Recensione a cura di Luana Savastano.
GDiglielo a TuttiPaolo BarillariMa veniamo allo spettacolo: Diglielo a tutti si ispira al romanzo pacifista “Bury the Dead”, opera dello scrittore statunitense Irwin Shaw pubblicata nel 1936. Dopo il successo di critica ottenuto dall’edizione amatoriale nel 2005, la versione proposta al Teatro di Milano lo scorso week end è andata in scena a livello professionistico con un nuovo apparato scenografico, coreografico e registico. Oltre che, come dicevo, con una parte di cast dal solido background artistico, tra cui è spiccata la grinta attoriale e interpretativa di Giò Tortorelli (Dracula, Peter Pan, Romeo e Giulietta).
Scelta del regista è stata quella di lasciare spazio alla componente musicale, eliminando, durante il lavoro di riscrittura del musical, le parti recitate. In questo modo si è venuta a creare una sorta di partitura continua con qualche rimando al “recitar cantando” (un celebre esempio è l’opera rock Jesus Christ Superstar). Probabilmente lo scopo era quello di affidarsi totalmente alla musica per rendere più potente il grido contro la guerra (quella politica ma anche quella che ognuno di noi combatte nella propria vita quotidiana o contro se stessi per migliorarsi). Ho apprezzato molto questo intento, anche se forse non avrei eliminato del tutto il recitato, affidando a queste parti il compito di rendere più dolci i collegamenti tra i quadri scenici che, così, sono sembrati a tratti momenti a sé stanti (impressione confermata dal buio in sala tra un brano e l’altro, soprattutto nel secondo tempo). Ma, ovviamente, c’è tutto il tempo per rivedere e migliorare, anche dal punto di vista drammaturgico, un musical che vuole essere una bella novità nel panorama teatrale italiano. Il lavoro, dunque, si compone di 25 brani scritti da Paolo e dal padre Maurizio Barillari (con la collaborazione di Guido Valtancoli), che spaziano tra i diversi generi (principalmente rock) con qualche accenno alla tradizione cantautoriale italiana e non solo.
Un “bravi”, come detto all’inizio, va quindi a tutto il cast, composto da 16 performers, che ha saputo mantenere alto il ritmo dello spettacolo senza perdere d’intensità interpretativa e canora. È quindi giusto menzionare tutti: Mattia Inverni, Santi Scammacca, Gio’ Tortorelli, Jessica Lorusso, Francesca Brusati, Costanza Scalia, Andrea Ghislotti, Michelangelo Nari, Simone De Rose, Laura Miriani, Carlotta Sibilla, Michela Ciusani (anche coreografa), Roberta Onorato, Maria Teresa Notarangelo, Fabrizio Citi. E, ovviamente il regista Paolo Barillari, l’Aedo Narratore che accompagna lo spettatore per tutta la storia e “dialoga” con i personaggi.
Non posso che augurare il meglio a questa giovane produzione, così come al regista, che presto possa portare in tour questo spettacolo che vuole dimostrare come il musical (erroneamente e troppo spesso associato al puro concetto di divertimento e leggerezza) può affrontare tematiche politico-sociali importanti.
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