Recensione di La stella nera di New York di Libba Bray

Creato il 17 ottobre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

14 Flares 14 Flares × Voto:
Informazioni sul libro
Titolo: La stella nera di New York Libba Bray
Pubblicato da:Fazi
Collana:Lain
Genere:Young Adult
Formato e pagine:
Social:Goodreads
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Trama:

New York, anni ’20. Evie O’Niell si trasferisce a casa di suo zio Will, curatore del Museo americano del Folclore e della Superstizione. Con l’arrivo nella città, non solo conoscerà il mondo sfolgorante e travolgente del jazz, dello shopping e del cinema, ma anche quello più oscuro ed inquietante dello spiritismo, quando involontariamente si troverà coinvolta in una serie di omicidi che avranno come protagonista il terribile John il Malvagio.



La stella nera di New York di Libba Bray è un romanzo straordinariamente unico, che si lascia ricordare anche oltre la lettura per lo stile e la trama inconfondibili, rendendolo una delle migliori letture che abbia mai fatto. New York fa da sfondo alla storia di Evie O’Neill, una giovane ribelle che viene allontanata dai genitori e dalla cittadina di provincia nella quale vive, per trasferirsi a casa dello zio Will, direttore del Museo americano del Folclore, della Superstizione e dell’Occulto. L’atmosfera nella quale Evie vive, è carica di fascinosa oscurità e intrigante mistero. Conosce molti ragazzi, ognuno con una personalità particolare ed indefinita che l’aiutano, senza volerlo, ad addentrarsi in un mondo apparentemente normale, nel quale però si celano terribili segreti.

La storia creata da Libba Bray è entusiasmante ma soprattutto abbastanza inquietante da lasciarti addosso un continuo senso di oppressione e di sottile paura. La vita della protagonista viene improvvisamente sconvolta dal coinvolgimento in una serie di omicidi che stanno macchiando la Grande Mela e per la risoluzione dei quali, la polizia ha richiesto l’intervento specifico dello zio in quanto esperto di misticismo e folclore. Sono omicidi molto strani che hanno a che fare con lo spiritismo e il satanismo più efferato. E sarà proprio grazie a questa occasione che Evie potrà finalmente capire l’importanza del dono che custodisce dentro di sé fin da bambina: scoprire tutto riguardo ad una persona, semplicemente toccando un oggetto che gli appartiene. Questa facoltà paranormale l’aiuterà palesemente nella risoluzione degli omicidi e contribuirà a rende la trama ancora più intricata ed imprevedibile. L’autrice riesce in modo magistrale a creare una storia carica di dettagli, dove le vicende sono approfondite fin nei minimi particolari e dove nulla è lasciato al caso.

L’intero romanzo spicca per originalità e conquista fin dalle prime pagine. Nonostante ci siano una miriade di personaggi, ognuno con un ruolo specifico, le vicende non perdono mai di interesse e l’attenzione del lettore è costantemente tenuta alta dall’intreccio e dalla suspense. In una realtà dove il confine tra sacro e profano è labile e dove la divinazione e lo spiritismo sono all’ordine del giorno, sulla scena appaiono figure altamente pericolose per le loro straordinarie potenzialità. Evie non è l’unica a possedere un dono ma anche altre creature si aggirano tra le strade di quella meravigliosa città e vengono chiamati i Divinatori, tornati dai loro nascondigli oscuri per combattere un male che non conosce rivali. Il nome di colui davanti al quale tutti gli uomini tremano e muoiono come testimoniano i numerosi delitti che lo vedono come unico ed imponente serial killer: John il Malvagio.

La cui eco si diffonde in una New York che non è mai stata così nera, cupa e avvolta da nebbie tetre ed asfissianti. La paura troneggia nel cuore degli uomini perché tutti sanno che un’entità superiore è giunta per condurre il mondo sull’orlo di un baratro dal quale risale solo l’abisso, accompagnato da questa terribile cantilena: “John il Malvagio, John il Malvagio fa il suo lavoro adagio, adagio. Ti taglia la gola e ti strappa gli ossetti, poi se li vende per due spiccioletti…” Paura, vero? Spavento e fascino sono il connubio ideale di un romanzo che non si dimentica facilmente.

Antonietta Mirra



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