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Recensione di Le scarpe appese al cuore di Ugo Riccarelli

Creato il 25 giugno 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

10 Flares 10 Flares × Recensione di Le scarpe appese al cuore di Ugo RiccarelliLe scarpe appese al cuoreUgo Riccarelli
Pubblicato daMondadori
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Oscar contemporanea
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:

Intenso racconto fatto di video clips sul cui sfondo vi son costellate sistematicamente figure del nucleo familiare con persone comuni. Un crogiolo di sentimenti ambientato all’interno della Corte dei Miracoli di Harefield. Medici, infermieri, degenti mescolati con le figure materni, figliali, paterne, fraterne e muliebri, il tutto per estrapolare dalla memoria il momento in cui Ugo si è deciso a scendere dentro se stesso a salutare il suo cuore, a raccomandargli di non preoccuparsi “You’ll have got a new life “.

Mi sento in imbarazzo a parlare di un indicativo marchiante tassello di vita altrui, dell’esperienza del trapianto organi, delicata anche da un punto di vista etico morale. Per questo motivo voglio per questa volta impersonare un ruolo a me scomodo, piuttosto inusuale ahimè e ahi voi per una logorroica esasperante come la sottoscritta. Mi voglio imporre un’esperienza che mi riempia il vuoto di senso, quel certo non so che, il quale in certi momenti si può confondere con terminologie pessime come atarassia o malinconia.

Regola numero uno: trasformarlo in risorsa perché è un fulmine a ciel sereno, sintomo di una bulimica necessità vitalistica. Mi limito, quindi a far spazio dentro di me, a liberarmi del mio ego ma nello stesso tempo a entrare in empatia col testo, eseguendo una sfaccettatura momentanea introspettiva, per dedicarmi a un’arte a me quasi sconosciuta: l’ascolto puro dell’altro. In questo contesto è un compito piuttosto facile. Ugo Riccarelli, scrittore torinese vincitore d’innumerevoli premi tra cui nel 1998 un Selezione Campiello e nel 2007Premio Campiello Europa, sebbene se ne sia andato in punta di piedi, in silenzio e senza far rumore il 21 luglio 2013, nel romanzo edito dalla Mondadori, Le scarpe appese al cuore, Premio Chianti 1996, è la voce narrante quanto mai presente in maniera onnisciente, molto caratteristica e scorrevole, con flussi di coscienza marcati su senso della vita.

Per questo motivo, influenzata positivamente da conoscenza della sua biografia, mi è naturale immergermi in uno stato quasi onirico, dove la figura dell’autore- protagonista della storia Le scarpe appese al cuore è un essere indefinito, evanescente, oserei dire angelico. Seppur mi renda conto che l’ultimo termine di paragone risulti un azzardo, trapelando dalle parole e pensieri presenti nel racconto la laicità di Ugo Riccarelli, ma … però … oh ragazzi!… a questo punto,voglio farmi il mio sogno,e che trip mentale sia! . Ingentilita la narrazione da armoniosi pensieri buttati giù in forma epistolare poetica elegante ricca anche di sostanza, indirizzati all’ex-moglie, al padre e soprattutto, la più tenera, alla figlia mi lasciano quella meravigliosa sensazione di scioglimento a livello del plesso solare come direbbero gli olistici, un benesserericonducibile al famoso dilemma voglio trovare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l’ha… e d’ascoltatrice mi nutro di esperienze appaganti altrui. Grazie Ugo… R.I.P.

Zarania



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