tedesco e non fatica ad ambientarsi, al punto da rimanere profondamente scosso quando si rende conto che le leggi razziali riguardano anche lui; lo stesso non vale per la moglie, che parlerà un tedesco scorretto tutta la vita e sarà felice solo quando potrà accudire i figli.

Figlio di David è Georg, che dopo un’adolescenza sregolata e un amore infelice sposa Teresa, un’infermiera di fede cristiana: dal loro matrimonio nascerà Jegor, che è forse il personaggio più antipatico ma più complesso dell’intero romanzo. Jegor vive negli anni in cui si diffondono il nazismo e le persecuzioni a danno degli ebrei: di madre cristiana e tedesca, proverà fin dall’inizio una grande avversione verso il padre, “colpevole” di avergli trasmesso l’onta di diverso, che gli ha causato parecchie umiliazioni e tanta insicurezza. Jegor diventa così un ragazzo problematico, pieno di paure, pronto a mostrare con arroganza la sua presunta superiorità nei confronti degli altri, nel continuo tentativo di mascherare quanto in realtà si senta inferiore. A parer mio, come già accennato, è davvero il personaggio più complesso e meglio riuscito dell’intero romanzo: per la prima volta, leggiamo di un ebreo che non vorrebbe esserlo, che vive questa caratteristica come una colpa, che crede alle folli teorie della supremazia ariana e si detesta.

Proprio per questo entra in diretto conflitto col padre, che prima di lui per anni era stato respinto da David in seguito alla sua decisione di sposare Teresa, una donna non ebrea. Oltre al tema della diversità, La famiglia Karnowski ruota intorno al rapporto padre-figlio e uomo-donna: al centro della vicenda ci sono sempre figure maschili, alle prese con le donne e con i propri figli maschi. C’è conflitto, c’è rabbia, c’è orgoglio tra padri e figli, ma c’è anche speranza, affetto, accettazione: e nel finale aperto leggiamo proprio un messaggio di speranza, di riavvicinamento, di pace. Oltre a tutto quello che ho scritto, La famiglia Karnowski presenta una prosa affascinante, mai noiosa: credo proprio di aver appena finito di leggere (e recensire) un capolavoro.



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