Recensione doppia: Mara conta i passi, di Valentina Morelli

Creato il 06 gennaio 2014 da Visionnaire @escrivere
Titolo: Mara conta i passi Autore: Valentina Morelli
Editore: Factory Editoriale I Sognatori
Numero di pagine: 140
Prezzo: 13,90 € (ora scontato a 9,90 € sul sito dell’editore)
Formato: brossura

Trama (dal sito della Factory Editoriale):

Per sfuggire a un passato contraddistinto da rapporti familiari difficili e da una timidezza di fondo che la costringe in una vita segnata dall’anonimato, Mara trova nella matematica una compagna fedele, e nell’universo dei numeri un regno ordinato e preciso, nel quale rifugiarsi ogni volta che la vita l’aggredisce col suo caos. Mara ha un ragazzo, un’amica, un lavoretto e un punto di riferimento ben preciso (lo zio costantemente spettinato: il professor Barbieri), e la sua vita scorre senza sussulti – proprio come piace a lei. Almeno finché una strana macchia apparsa sul muro del suo appartamento non diviene un’ossessione, a tal punto da spingerla verso teorie folli e geniali al contempo, in grado di mandare al macero tutta la geometria euclidea. Qualcosa di strano, però, accade nell’istante in cui Mara, grazie ai suoi calcoli, riesce a prevedere esattamente quale direzione prenderà la macchia che si espande inesorabile sul muro…

Sul sito de I Sognatori si legge inoltre: “Consigliato a chi ama i romanzi psicologici, i grandi enigmi, i tocchi di surreale alla Murakami, il fantastico mathesoniano, film come “Pi Greco – Il teorema del delirio”, i personaggi letterari fragili e in grado di lasciare un segno in chi legge.”

Recensione di Luna:

Mara Conta i passi di Valentina Morelli è un libro che si lascia leggere velocemente. Lo stile dell’autrice è originale e la scrittura fluida, tanto che il lettore si trova subito catapultato nella realtà del romanzo senza fatica. La sospensione dell’incredulità funziona bene e il patto col lettore viene stretto senza problemi, nonostante nel libro si parli anche di matematica e di concetti astratti.
A dispetto di questa ottima premessa, però, la mia opinione a riguardo è combattuta. È un’opera scritta bene, ma non mi ha entusiasmata. La voce dell’autrice è una voce molto forte, molto caratterizzata, forse troppo. Ho trovato questa voce ingombrante durante la lettura, distraeva l’attenzione dalla storia stessa per via del narratore troppo presente. Frasi come “Mara sorride piccolo” o “Filippo sorride grosso” sono, a mio parere, estremamente caratterizzanti. Cosa che sarebbe di per sé ottima se il narratore fosse anche il protagonista del romanzo. Ma così non è. La voce narrante è appunto solo un narratore, dunque i modi di dire citati sopra, che non sono propriamente corretti in italiano ma che sono un “modo di dire/parlare” tipico del narratore stesso, beh mi hanno distratta troppo durante la lettura e mi hanno fatto storcere il naso.
Proprio questa immensa originalità e caratterizzazione del narratore potrebbe essere per altri lettori, diversi da me, il punto di forza del libro. Perché è un modo di scrivere che si può amare alla follia, così come può risultare fastidioso. Un po’ come quelle persone che o si amano o si odiano.
A livello di trama tutto si svolge in maniera troppo veloce e allo stesso tempo troppo lenta. Veloce perché gli anni passano in un batter d’occhio (è più un racconto lungo che un romanzo) e troppo lenta perché, anche se passano gli anni, i personaggi rimangono fermi nelle loro posizioni, non si evolvono in alcun modo, non cambiano, non maturano e fanno in pratica le stesse cose dell’inizio.
Bella l’idea di base, mi è piaciuto molto il modo in cui viene descritta la matematica: visionaria, accattivante, che confina nella follia e incasina le menti di chi cerca di decifrarne i segreti.
I personaggi, però, restano bidimensionali durante tutta la narrazione, a eccezione dello zio di lei che è l’unico a essere sfaccettato e a cambiare durante il cursus temporale.
Insomma, bel lavoro linguistico e bella idea, scritto in modo che ogni frase possa essere un piccolo capolavoro a sé stante, possa quasi vivere di vita propria. Il lavoro alla base del testo risulta chiaro fin da subito, come se ogni frase fosse stata pesata e ponderata fin nella più piccola virgola. Scritto per colpire. Però a fine lettura resta poco di tutto questo perché il racconto si esaurisce troppo velocemente senza dare ai personaggi il modo di evolversi e vivere nelle pagine. Il lettore resta un po’ con l’amaro in bocca.
Tirando le somme è un lavoro più che soddisfacente per un’esordiente che di certo ha lo stile e la Voce giusta per scrivere molto altro e scriverlo bene, però dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi e della complessità della trama è ancora un po’ acerbo. Ci si può aspettare credo molto di più da questa autrice in futuro. Per ora il mio voto è di 3 stelline su cinque. Non posso dare di più perché avrei voluto che la stessa attenzione che è stata data al testo fosse stata posta anche nella trama.

Voto: 3 stelline

  • Luna

    Chi sonoSono una una persona profondamente lunatica. Un giorno sono la donna più felice del mondo, quello dopo vedo tutto nero. Amo leggere, scrivere e lamentarmi di quello che mi circonda.

Recensione di Bee:

Mara conta i passi per rimanere ancorata alla realtà, Mara conta per liberarsi la testa. La matematica è il suo rifugio, e fin da piccina traduce in numeri gli oggetti che la circondano, riempie quaderni interi per decifrare l’enigma delle forme patologiche, apparentemente inspiegabili.
Mara è un personaggio schivo, timido, immerso nel suo mondo, ma una macchia di muffa la costringerà a cambiare prospettiva e a tuffarsi di testa nella vita. Leggere la sua storia è come correre insieme a lei verso il giorno fatidico in cui questo accadrà, incalzati da un countdown che ci porta sempre più vicini alla rivelazione, al “giorno X”. Ci ritroviamo accanto a lei ma non ne sappiamo più di lei, possiamo solo correre e correre, sperando di non andare a sbattere contro qualcosa di troppo duro.
Lo stile di Morelli non ha vie di mezzo, o non si prova alcuna empatia o ci si ritrova lì, in mezzo alla storia, a respirare con i polmoni della protagonista, a sentirsi tirare dentro la sua pelle. La capacità dell’autrice di manipolare le parole a seconda della necessità, di plasmarle e di renderle vive, è invidiabile. Personalmente, non mangerò mai più rumorosamente una mela: la scroncicherò, perché questo è il verbo giusto, solo che prima non lo sapevo.
Proprio per la passione ardente che ho verso questo modo di scrivere, la storia mi ha lasciato l’amaro in bocca. Ne volevo di più. Volevo sapere altro.
Detto in modo “professionale”, avrei preferito un maggiore approfondimento del contesto geografico e storico, nonché un taglio meno netto nel finale.
“Mara conta i passi” non è un romanzo che scava a fondo. La sua forza sta nel rimanere a quel livello intermedio di consapevolezza che è poi la stessa dei personaggi, umani e reali come chi li legge. Il suo punto di forza è l’immedesimazione: il riuscire a pensare come pensa la protagonista, a capire la matematica perché viene spiegata attraverso di lei, a vedere quello che lei vede – anche se vede cose inimmaginabili.
Di sicuro una buona opera prima. Mi aspetto ancora di più da quelle che seguiranno!

Voto: 3 stelle

  • Bee

    Chi sonoSono una più che trentenne emotiva e compulsiva. Mentalmente iperattiva, ma fisicamente vegetante. Fumo come il proverbiale turco. Adoro i cartoni animati, perdo troppo tempo in rete. Parlo da sola (anche in pubblico), faccio i crucipixel a penna. E ogni tanto scrivo, per lo più storie che non hanno un finale.


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