Recensione di La strana biblioteca di Murakami Haruki

Creato il 08 gennaio 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori


Titolo: La strana biblioteca

Autore: Murakami Haruki

Pubblicato: Dicembre 2015 da Einaudi

Formato: Copertina Rigida Pagine: 80

Giudizio sintetico:

Il macabro racconto di un ragazzo che entra in biblioteca e in una qualche maniera ne viene intrappolato nei suoi sotterranei. Un carnefice, un compagno di cella e una donna evanescente lo confonderanno, lo incoraggeranno e lo guarderanno studiare dei vecchi libri. Lo studio per la libertà.

Murakami Haruki ha la capacità di risucchiare il lettore in un mondo tutto suo, fatto allo stesso tempo di parole e immagini. Pur nella lentezza dei suoi testi, le lettere si susseguono una all'altra nella mente di chi legge come un torrente primaverile, senza lasciare spazio al pensiero. Lasciarsi trasportare dalla corrente è forse la soluzione migliore quando si tratta dei suoi libri. Una strana biblioteca non fa eccezione.

Il protagonista del libro è un ragazzo, uno studente particolarmente curioso e amante dei libri. Quel giorno deve appunto andare in biblioteca per restituirne alcuni. Arrivato al banco, chiede di averne degli altri e la bibliotecaria lo manda alla stanza 107. Fin qui niente di strano. Dopo un percorso tortuoso all'interno della biblioteca arriva alla stanza indicatagli, dove lo attende uno strano personaggio, o forse, più che strano, inquietante.

[...] un vecchio piuttosto basso, aveva la faccia coperta di piccole macchie nere, come tanti moscerini. Era calvo e portava gli occhiali dalle lenti spesse. La sua calvizie non era uniforme. Tutt'intorno al cranio gli crescevano ciuffi di capelli bianchi ritorti, che facevano pensare a un bosco dopo un incendio.

Il ragazzo, profondamente a disagio dall'ambiente e da chi si trova davanti, non sa più come uscirne, e l'unica soluzione a cui pensa è di proseguire nell'intento che l'ha portato lì: chiedere nuovi libri. Strano però è l'argomento che gli viene in mente: la riscossione delle tasse nell'impero ottomano. Dopo faticose ricerche, lo strano bibliotecario ritorna con dei vecchi tomi polverosi, che non possono essere portati all'esterno della biblioteca. Con questa scusa l'uomo porta il ragazzo in quella che dovrebbe essere una sala di consultazione ma che subito si rivelerà essere una cella. L'unico modo per il ragazzo per uscire da lì è imparare a memoria quei libri e saperli spiegare. Solo la conoscenza potrà liberarlo dalla sua prigione.

Un racconto breve come ce ne sono stati altri nella lunga serie di pubblicazioni che hanno come autore Murakami Haruki, ma che come gli altri coinvolge il lettore come un grande romanzo. Anche grazie alla sapiente mano di Lorenzo Ceccotti, l'illustratore autore delle immagini che si trovano nelle pagine del libro, siamo in grado di apprezzare il libro su più piani sensoriali.

Approfondimento

Un testo a metà strada tra un libro fantasy e un thriller, tra un noir e un albo, La strana biblioteca è un altro titolo importante nella produzione di Murakami Haruki. Con questo autore il numero delle pagine non ha importanza, perché ogni parola vale per 100 (anche grazie ai suoi traduttori per l'italiano, Antonietta Pastore e Giorgio Amitrano).

Impreziosito da una carta patinata per l'interno e da una copertina rigida per l'esterno, La strana biblioteca spicca di sicuro nella collezione che un appassionato dell'autore potrebbe avere in casa. Per non parlare delle immagini, quelle di Lorenzo Ceccotti, che catturano le parole scritte sulla pagine in istantanee scure, tenebrose e con un unico tocco di colore che si ripete sempre: un particolare in rosso. Una piuma, una chiave, delle macchie. Un filo rosso come quello di Arianna che ci permette di seguire il protagonista nelle viscere di questa strana biblioteca, fino al punto in cui si perderà e verrà rinchiuso nella cella più buia e nascosta. Ma sempre quel filo rosso potrà forse aiutarci, potrà darci la forza di andare avanti con la lettura per sapere cosa succederà. Ci darà la forza di affrontare dei mostri, dei pericoli e delle paure. Forse addirittura le nostre stesse paure.


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