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Pubblicato daBookSprint
Data pubblicazione in Italia:
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Genere:Chick LitSentimentale
Pagine:
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La trama:
Saint Flower City, Connecticut. Roxanne, barista ventottenne, vive la sua vita tra cocktail, amiche e confidenze. La sua serenità, però, sarà presto turbata dall'insolito corteggiamento di un suo cliente neo-divorziato, Robert. Può l'amore vincere ogni cosa o le difficoltà avranno la meglio sul sentimento?
Saint Flower City, Connecticut. E’ il 2011 e la ventottenne Roxanne si è trasferita da qualche tempo nella bella casa che sua nonna le ha lasciato in eredità. Abituata alla vita in città, la quotidianità del piccolo quartiere, con i vicini di casa anziani che cucinano per lei e le regalano torte, è quanto di più insolito ci si possa aspettare. Tuttavia, Roxie è felice nella sua nuova vita, soprattutto da quando lei e la sua migliore amica Daisy hanno aperto un bar che non è mai a corto di clienti. Daisy è una mamma single e, per questo motivo, è Roxie colei che trascorre la maggior parte del tempo dietro il bancone, servendo cocktail e caffè a una clientela estremamente eterogenea: dai vecchietti che la ragazza ama coccolare con un bricco di panna al mattino fino alle comitive di giovani alla sera, il bar è sempre affollato. Tra i clienti abituali c’è Robert, un bel ragazzo non più giovanissimo e con una più che evidente fede all’anulare della mano sinistra. Roxie vive la sua vita quotidiana priva di scossoni e attraversa le giornate con serenità. Ama la musica, in particolar modo i capolavori degli anni Ottanta, e con la musica colma i vuoti della sua esistenza: primo fra tutti i vuoti, quello dell’assenza di un uomo che la ami e che sia da lei riamato. Ed è così che, improvvisamente, Roxie scopre di essere attratta da Robert. Da un giorno all’altro, senza alcun motivo apparente, il ragazzo inizia a punzecchiarla, a prenderla in giro, e lei comincia a provare un leggero senso di imbarazzo ogni volta che lui si avvicina al bancone o le sfiora un braccio. Quando, poi, la ragazza nota che la fede è magicamente scomparsa dall’anulare sinistro di Robert, la situazione inizia a complicarsi. Una birra in più dopo l’orario di chiusura, qualche chiacchiera ed è amore. Improvvisamente, imprevedibilmente amore. Tuttavia, nessun amore è davvero semplice da vivere e la storia tra Roxie e Robert non è da meno. Tra imprevisti, fantasmi dal passato e brucianti delusioni, i due si ritroveranno a lottare per difendere il loro amore dalle incertezze e dagli artigli della vita quotidiana.
Ciò che mi ha maggiormente colpita, in questo romanzo, è la sostanziale correttezza ortografica che, aimè, è difficile trovare nelle opere degli autori emergenti. Barbara Covacevich, invece, sa perfettamente come muoversi nei meandri della lingua italiana e lo fa senza incespicare mai, offrendo a chi legge una lettura piacevole, scorrevole, priva di fastidiosi refusi. La storia di Roxanne (il cui nome deriva dalla celebre canzone omonima) non è particolarmente originale in sé, eppure l’autrice riesce a tenere il lettore avvinto alle pagine attraverso la simpatia della voce narrante. Roxie è un personaggio divertente, a tratti simile alla celeberrima Bridget Jones, ed è facile per chi legge (soprattutto se si tratta di una donna) immedesimarsi con lei e comprenderne gli stati d’animo.
Stando al plot, il romanzo potrebbe essere diviso in tre parti: vita da single – innamoramento – conseguenze dell’amore. A mio parere, la parte più spassosa è sicuramente la prima, ricca di riflessioni sulla vita, sugli affetti, sulla famiglia. L’amicizia tra Roxie e Daisy è descritta perfettamente in tutte le sue sfumature e ad essa viene dedicato il giusto spazio. La nota più positiva di questo romanzo consiste proprio nella capacità dell’autrice di non parlare soltanto di amore, bensì anche della complessità dell’amicizia tra donne, della stanchezza che deriva da un’intera giornata di lavoro in un bar, della forza interiore di una mamma-lavoratrice (Daisy) che continua ad intraprendere una relazione sbagliata dopo l’altra. Sostanzialmente unica non è affatto un romanzetto rosa da sottovalutare: al suo interno ritroviamo temi e spunti di riflessione degni di nota. La bravura della Covacevich consiste nel trattare temi complessi con quella “leggerezza” che Calvino esaltava nelle Lezioni americane e che non ha nulla da spartire, naturalmente, con la banalità. I personaggi principali – Roxie, Daisy, Robert – sono ben approfonditi psicologicamente: operazione non facile se si considera che la voce narrante è Roxie e che, spesso e volentieri, ho letto romanzi in cui l’io narrante riesce ad esprimere soltanto la propria interiorità, riducendo gli altri personaggi a semplici comparse bidimensionali. L’autrice riesce a evitare abilmente questo pericolo, dedicando ad ogni personaggio il suo spazio nella narrazione.
Molto interessante è anche l’ambientazione: Saint Flower City è una città meravigliosa, perfettamente descritta. La scena dei vicini di casa che bussano alla porta di Roxie con in mano il sacchettino del pranzo è colma di tenera dolcezza, così come è resa magistralmente la vita caotica del bar, i rumori, le risate dei clienti, le pinte di birra ghiacciata allineate sul bancone. La capacità descrittiva dell’autrice è uno dei punti fermi di questo romanzo, così come lo è l’equilibrio nella narrazione: lo spazio dedicato a inizio-clou-fine è ben distribuito e ogni parte della vicenda ha la sua importanza.
Dal punto di vista stilistico, sebbene la prosa della Covacevich risenta ancora un po’ dell’immaturità tipica dei romanzi d’esordio, il libro si caratterizza per vivacità, simpatia, divertente riflessione sul sé e sul mondo intorno. La voce narrante – Roxie – è pregna di quella “leggerezza” di cui ho già parlato e accompagna il lettore sino all’ultima pagina con una scrittura giovane e fresca. Consiglio questo romanzo a chi ha voglia di leggere un romance sui generis, divertente come Bridget Jones e – aspetto per me importantissimo – scritto in un italiano perfettamente corretto.