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Recensione di Un uomo innamorato di Karl Ove Knausgård

Creato il 21 ottobre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Karl Ove Knausgård
Pubblicato: Feltrinelli
Genere: Biografia
Formato: BrossuraPagine:

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Giudizio: four-half-stars


Inizia con un taglio netto alla vecchia vita in Norvegia il secondo capitolo di vita reale del geniale scrittore Karl Ove Knausgård. L'abbandono della moglie Tonje segna l'inizio di una nuova vita, soprattutto di un nuovo inizio. L’incontro con la poetessa Linda determina uno sconvolgimento emotivo, che segnerà per sempre la vita dello scrittore. Un rutilante susseguirsi di relazioni tempestose, l'impegnativa sfida per la paternità, le relazioni umane vissute in presa diretta. Tutto mentre la vita dello scrittore si svolge veramente.

Un uomo innamorato, il secondo libro della fortunatissima serie La mia lotta, colloca lo scrittore Karl Ove Knausgård ai vertici della letteratura contemporanea norvegese. La vera bellezza risiede nell’abilità del raccontare se stessi, il rapporto con il padre (nel primo libro della serie), con la famiglia e con i figli. Inimmaginabili sono le conseguenze per le persone citate in causa dallo scrittore, il quale ne descrive, senza alcun pudore, vizi e virtù. Un vero cataclisma per la serissima e perfetta società norvegese dove alle feste di compleanno i bambini mangiano centrifugati di frutta e gambi di sedano, invece di dolcetti e patatine, e il pagamento in ritardo di una bolletta ti colloca in una sorta di “limbo” sociale.

In Un uomo innamorato l’autore lascia la Norvegia e si trasferisce a Stoccolma, dove stringe una significativa e profonda amicizia con l’intellettuale esiliato norvegese Geir, il quale, in breve tempo, diventa compagno di bevute e specchio in cui riflettersi. Incrocia nuovamente la poetessa Linda, conosciuta a un workshop per scrittori anni prima e se ne innamora perdutamente. Karl Ove Knausgård ci introduce in questa nuova fase della sua vita descrivendo l’inizio di un nuovo amore, la ricerca di una casa dove far convivere i sogni, le speranze, la nuova vita in arrivo e 2500 libri. Parla della fragilità della compagna e del suo bisogno di averlo sempre vicino come una sorta di talismano da portare appeso al collo senza riuscire a comprendere il bisogno, quasi fisico, di scrivere in una sua personalissima dimensione. Spaccati di normalissima vita comune spalmata in giorni, settimane, mesi i quali scorrono fluidi nelle pagine di questa appassionante epopea nordica.

A photo posted by Leggere a Colori (@leggereacolori) on Oct 15, 2015 at 11:51pm PDT

L’avvicendarsi delle stagioni lo viviamo nella descrizione di un cumolo di foglie d’autunno oppure del cielo variegato di una giornata primaverile. Il lettore si troverà catapultato nella vita di tutti i giorni di Knausgård e ne condividerà gioie e dolori caricandosi sua volta dell’energia derivante dalle situazioni nuove le quali sfumano con il tempo e diventano rassicurante routine.

Karl Ove Knausgård racconta la vita attraverso la minuziosa descrizione di pappe, pannolini e tutine, viaggi, luoghi e persone, senza mai aggiungere o togliere niente, senza sfumarne oppure ammorbidirne contorni e spigoli, trasformando così la sua scrittura in un torrente impetuoso di parole le quali danno voce “all’eroismo della quotidianità”.

Contro la vita che vivevo e non era la mia. Cercavo di farla mia, combattevo ma fallivo. C’era un problema, ma non sapevo quale.

Approfondimento

Questo secondo capitolo, in verità, mi ha appassionato molto più del primo in cui l’autore parlava perlopiù del controverso rapporto con il padre fino alla sua morte e la riflessione derivante dalla sua scomparsa.

Ho trovato decisamente curioso il diario maschile di questa sorta di eroe moderno della quotidianità. Mi ha fatto sorridere il suo destreggiarsi tra passeggini e raccolta differenziata.

Mi sono rivista pazza di felicità e carica di energia quando con il mio compagno cercavamo casa, come lui ho provato il bisogno impellente di scrivere, di creare, di conservare un proprio spazio. Mi sono totalmente immedesimata nella paura di Knausgård di perdere l’identità, schiacciato dal peso delle responsabilità e dalle insicurezze del compagno di vita.

Il libro all’inizio è leggermente difficile da seguire per i diversi punti di osservazione della storia e le descrizioni talvolta prolisse, ma resta comunque fluido e scorrevole.

Consiglio la lettura di questo nuovo capitolo a tutti coloro disposti a guardarsi dentro, “facendo un tuffo” nel gelido cristallino mare norvegese della vita quotidiana di Karl Ove Knausgård.

Elena



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