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Pubblicato daMondadori
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:I Romanzi Classic
Genere:MisteroSentimentale
Pagine:
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Il libro su Goodreads
La trama:
Maggie Johnson vive nella Carolina del Sud e ha il dono della Vista fin da bambina. Nei suoi sogni appaiono stralci di futuro, oltre a un ragazzino che lei ha chiamato Lupo, divenuto negli anni un temibile guerriero. E quando la vita di Maggie viene distrutta, è lui la sua unica speranza. Nelle Highlands scozzesi Andrew MacDonnell è stregato dalla visione di colei che dall’infanzia popola i suoi sogni, e che ora è una donna bellissima. Quando la guerra devasta le sue terre, portandogli via tutto, Andrew decide di partire per il Nuovo Mondo e di cercarla. Perché è convinto che ritrovarsi nella realtà rappresenti l’unica possibilità per dare un senso alle loro vite.
Sotto lo stesso cielo è il romanzo debutto di Genevieve Graham,edito da Mondadori per la serie Romanzi Classic. Innanzitutto devo ammettere che non è stato facile riordinare le idee dopo questa lettura,mi è piaciuto ma non fino in fondo. Ci sono senz’altro lati postivi,ma purtroppo altrettanti negativi. Partiamo dall’inizio. I due personaggi principali sono Maggie che vive con la madre e le sorelle nel South Carolina e Andrew,eroe guerriero delle Highlands scozzese. Maggie ha il dono della “Vista”,ereditato dalla nonna che fu per questo accusata di stregonerie e uccisa. Grazie a questo dono riesce a vedere stralci di futuro,piccoli visioni di ciò che accadrà,sia cose belle che presagi orribili. L’unica visione piacevole e costante nella sua vita è quella di Lupo,giovane e affascinante guerriero,che si scoprirà più tardi essere Andrew. Maggie e Andrew sono cresciuti insieme,si sono “visti” nei loro sogni così tanto da conoscersi e amarsi nonostante un oceano che li separa e sono sempre più convinti che un giorno,prima o poi,potranno stare insieme in modo vivo e reale come hanno sempre desiderato (“abbastanza vicini da essere una mente sola,abbastanza lontani da non percepire mai il contatto con l’altro. Eravamo ciò che eravamo sempre stati”). Nel frattempo accadono disgrazie terribili ai due protagonisti (scene di violenza sessuali che si susseguono,nel caso di Maggie,un vero strazio per il lettore, impotente di fronte a scene che fanno veramente accapponare la pelle). I due cercano di farsi forza a vicenda “telepaticamente”,essendo l’uno punto di riferimento dell’altro,unico motivo per continuare a lottare,a vivere,a respirare. Sicuramente molto poetico,ma il riferimento temporale in questo caso non viene minimamente preso in considerazione: sappiamo che Maggie nasce nel 1730,ma tragedia dopo tragedia perdiamo il senso del tempo. Sbalzi temporali troppo repentini ci fanno perdere l’orientamento . Quanti anni hanno ora? Quanto tempo è passato? Questa divisione tra il punto di vista di Maggie e quello di Andrew crea una sorta di muro,mostrando al lettore una serie di eventi separati e mai una visione di insieme. Così come la caratterizzazione dei personaggi. La storia è sempre mostrata dal punto di vista dei due protagonisti,a cui sembra non interessare altro che potersi incontrare nella realtà. Nonostante questo,per più di metà racconto sono presenti altri personaggi il cui passato viene appena accennato senza preoccuparsene mai troppo. Ad esempio Janet,intrepida e coraggiosa ragazza,pronta a lasciare la sua famiglia per un futuro migliore e Ian,personaggio che ho apprezzato tantissimo,valoroso guerriero che accompagnerà Andrew nel suo viaggio,proteggendolo e aiutandolo. Anche l’intero viaggio in mare,che avrebbe potuto essere epico e grandioso,sembra venire spazzato via,liquidato in poche pagine. Un vero peccato,dal momento che le descrizioni paesaggistiche mi sono sembrate senz’altro il punto di forza della narrazione,di gran lunga superiori ai dialoghi,radi e brevi (per fortuna aggiungerei) che ho trovato decisamente troppo forzati e irreali.
Stessa trascuratezza di dettagli avviene nella parte riguardante Maggie,che trascorrerà gran parte della storia con gli indiani Cherokee,punto di svolta per la sua vita. Mi sarebbe piaciuto sapere di più, vedere in concreto qualche insegnamento che la saggia Waw-Li fornisce a Maggie; dopo tutto il tempo passato con i Cherokee ci si aspetterebbe che avesse imparato quantomeno a interpretare meglio le sue visioni,che rimangono invece sempre confuse e incomprensibili.
Ma veniamo ora al vero tasto dolente: il finale. Tralasciando quando come e perché il gruppo di Andrew riesce a trovare quello di Meggie (un po’ forzato e non molto credibile),perché optare per un finale così scontato? Trattandosi di una trilogia mi sarei aspettata qualcosa di diverso. Oltre a essere fin troppo banale e sdolcinato,mi è sembrato totalmente in contrasto con il resto del racconto. Non solo non viene chiarito nessun dubbio,ma il resto dei personaggi a cui ti eri affezionato durante il racconto viene semplicemente messo da parte,focalizzandosi unicamente sui due protagonisti.
In conclusione,credo che l’intento dell’autrice di creare un’opera a metà tra il romanzo storico-avventuroso e la classica storia d’amore,abbia in questo primo lavoro un buon inizio,nonostante ci sia ancora un gran potenziale inespresso. I dettagli e le sfumature che vengono semplicemente messe in ombra,potrebbero essere sviluppate in qualcosa di più,in modo da trasformare davvero questo romanzo da mediocre a straordinario e mozzafiato.
Viola Marchetti