Recensione di Serenade di Heike Matthiesen, 2013

Creato il 09 settembre 2013 da Empedocle70

Sembra quasi incredibile parlarne oggi come oggi, ma provate a pensare a un mondo dove non esiste musica registrata, non solo niente i-Pod o mp3 o Spootify, ma neanche niente dischi, niente di analogico, neanche un 33 giri. L'unico modo per poter ascoltare la musica è trovare qualcuno che la suoni .. andare ai concerti. Oppure mettersi a suonare. Siamo tra la fine del settecento e l'ottocento, periodo d'oro della musica romantica e dello sviluppo dell'opera. E molti compositori .. diciamo che colgono la palla al balzo, cercando di unire il suono dolce della chitarra classica con le migliori melodie dell'opera, trascrivendo e adattandole per la la sei corde.
E non solo musiche operistiche ma anche altro repertorio per altri strumenti. Jaques Attali scrive nel suo "Noise" che proprio in questo periodo, guarda caso nasce l'editoria musicale e si impone la necessità di una regolazione del copyright per proteggere i diritti d'autore.
Ma perché ne parliamo? Perché questo cd intitolato "Serenade" e suonato magistralmente dalla brava chitarrista Heike Matthiesen sembra proprio cogliere e afferrare quel particolare periodo musicale.
Le musiche suonate sono tutte trascrizione operistiche ad opera di Johan Kaspar Mertz, Francisco Tarrega, Anton Diabelli, Joseph Kreutzer, Simon Molitor, Jan Nepomucem de Brobrowics e Jose Ferrer. Mozart, Schubert, Beethoven gli autori originali più trascritti e il Don Juan l'opera più trascritta.
Davvero una bella registrazione, il repertorio è piacevole e "risuona" nelle orecchie di un italiano con le sue melodie a cui viene spontaneo collegare le arie operistiche, Heike Matthiesen riesce a infondere la giusta vena romantica e intimistica senza cadere nelle trappole di un facile manierismo. Da assaporare con calma.

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