Cari lettori,
nell'ultimo periodo sono stati tanti i romanzi che hanno attratto la mia curiosità, e tanti sono quelli che ho letto. Tra le mie letture ho dato spazio anche al romanzo che, molti, definiscono "del momento". Mi riferisco a Divergent, scritto da Veronica Roth; i cui diritti di pubblicazione sono stati acquistati dalla De Agostini. Divergent è un romanzo che – fin dalla sua pubblicazione originaria – ha destato particolare interesse da parte, soprattutto, dei lettori. Ma anche testate giornalistiche, quali il Publishers Weekly e il Wall Street Journal, hanno accolto positivamente l'esordio della Roth. Tant'è che, ad esempio, il Wall Street Journal ne parla come di "una moderna metafora dell'adolescenza". Ebbene, vi propongo la mia considerazione personale circa tale romanzo.
Titolo: Divergent
Autore: Veronica Roth
Editore: De Agostini
Collana: Le gemme
Genere: thriller distopico
Traduttore: Roberta Verde
Data di pubblicazione: 22 marzo 2012
Prezzo: 16,90 Euro
Pagine: 480 pp.
ISBN: 978-8841871423
Sinossi: Dopo la firma della Grande Pace, Chicago è suddivisa in cinque fazioni consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e l'onestà per i Candidi. Beatrice deve scegliere a quale unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia. Prendere una decisione non è facile e il test che dovrebbe indirizzarla verso l'unica strada a lei adatta, escludendo tutte le altre, si rivela inconcludente: in lei non c'è un solo tratto dominante ma addirittura tre! Beatrice è una Divergente, e il suo segreto - se reso pubblico - le costerebbe la vita. Non sopportando più le rigide regole degli Abneganti, la ragazza sceglie gli Intrepidi: l'addestramento però si rivela duro e violento, e i posti disponibili per entrare davvero a far parte della nuova fazione bastano solo per la metà dei candidati. Come se non bastasse, Quattro, il suo tenebroso e protettivo istruttore, inizia ad avere dei sospetti sulla sua Divergenza...
Recensione: Unascelta può cambiare il tuo destino, così si presenta il romanzo del momento:Divergent, scritto dalla penna di una giovane autrice americana, Veronica Roth.Divergent è un thriller distopico, ambientato in uno scenarioapocalittico/futuristico in cui l’uomo vive – in modo quasi improbabile – la sua nuova esistenza. Essa èdettata da appartenenze che non sono unicamente sociali, bensì soprattuttovaloriali e comportamentali. Infatti, nelle 480 pagine, il lettore assisterà – quasi fosse uno spettatore, tantoquesta storia si presta bene alla cinematografia – agli eventi che coinvolgeranno gliabitanti di Chicago, suddivisa in cinque fazioni. Ognuna di esse ha un valore:la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l’amicizia per iPacifici, l’altruismo per gli Abneganti e l’onestà per i Candidi. È, quello diDivergent, un mondo nuovo: dettato da regole e da una gerarchia che sia ingrado di mantenere l’equilibrio tra la popolazione. Ma invano. Assisteremo,infatti, ad episodi in cui i personaggi saranno chiamati a compiere scelte difficili(di qui anche il “sottotitolo” dell’opera), in cui dovranno mettersi in gioco edare prova delle loro capacità. Sebbene il romanzo sia distopico, l’autrice – mediante il suo stile – ci porta a vivere la storia quasifosse un fantasy. Probabilmente è anche per questo motivo se sono riuscita adaccostare la lettura di Divergent a una delle saghe più famose dellaletteratura internazionale: Harry Potter di .J.K.Rowling. Dopo la pubblicazionedi questa saga, sono “spuntati” tanti di quei romanzi che rispettano (alcunianche fedelmente) i canoni proposti dall’autrice britannica. Nel caso diDivergent, il particolare che mi ha subito colpita è la suddivisione in “fazioni”,che tanto ricorda le famose “case” di Hogwarts. Tant’è che sono riuscitaaddirittura a compiere delle analogie. In effetti, gli Eruditi assomigliano,per la loro intelligenza, ai Corvonero; gli Abneganti mi ricordano i Grifondoroper l’altruismo e la lealtà; i Candidi sono simili ai Tassorosso per l’onestà;gli Intrepidi – con il loro comportamento – ricordano molto i Serpeverde. E, poi, ci sarebbero i Pacifici che forse sonouna via di mezzo tra i Grifondoro e i Tassorosso. Se questi sono solo clichénon è dato sapersi, quello che so è che durante la lettura ho avuto taliimpressioni. Ad ogni modo, preferisco tralasciare – per un attimo – questo “gioco di analogie edifferenze”, e soffermarmi sull’analisi del romanzo. Dunque, la storia apparentemente è semplice: c’è una ragazza di sedicianni, Beatrice, che dovrà dimostrare il suo coraggio compiendo una scelta chepotrebbe cambiarle la sua vita e il suo destino, appunto. Per la ragazza nonsarà affatto semplice; anche perché questa è la prima volta che sceglie in modototalmente autonomo, lontano da ogni decisione che la sua famiglia potrebbeprendere per lei. Beatrice, in un test attitudinale, scoprirà di essere unaDivergente (una condizione, questa, pericolosa). Ciò significa che la suanatura va contro gli schemi rigidi imposti dalla società; non fa parte dinessuna fazione in particolare, bensì sarà una via di mezzo. Tuttavia, saràcostretta – per lasua incolumità – a scegliere il suo futuro.Beatrice è descritta anche come un’adolescente chevive – secondoi dettami dell’età – i rapporti con i suoi coetanei. Tali rapporti sono, però, influenzati da quellostesso scenario futuristico di cui ho accennato all’inizio. Questecaratteristiche fanno pensare che il romanzo non sia unicamente un thrillerdistopico, bensì anche di formazione poiché – pagina dopo pagina – il lettore sarà coinvolto nellacrescita dei personaggi – in particolare di Beatrice –,dalla sua condizione “acerba” fino alla sua maturità.Per quanto il contestosia diverso – quasiopposto – allarealtà, l’autrice è riuscita a ritrarre fedelmente i comportamenti tipici degliadolescenti. E sebbene il romanzo sia caratterizzato dall’azione – altro elemento importante –, saranno presenti altre tematiche: l’amore,il valore della famiglia, ecc. Questa è, forse, una delle caratteristiche chepiù mi ha colpita di Divergent; un’altra è l’ambientazione – con annesse parti descrittive – che, come già detto, si presta benead una sua trasposizione cinematografica. Cosa che accadrà grazie alla casa diproduzione Summit Entertainment (lastessa di Twilight, per intenderci). In linea generale, la stesura dei romanziprevede il rispetto di alcuni schemi che – certo, non sempre – sono seguiti dagli autori. Nel casodi Divergent, la Roth ha rispettato quello dei personaggi: la storia analizza,nei dettagli, la vita di Beatrice; gli altri sono solo personaggi secondari ocomunque necessari a far emergere la personalità della protagonista. Ilromanzo, per lo stile che è chiaro e diretto – talvolta sembra anche colloquiale – è indirizzato, in modo particolare,ai giovani. Tuttavia anche gli adulti potrebbero trovare tale letturainteressante. Ecco, probabilmente, ciò che mi ha lasciata un po’ “perplessa”sono le analogie – e non solo quelle relative alle case/fazioni – con la saga della Rowling. Questa, inogni caso, è una mia lettura – e considerazione personale – del romanzo. Nel complesso, però, la saga di Divergent promette bene e sareicuriosa di leggerne il seguito.
A cura di Maila TrittoL'AUTRICE: Veronica Roth si è laureata in scrittura creativa presso la Northwestern University e ha esordito giovanissima proprio con Divergent, scritto rubando il tempo agli esami: ora ha ventidue anni, vive vicino a Chicago e fa la scrittrice a tempo pieno. Divergent è il suo romanzo d'esordio: pubblicato negli Stati Uniti a maggio 2011, è rimasto nella top ten dei libri più venduti per tre mesi consecutivi.
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