[Recensione eBook] Il Posto delle Onde (di Lucia Patrizi, 2014)

Creato il 23 gennaio 2015 da Frank_romantico @Combinazione_C

Lo ammetto: non sono un amante di letteratura e narrativa italiana contemporanea. Non che io non ne legga, semplicemente sono arrivato alla conclusione che troppo spesso mi lascia indifferente, senza sorprendermi, senza ammaliarmi. Perché con i libri tu (lettore) crei una connessione. Con le storie, con i personaggi, con lo stile. E' facile dire: questo romanzo/racconto/poesia mi piace, è scritto benissimo, è originale. Ma se quel romanzo/racconto/poesia non ti scava dentro, se resta lì bello in superficie e non riesce a fare la differenza, vuol dire che è venuta a mancare quel certo tipo di connessione. Al contrario, quando succede, vuol dire che hai trovato una delle opere della tua vita.
Stavo parlando, però, di narrativa italiana. Ecco, quello che ho scritto più su vale molto per la narrativa italiana contemporanea. Sia per quel che riguarda la regola, sia per quel che riguarda le eccezioni. Ad esempio, tra i romanzi della mia vita ce n'è proprio uno italiano, uno tra l'altro di un'autrice che conosco personalmente. E (meglio specificarlo) il fatto che io la conosca non inficia il mio giudizio. Perché, piuttosto che mentire, avrei preferito non parlarne. Invece sono qui e, pur non sapendo bene come fare, vorrei parlarvi de Il Posto delle Onde, di Lucia Patrizi.

Partiamo col definire questo romanzo: si tratta di fanta-horror, di un (post) apocalittico, di una bellissima storia d'amore. Ma io direi, più semplicemente, che si tratta di umanità: nonostante ci siano i mostri, nonostante ci sia l'inspiegabile, nonostante ci sia il fantastico, si tratta comunque di umanità, perché è quella che racconta Lucia Patrizi, oscillando tra prima e dopo, tra reale e fantastico, tra il qui e l'Altrove. Tra Alice e River, le due protagoniste. Umanità tra le righe che scivola, pagina dopo pagina, negli occhi del lettore e poi, da lì, dritta nel cuore. E' un attimo ed è proprio lì che arrivano le cose belle. Allora, iniziando l'ebook (che trovate in vendita su Amazon), si rimane risucchiati in una girandola di eventi che, tra presente e passato, raccontano una storia originale con ottimo stile. Lucia infatti non ricorre ai soliti trucchetti e si serve di una prosa limpida per dar vita a personaggi e situazioni costantemente in crescendo, a paesaggi mozzafiato e terrificanti, alternando momenti funzionali e attimi di pura poesia e commozione.
Ecco, l'altra parola chiave de Il Posto delle Onde è questa: commozione. Non sono gli occhi a versare lacrime ma l'anima, afflitta dal dubbio e dal dolore, preda della bellezza, scrigno di tutto quel che di bello e brutto c'è nel nostro cuore. L'anima, leggendo Il Posto, vibra e si espande, desidera, rabbrividisce. Una somma di emozioni che, a seconda di chi legge, si alterna e si sussegue. Se, come lo vedo io, Il Posto delle Onde è un viaggio, allora la commozione sta nel sorprendersi tappa dopo tappa, osservando un mondo che è il nostro e poi non lo è più, stupendoci di fronte a luoghi conosciuti e altri di cui non avremmo mai immaginato l'esistenza. 

Questo romanzo mi ha causato sconvolgimento emotivo, e riuscito a farmi piangere, ad avvincermi e a disgustarmi, in certi frangenti. Per questo ne parlo in maniera tanto entusiasta. Era ottimo già dalle prime stesure ma, in questa versione definitiva, sembra aver acquisito tutta la consapevolezza che lo rende uno dei lavori migliori che abbia letto da qualche anno a questa parte. E non parlo solo del valore letterario (è Lucia stessa a dirlo: lei non ha velleità letterarie) pur presente, ma della sua potenza immaginifica. 
Il Posto delle Onde non è solo un romanzo di genere che parla di mostri giganti, apocalisse, soldati e botte da orbi. E la storia di due donne, di un universo in frantumi e di un Sacerdote con la sua "setta". E' la storia di una madre, di due amanti, del senso di colpa e del perdono. E' la storia del mare, terribile e bellissimo. Lì, tra quelle pagine, c'è quel che crediamo più familiare e quel che abbiamo sempre intuito solo con la coda dell'occhio, tra Virginia Woolf e H. P. Lovecraft (ma io ci ho visto, o ci ho voluto vedere, tanto cinema, tanta letteratura e tanto S. King). Ma, soprattutto, c'è lo stile di un autrice e quel che io penso sia lo scopo della scrittura stessa: creare mondi a partire da noi stessi e condividerli con gli altri. Che possano piacere o meno.

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