Buon sabato pomeriggio lettori!
ecco una nuova recensione! Enjoy!
Titolo originale: Oh dear Silvia
Autore: Dawn French
Pagine: 304
Prezzo: 14,00 euro
Editore: Leggereditore
Genere: narrativa
Data di pubblicazione: 28 febbraio 2013
Trama
Chi occupa la stanza numero 5 del reparto di terapia intensiva? Un’amante ineguagliabile? Una donna egocentrica senza pari? Una martire altruista? Una cattiva madre? Una sorella amata? Una moglie egoista? Ciascuna di loro. Silvia Shute, che ha sempre vissuto intensamente e senza inibizioni, improvvisamente deve arrendersi al fatto che la sua vita abbia subito una battuta d’arresto. Nel suo passato si cela un oscuro e terribile segreto e ora che è priva di coscienza in un letto d’ospedale, l’incessante flusso di visitatori sembra alternarsi per svelare il mistero di una vita spezzata. Silvia giace lì, vittima dei suoi cari, della noia, dei mormorii. Che le piaccia o no, la verità sta per farle visita. Come avvenne in passato... Mia recensione Attirata dalle recensioni positive del primo libro tradotto in italiano, di quest'autrice, "La meraviglia delle piccole cose", ho deciso di leggere questo romanzo che si prospettava sin dall'inizio dolce - amaro.
La protagonista è Silvia, una donna di quasi sessant'anni ricoverata presso il reparto di terapia intensiva in coma. Nonostante la sua incoscienza, la storia di Silvia viene racconta attraverso le voci dei suoi visitatori: il suo ex marito, sua sorella, sua figlia, la sua migliore amica. Ma queste visite non narrano solo la personalità forte ed energica di Silvia, ma si soffermano soprattutto sul rapporto personale che intercorre tra loro: Jo, sua sorella maggiore che è imprevedibile e propone delle cure molto alternative per farla svegliare, Ed, l'ex marito, che riesce finalmente ad esprimere se stesso e a capire perché si è sentito sempre inferiore alla sua splendida moglie, Cassie, sua figlia, madre a sua volta giovanissima, che odia e ama Silvia perché l'ha abbandonata di punto in bianco e senza una valida ragione e Cat, la sua migliore amica, che condivide nel bene e nel male un terribile segreto con Silvia. Tutte queste persone si ritrovano al capezzale della protagonista e viene quindi raccontata una storia, molto sentimentale, da più punti di vista.
Ho sempre qualche difficoltà ad affrontare le storie che parlano di malattia, ma in questo caso, il coma di Silvia è il veicolo per una tragica riunione familiare, per riflessioni, per ricordi tristi e felici. Quindi al centro del libro dal titolo davvero azzeccato, "Dimmi che ti dispiace", non c'è una vera e propria storia ma c'è la riflessione e l'introspezione personale dei visitatori che, avvicinandosi a questa donna addormentata, riescono ad aprire i loro cuori e a parlare del passato e delle loro sofferenze. Quello che emerge di Silvia è che è una donna attiva ed esplosiva ma anche fragile e fredda, sempre nascosta dietro una maschera di positività e forza. Adesso invece, che è sdraiata inerme su quel letto d'ospedale, inizia a delinearsi tutto il dolore che ha affrontato per proteggere la sua famiglia; la maschera si sgretola lentamente. Allo stesso modo Ed, Cassie e Jo parlano, raccontano, accusano, soffrono e perdonano questa donna così contraddittoria e dal carattere così forte e, attraverso tutte le loro voci si viene a creare una storia di famiglia con degli oscuri segreti. In generale ho trovato il libro molto delicato nella sua tragicità perché, essendo un romanzo corale, c'è molta varietà di pensieri e punti di vista che cambiano agevolmente e rendono la storia scorrevole e interessante. Il punto con maggiore pathos che mi ha decisamente sorpresa, ha sicuramente un risvolto thriller abbastanza forte nel suo genere, una vera e propria svolta in un libro che, in apparenza, può sembrare piatto e ripetitivo. Tirando un po' le somme "Dimmi che ti dispiace" è un bel romanzo vario e complesso che narra tante storie che s'intrecciano abilmente tra loro ma con un sottofondo costante di tristezza e rimpianto per il passato.
Assegno tre stelline e mezzo al romanzo.
Lya