[Recensione] Dreamscapes - I Racconti perduti. Volume 2. (Antologia fantasy)

Creato il 05 ottobre 2015 da Chiaradm
Prima recensione di ottobre! Ebbene sì, ci siamo lasciati alle spalle anche settembre...
Ho letto questa antologia fantasy molto prima e molto più velocemente di quanto avrei mai pensato, quindi ora sono pronta a condividere con voi il mio parere. E' il primo libro della Editrice GDS che leggo, ed ero curiosa di avere un assaggio della qualità delle opere di questa casa editrice.  
Come ho già ripetuto più volte nel blog, non sono un'appassionata di racconti, preferisco di gran lunga i romanzi, e anche se quest'anno ho letto diversi racconti e antologie, continuo a pensare di non avere ancora gli strumenti adeguati per giudicare gli uni e le altre nel modo migliore. Spero comunque di riuscire a dare una valutazione accettabile!


TITOLO: Dreamscapes - I racconti perdutiAUTORI: antologia di autori variCASA EDITRICE: Editrice GDSPREZZO: ebook 0,99FORMATO: digitale
Dreamscapes. I racconti perduti. Volume 2” è un’antologia di Editrice GDS, contenente 15 racconti fantastici, tutti scritti da autori italiani. Il genere è il fantasy nella sua accezione più estesa e, all’interno della raccolta, trovano spazio storie di diverso tipo e dalle più svariate ambientazioni, da mondi sommersi a città futuristiche, da luoghi mitici o immaginari a ambienti domestici popolati da incubi e creature bizzarre. Un’antologia che si rivolge quindi a tutti gli amanti della letteratura fantastica, offrendo, al suo interno, storie capaci di accontentare tutti i gusti, dagli amanti dell’horror all’urban fantasy, dalla fantascienza al fantasy più “lovecraftiano”, per valorizzare i giovani talenti della narrativa fantastica italiana.
Tutti i racconti sono disponibili per il download in ebook sia in formato singolo che all’interno dell’antologia.
La copertina è stata realizzata da Fabio Porfidia, illustratore e artista italiano contemporaneo di origini lombarde.

Ora che ci penso, è da un po' che non leggo qualcosa di puramente fantasy... e credo che dovrò aspettare un altro po', perché Dreamscapes è una raccolta sì di racconti, ma sul fatto che siano fantasy avrei qualcosa da dire. A onore del vero devo dire che nella sinossi si parla di racconti fantastici oltre che di racconti fantasy. Si parla, testuali parole, di genere fantasy nella sua accezione più estesa. Non che il fantasy non si presti a varie declinazioni, certo, ma non credo che sia sufficiente inserire un elemento un po' "irrealistico" in un racconto per fare di questo un "fantasy". Il fatto che si parli di stelle fatte persone, di persone con istinti cannibalistici, di pianeti conquistati non fa di necessità di un racconto una storia fantasy. In soldoni: non tutto è fantasy, anche se oggi questo termine viene usato per includere tutto ciò a cui non si riesca a dare un'etichetta meglio definibile.Ho trovato la maggior parte delle storie più fantascientifiche che altro, e alcune, secondo il mio modo di vedere, con il fantasy (o la fantasy che dir si voglia) non avevano proprio niente a che vedere.Per questa recensione ho deciso di non recensire racconto per racconto, perché starei prima a scrivere una tesi di laurea...mi limiterò quindi a dare qualche indicazione generale, che spero vi possa dare l'idea di cosa questa lettura ha riservato a me e potrebbe riservare anche a voi, nel caso decideste di dare una possibilità a questa antologia.Parto dicendo che, a lettura terminata, il mio giudizio non è del tutto negativo: alcuni racconti mi sono piaciuti molto e me li sono proprio gustati, ma alcuni - e per forza di cose, direi, visto la differenza di temi e di stili - mi sono piaciuti un po' meno, fino ad arrivare a un paio che, lo ammetto,  non ho proprio capito e che personalmente - e si parla di un gusto puramente personale - non avrei incluso in un'antologia e dato in pasto al pubblico. Gli argomenti sono più o meno variegati, tuttavia ho notato che una buona parte dei racconti sono incentrati su storie pre/post-apocalittiche. Gli autori hanno trattato in vari modi questo tema, si passa da una visione più "futurista" ma pur sempre (relativamente) umana, a una visione decisamente più tragica e abominevole, fino ad arrivare a immaginare un futuro sommerso dalle acque dell'oceano. Ci sono cherubini caduti sulla Terra, Dei degli Incubi, Dei, guerrieri e geni.
Devo dire che per essere un'antologia presunta fantasy, nessun racconto ha uno stampo"tradizionale": niente elfi, draghi, ninfe, nani, gnomi e compagnia bella. Questo, se da un lato dà un taglio originale alla raccolta, dall'altro avvalora la mia tendenza a non considerare questi racconti di genere fantasy, ma piuttosto un genere "ibrido" fra molti altri. Sì, lo so, dalla didascalia in fondo si può capire, ma venendo presentato come un lavoro fantasy, il lettore si crea anche un certo tipo di aspettative.
Il racconto che mi è piaciuto di più è stato Bacio da un incubo di Laura Martin Montagner (è una scelta di parte, vista la trama :) ), nelle altre prime posizioni troviamo L'abisso alla fine del mondo si Alessio Del Debbio, che tra l'altro ringrazio molto per avermi inviato una copia del libro, e Cenere, di Lily Carpenetti (potete trovare tutte le trame dei racconti nel post della segnalazione). Il più originale, ma da un certo punto di vista anche il più prevedibile, è stato Sh 2.0 di Michele Botton.Kangor di Andrea Schiavone, invece, è stato il più inquietante e macabro. Uno scenario preapocalittico di misera, povertà, perversioni fino all'inimmaginabile... un racconto efficace e proprio per questo ancora più, passatemi il termine, "nauseante" per ciò che viene descritto.Quello che decisamente mi è piaciuto meno è stato sicuramente Il guardiano di Saqquara di Eli Noscere. Mi dispiace dirlo, ma è stato l'unico che ho capito solo a brandelli, a causa dello stile dell'autore: troppo ricercato. Di quel ricercato che vuole essere elegante e originale, suggerire metafore e immagini mai sperimentate prima, ma che ottiene l'effetto opposto: l'incomprensibilità da parte del lettore. Passi essere creativi con il linguaggio: ma il lettore non può impiegare minuti interi per decifrare una frase, tantopiù se non sta leggendo un saggio di un luminare ma un racconto di un'antologia di una casa editrice marginale nel mondo dell'editoria. Giuro che, anche rileggendo i passaggi, non ho capito molte espressioni. A livello del significato oggettivo delle parole d'accordo, ci sono arrivata, ma concretamente? Quali immagini avrebbero dovuto formarsi nella mia mente leggendo quella determinata combinazione di termini? Frasi come  tutto quello che non era visibile diventava man mano frutto della forza gravitazionale del comprensibile,  o La porta esercitava un influsso carico di dissolvenza. Frasi "fighe", ma in realtà qual è il loro significato? Che cos'è "la forza gravitazionale del comprensibile?" So che è un uso metaforico ecc ecc, ma leggere un intero racconto scritto così è stato molto faticoso e la comprensione e la "degustazione" della storia ne hanno risentito parecchio.
Complessivamente, devo dire che mi è sembrato un lavoro che poteva essere curato meglio: ho incontrato tantissime sviste, dialoghi che iniziano con la lettera minuscola a inizio riga, lettere minuscole dopo punti, spazi prima delle virgole, "sì" scritto sistematicamente senza accento, come anche "lì" che è invariabilmente "li", e il trapassato come tempo verbale non esiste. La cosa che più mi ha sorpreso è che un certo tipo di errore o svista si riscontra particolarmente all'interno di racconti specifici: come se la casa editrice non si fosse presa la briga di rileggerli e correggerli tutti, fare qualche aggiustatina qua e là dove necessario, e usare un'unica convenzione ( virgolette alte, trattini, virgolette basse) per i dialoghi. Quasi come se fosse un lavoro fatto in fretta e furia, mettendo in un unico file i racconti selezionati e poi convertendolo nel  formato digitale. Un editing più accurato avrebbe forse risolto il problema e sicuramente avrebbe fatto guadagnare giudizi più positivi.
Non che il mio sia negativo, o almeno non del tutto, però, appunto, continuo ad avere questa impressione: forse sarebbe stato il caso di ritardare l'uscita di qualche settimana, ma dare alle stampe (sia pure digitali) un lavoro un po' più rifinito.
P.S. Vorrei fare poi un personalissimo e piccolissimo appunto sulle (due) illustrazioni interne: queste sono state realizzate da Fabio Porfidia, un illustratore bravissimo che però, come ho avuto modo di apprendere di persona, non regala certo le sue illustrazioni...quindi forse sarebbe stato il caso, quantomeno, di commissionargli delle immagini che fossero in qualche modo legate ai racconti...


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