Recensione di Supplica degli stampatori e dei libraj d’ Italia al Papa Pio VI per il libero smercio dei loro libri

Creato il 16 settembre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

13 Flares 13 Flares × Supplica degli stampatori e dei libraj d’ Italia al Papa Pio VI per il libero smercio dei loro libriPubblicato daPasserino
Data pubblicazione in Italia:
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Genere:Documento storico
Pagine:
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Trama:

Documento storico incentrato sulle argomentazioni più valide per consentire in Italia la libera pubblicazione dei libri. Siamo nel 1785 e, un autore a noi oggi sconosciuto, supplica Papa Pio VI di abolire l’ Indice dei libri proibiti e chiede, formalmente, l ‘uguaglianza delle leggi contro la censura in tutto il mondo e la libera pubblicazione di tutte le opere letterarie approvate dai governi: "Sarebbe tempo oramai che le leggi della Censura fossero i ogni paese le istesse, in maniera che un Libro permesso, ed approvato da un Governo, potesse liberamente circolare da per tutto.”



1785, un autore anonimo scrive un libello di supplica al nuovo pontefice chiedendo libertà di stampa. E lo fa con stile, con arguzia, sempre attento a motivare le sue argomentazioni senza mai apparire anticlericale. Supplica coraggiosa per quei tempi, basti pensare che siamo ancora distanti ben quattro anni dalla rivoluzione francese, diretta a Pio VI con l ‘ ambizione di abolire l’ ufficio dell’ Indice dei libri proibiti fondato nel 1558 dalla Santa Inquisizione. L’ autore divide la sua opera in due parti: la prima, più breve, rivolta “A chi legge” e la seconda, più corposa che costituisce la vera e propria supplica. Le argomentazioni sono varie e approfondite in maniera del tutto logica: si va dalla necessità di lavoro per stampatori e librai fino alla necessità si mettersi alla pari con le leggi di governi stranieri che permettono la pubblicazione di tali libri, passando per l’inutilità, in tanti casi, dell’ Indice poiché molti scritti ritenuti fuori legge riuscivano comunque a circolare negli ambienti illuministi. Arma a doppio taglio la censura, infatti, il proibire libri desta sempre una certa curiosità nei lettori tanto da far nascere una distribuzione illegale di tali volumi. L’ autore fa notare come nell’ Indice figurino sia tomi di satira scadente sia i libri dei maggiori filosofi e pensatori del diciottesimo secolo. La sua supplica sa essere davvero convincente, a tratti brillante ma purtroppo inefficace dato che l’Indice terminerà la sua esistenza solo nel 1966.

Approfondimento

Ho trovato “divertente” leggere questo documento di 230 anni fa per la sua forza, per la sua attualità. Il voto massimo va alla sua importanza storica, alla fine intelligenza dei ragionamenti dell’ autore che mettono in risalto la forza e la necessità della libertà di stampa. Un documento che consiglio vivamente di leggere a chi ha a cuore l’ indipendenza del pensiero, a chi ama la storia, a chi ha bisogno di una testimonianza di come sia stata dura, e di come lo sia ancora, la lotta per la libertà di stampa.

Giuseppe Panfili



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