Recensione di La felicità delle suore di Daniela delle Foglie

Creato il 01 ottobre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:Daniela delle Foglie
Pubblicato da:MondadoriCollana:
Genere:Umoristico
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Maddalena è una ragazza di 26 anni che sta per laurearsi presentando una tesi sul porno, nonostante il suo contatto, volente ma soprattutto nolente, con la Chiesa. Educata all'ombra di un Dio misericordioso, cerca la propria felicità, quella stessa felicità che ha sempre visto negli occhi delle tanto odiate suore. Ma trova Simone.



Simone è completamente spiazzato. “Non ho mai visto un porno” è l’unica cosa che riesce istintivamente a dirle. “Be’, io non ho mai visto Dio, quindi siamo pari…”.

Maddalena porta un nome importante, specialmente se si sta a contatto 24 ore su 24 con il mondo del cattolicesimo. E non per sua volontà, sia chiaro, ma solo perché è quello che le ha riservato la vita: la sua famiglia è composta dal padre Carlo, psicoterapeuta dalla fede smisurata a stretto contatto con i più noti volti della politica e della Chiesa; Grazia, la madre col disturbo ossessivo-compulsivo che, in un baleno, passa dall’alzarsi al sedersi per pregare, alle ripetizioni di esercizi in palestra; Gabriele, fratello giusto ma figlio sbagliato, leader di una coverband dei R.E.M, nella quale crede con tutto se stesso, e pronto a trasgredire truccandosi gli occhi coi glitter.

Maddalena, educata dalle suore che odia, ma invidia, per quella felicità che hanno negli occhi, odia le stelle di Natale, odia il proprio corpo imperfetto, odia quel Dio col quale è stata costretta a vivere e al quale si è abituata a parlare da piccola, ma dal quale non ha mai ricevuto una risposta quando ne ha avuto bisogno. La rappresentazione di tutta la purezza di una bambina, cresciuta a ostie e penitenze, si concentra in un pupazzo di Gesù che ancora tiene sul proprio letto, al quale ancora parla, tra un video su YouPorn e un capitolo della propria tesi di laurea dedicato alle porne e alle relative storie. Ma la passione per il porno è frutto di una sessualità repressa dall’educazione? No, tutt’altro. Maddalena ha trovato nel porno il proprio feticcio, la rappresentazione di un ideale che da sempre insegue: quello della libertà. L’amore per il porno scaturisce dalla concezione che Maddalena ha del porno stesso, che vede e interpreta come un atto di piena libertà da parte degli attori e delle attrici che svolgono il proprio lavoro, che mostrano l’amore per il proprio corpo anche se non è perfetto per gli standard della modernità, ma che è perfetto per gli standard della felicità personale. Felicità che scorge in Simone, perfetto ragazzo cattolico che si innamora di lei considerandola una sorta di missione: Maddalena, dal primo momento che lo incontra, in una circostanza nella quale sembra che il ragazzo sia esattamente la risposta divina che da tempo aspettava, mette in chiaro che il porno, per lei, è molto più che una semplice passione. È quasi una filosofia, se vogliamo metterla in questi termini. Per Simone sacrifica la sua personalità, provando a cercare quel Dio in cui, in fin dei conti, tutti, una volta o l’altra, cerchiamo di trovare in una risposta, in un terno al lotto, in un sorriso. Per Simone torna in chiesa, si astiene dal sesso, regala, addirittura, una stella di Natale ai suoceri. Per Simone fa tutto questo e grazie a Simone affronta l’epifania che da tempo sperava di dover affrontare, che la porta a una crescita personale e a conferme che, fino alle ultime pagine del libro, non ci aspettiamo.

La felicità delle suore è un romanzo molto piacevole da leggere, narrato attraverso uno stile giovanile ed estremamente social. Tra Whatsapp e hashtag, Daniela delle Foglie riesce ad aprire un varco molto interessante sul mondo della fede, che curiosamente finisce per scontrarsi col mondo del porno, grazie a una serie di eventi molto avvincenti e piacevoli da scoprire. È un libro che si lascia divorare, pagina dopo pagina, in una maratona di pensieri e idee che affiorano nella mente del lettore: ironia e disperazione si abbracciano l’una all’altra per tutto il racconto, adatto a chi ama il genere chick lit ma anche a chi vuole trovarsi faccia a faccia con riflessioni presentate in un modo innovativo, fresco e geniale.

Approfondimento

La passione di Maddalena per la pornografia incuriosisce: non si tratta di una specie di feticismo o vouyerismo, né di una perversione o di una deviazione sessuale di alcun genere, cosa alla quale spesso e volentieri viene associato il mondo del porno. Si tratta di curiosità e passione per un mondo ben più vasto e molto più antico di quanto, in realtà, si potrebbe credere, se si considera la Venere di Willendorf come una delle rappresentazioni più antiche di un corpo nudo, con quasi 25.000 anni sulle spalle.

La parola pornografia comparve per la prima volta sul dizionario inglese nel 1857 e la definizione recitava: “scritture riguardanti prostitute”. Alla seconda metà del 1800 risale, invece, il primo film pornografico, per la precisione nel 1896 Thomas Edison col suo The Kiss sconvolse i cinema dell’epoca, ma fornì una spinta molto forte ai produttori che decisero di osare ulteriormente: i cosiddetti Stag Film, dei primi anni del ‘900, erano autentiche (e illegali) riprese di atti sessuali amatoriali e fino al 1968 ne sono stati prodotti all’incirca 2000. Tra accuse e condanne per chi produceva o vendeva film pornografici, la Danimarca, nel 1969, fu il primo Paese d’Europa a considerare la pornografia legale. Ciò che ha rivoluzionato il mondo delle pellicole per adulti è stato internet, che ha reso accessibile un mondo di video hot, spesso girati tra le mura di casa grazie alle nuove tecnologie come smartphone e videocamere, a tutti gli internauti del World Wide Web. Anche alla nostra Maddalena.

Steva

About Daniela delle Foglie

Daniela Delle Foglie è nata a Bari nel 1983 e cresciuta tra Milano e Roma. Si è laureata in comunicazione e produzione culturale e ha conseguito il Master in scrittura e produzione per la fiction e il cinema dell’Università Cattolica di Milano. Ha scritto di televisione americana su diverse testate giornalistiche. Dopo l’esperienza da story editor, oggi lavora come sceneggiatrice di serie televisive, tra cui Don Matteo e Che Dio ci aiuti.