Purtroppo questa registrazione resta l’ultima possibilità per ascoltare questi tre musicisti suonare / creare / giocare assieme: Rod Poole è stato assassinato nel 2007. Questo Vignes è la registrazione del concerto tenutosi a Los Angeles presso la Downtown Playhouse il 26 luglio del 2003 e il retro del cd cita orgogliosamente “This Music Is Improvised”. Tutti e tre i musicisti arrischiano avventurandosi in quel universo microtonale che il chitarrista britannico Rod Poole aveva esplorato ossessivamente, suonando su un strumento accordato in open tune e suonato con l’archetto di violino. Tutti e tre i musicisti non fanno parte di una tradizione musicale, avendo da tempo accantonato concetti come “genere musicale”. Beh sì, Cline è noto per la sua appartenenza ai Wilco, ma parlare di musica rock sarebbe un modo molto limitativo per descrivere il suo lavoro. McAuley ha un suono più folk, ma anche a lui questa categoria sta stretta. E Poole apparentemente viveva in un mondo tutto suo. "Vignes 1", la prima lunga improvvisazione, comincia in modo calmo, in un modo piuttosto convenzionale, ma poi si trasforma in un pezzo ipnotico e strano, oscuro e luminoso dove struttura e ritmo vengono progressivamente abbandonate a favore dell’esplorazione nel suono puro, anche se non sempre riconoscibile, della chitarra. "Vignes 2" ritorna a una improvvisazione atonale, ma allo stesso tempo ritmica con sequenze incalzanti e ondivaghe. "Vignes 3" riporta l’Acustig Guitar trio su sentiri avventurosi, con Poole che suona l'arco sulle sue corde. Non suona come Jimmy Page, o Raoul Björkenheim, ma ha una qualità di suono stridente a volte quasi dolorosa, a volte bella che non lascia certamente indifferente. Anche se questa musica non è certamente per tutti i gusti, le esplorazioni musicali del trio e le nuove prospettive offerte dalle loro chitarre acustiche meritano un ascolto circostanziato. Da italiano sono orgoglioso che sia stato inciso dall’etichetta Long Song Record.
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