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Recensione di Racconti in sala d’attesa di autori vari a cura di Cristina Zagaria

Creato il 18 settembre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

24 Flares 24 Flares × Recensione di Racconti in sala d’attesa di autori vari a cura di Cristina ZagariaRacconti in sala d’attesaCristina Zagaria
Pubblicato daCaracó Editore
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Cosmi
Genere:Racconti
Pagine:
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Trama:

Racconti in sala d’attesa a cura di Cristina Zagaria raccoglie insieme ben dodici racconti scritti da altrettanti autori e nasce con l’intento di vincere il tempo mentre si aspetta. Un tempo effimero che ci lascia sospesi in attesa di chissà quale evento e ci fa compagnia questo libro con le brevi e intense storie raccolte al suo interno.


Spesso capita di imbattersi per caso in libri che mai si sarebbero acquistati ma il solo fatto che ci sono stati donati, acquistano senza volerlo un grande valore. Questa è la premessa di Racconti in sala d’attesa a cura di Cristina Zagaria storie brevi per vincere il tempo. Il tempo? Ma di quale tempo stiamo parlando? Del tempo lunghissimo che spesso ci ritroviamo a vivere mentre attendiamo un risultato importante, mente aspettiamo notizie di un parente ricoverato, mentre attendiamo per eseguire accertamenti o semplicemente mentre facciamo compagnia a qualcuno che aspetta.

Quel tempo è sempre tanto lungo e tanto lento, sembra non passare mai, sembra quasi sospeso e rimaniamo in una dimensione che poco ci permette il contatto con la realtà. Siamo noi e il tempo…il tempo di attesa. A questo proposito gli autori hanno pensato al modo migliore per riprendere i contatti con quella realtà che ci sfugge per quanto siamo assorti e rapiti dall’attesa interminabile. Nascono dodici racconti,ciascuno con la sua storia come “CR7” scritto da Elisabetta Bucciarelli che potrebbe sembrare il nome di una navicella spaziale ma altro non è che la storia di una vittoria, di chi crede di volercela fare e con determinazione non si arrende. E c’è la storia de “L’uomo che dorme” di Luigi Romolo Carrino, un giro di prostitute dietro una vendita all’asta. Misteri, menzogne, intrighi e truffe che lasciano senza fiato. “Il tappo del 128” di Maurizio de Giovanni, ovvero un viaggio a bordo dell’autobus 128 nella Napoli degli anni ’70, in cui si leggevano e vendevano libri usati e le scarpe non si gettavano ma si risuolavano.

Un racconto simpatico e ironico. “Otto” di Patrick Fogli che racconta una semplice storia d’amore, piccole gioie, grandi valori, la fiducia, il rispetto. Una storia di amore verso la vita. “Come diventare una quarantenne con i tacchi e vivere felice” di Gabriella Genisi, adatto a tutte le donne che adorano le scarpe. Il segreto del proprio successo e del sentirsi vivi può nascondersi in un paio di scarpe. “Questi fiori per te” di Andrej Longo, una vita di corsa senza soste per guardare la vita, ma è sufficiente una fisarmonica per farci ritornare alla mente l’essenza della vita. “Storie di un tempo malato” di Giuseppe Lupo, in una città senza nome, spariscono tutti i riferimenti di spazio e tempo e governa una strana forma di follia. Un tempo che sembra non esistere più. “Non è mai troppo tardi” di Emilia Marasco, nasce una forma di amore paradossale e complice per la protagonista che gira per le città senza fissa dimora. “The last day on earth” di Marco Marsullo, un’ultima bottiglia di birra dovrà combattere per la sua sopravvivenza dopo essere rimasta sulla terra dopo la fine del mondo.

“Quarta parete” di Antonio Paolacci, l’incontro di due giovani su un palcoscenico. Illusioni e rabbia della giovinezza. “Rogna di attore” di Patrizia Rinaldi, racconto di un attore che osserva gli accidenti che gli hanno impedito di seguire la sua passione lavorativa, gli imbrogli subiti e le promesse non mantenute. “Trentadue centimetri” di Cristina Zagaria, una storia vera, uno scambio di persona, una tragedia e la grande forza di volontà. Una storia che pone la vita al di sopra della morte e fa vincere il bene sul male. I Racconti in sala d’attesa vi aiuteranno non solo a vincere il tempo ma anche a compiere una buona azione poiché i diritti di autore saranno devoluti ad un progetto culturale destinato agli ospedali italiani, quindi almeno per una volta non sfuggiamo al tempo ma viviamolo, anzi “leggiamolo”!

MJ



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