Recensione: Elysium

Creato il 20 agosto 2013 da Giobblin @MrGiobblin

Avevo tante, forse troppe aspettative per Elysium, secondo film scritto e diretto da Neill Blomkamp. Parliamo dello stesso regista del mitico District 9, dopotutto, deciso a raccontarci la storia di una Terra futura in cui il divario tra ricchi e poveri si è decisamente allargato. Cosa poteva andare storto? Un sacco di cose, a quanto pare. District 9 conquistò i cuori degli spettatori e i favori dei critici con un riuscito mix di critica sociale, fantascienza, originalità e qualche pugno nello stomaco ben assestato. Elysium è molto meno sottile nel recapitare il suo messaggio: nel 2154 i ricchi vivono su Elysium, una gigantesca stazione spaziale che ricorda la Cittadella di Mass Effect e Ringworld di Larry Niven , mentre gli sporchi messicani i poveri vivono sulla Terra, un pianeta reso quasi del tutto inabitabile dall'inquinamento, dal collasso economico e dall'esorbitante aumento di popolazione. La disoccupazione dilaga, la criminalità pure, e ogni singolo uomo intrappolato sul pianeta sogna (invano) di poter raggiungere in qualche modo Elysium e unirsi alla schiera di ricchi immortali che vivono tra le stelle.


Max Da Costa (Matt Damon) è un ex-criminale che sbarca il lunario spaccandosi la schiena in un'immensa fabbrica di robot. Dopo essere stato coinvolto in un incidente a causa di un supervisore (decisamente poco avvezzo alle norme di sicurezza sul lavoro) Max viene investito da una massiccia dose di radiazioni e si ritrova con cinque giorni di vita. La sua unica speranza è accedere ad una delle stazioni mediche presenti su Elysium, e l'unico che può aiutarlo ad ottenere un passaggio per lo spazio è l'hacker Spider. Nel frattempo, su Elysium, l'implacabile segretario della difesa Jessica Delacourt (Jodie Foster) sta progettando un colpo di stato per assumere il controllo totale della cittadella orbitante...

Blomkamp dimostra ancora una volta un innegabile talento nel creare un mondo del futuro realistico e dall'aspetto vissuto in cui robopoliziotti, esoscheletri e chip di memoria sono parte integrante della quotidianità. La Los Angeles del 2154 ricorda nettamente la Johannesburg di District 9: una baraccopoli polverosa e piena di anime perdute, tanto affascinante quanto verosimile.  Purtroppo, nonostante l'affascinante comparto visivo e adrenaliniche scene d'azione (se riuscite a perdonare l'eccesso di shaky cam in certi momenti), Elysium toppa in qualsiasi altro ambito dando vita ad un risultato parecchio sotto alle aspettative. Nonostante l'innegabile bravura di Matt Damon è difficile riuscire ad appassionarsi col cuore alle vicende di Max, novello Messia post-apocalittico impegnato a salvare l'umanità strappando teste ai robot e combattendo sadici mercenari. Si tratta dell'ultimo di una lunga serie di personaggi action (vedi Tom Cruise in Oblivion, ad esempio) senza arte nè parte cui la fantascienza cinematografica ci ha abituato nell'ultimo periodo.

E che dire del personaggio di Jodie Foster? Il Segretario Delacourt aveva un potenziale enorme sulla carta, ma l'assoluta mancanza di approfondimento la rende una villain piuttosto stereotipata.

L'unico personaggio abbastanza memorabile è Kruger, il folle mercenario interpretato da Sharlto Copley: uno psicopatico fatto e finito che abbatte shuttle col bazooka, uccide i nemici con una katana e ha un accento buffissimo.

Elysium consegna il suo messaggio con la delicatezza di un bisonte in una vetreria: non è giusto che solo l'1% della popolazione goda di ogni beneficio mentre il restante 99% muore di fame e malattia . Almeno District 9 gestiva tematiche come razzismo e uguaglianza con tatto e creatività... qui la storia è diluita e semplificata in maniera quasi imbarazzante, e i dialoghi non aiutano certo a risollevare il morale.  E mentre la Terra e la sua tecnologia sono ben realizzate, tutto ciò che riguarda Elysium fa alzare il sopracciglio. Siamo a livelli di verosimiglianza quasi pari a "Ascensore Gravitazionale che Passa per il Centro della Terra". (Sto guardando te, Total Recall).

Su Elysium, una paradisiaca quanto improbabile stazione spaziale, ogni cittadino possiede un apparecchio magico che guarisce istantaneamente da ogni malanno. Lo trovate lì, comodamente adagiato tra il salotto e il soggiorno di ogni singola abitazione, protetto da fragili vetrate che danno sul giardino.
La suddetta stazione spaziale, inoltre, è assolutamente priva di difese, barriere o schermi di qualsiasi tipo. I cittadini di Elysium sono minacciati in egual modo da shuttle clandestini in caduta libera e da radiazioni solari. Altro che Paradiso, si rischia di morire in continuazione! E poi... potete criticare la democrazia quanto volete, ma io non vivrei mai in un paese in cui la classe dirigente può essere sostituita all'istante grazie ad un programma per computer.
O ad un app per cellulare, se preferite. E io che pensavo che per rovesciare un governo ci volesse qualche sforzo.

Ok, forse si tratta di dettagli trascurabili. Occorre sospendere l'incredulità per godersi appieno certi film, lo so. E' che da un regista che aveva fatto un così bel lavoro di world building con District 9 era lecito aspettarsi molto di più dall'utopia spaziale di Elysium: i pochi dettagli che ci è concesso apprendere sono eterei, ridicoli o incompleti, e lasciano un sapore amaro in bocca. Per mantenere le promesse Elysium avrebbe dovuto concentrarsi molto di più sull'omonima stazione, sui suoi abitanti e sui suoi meccanismi di funzionamento. La mancanza di profondità, il messaggio "sociale" propinato con estrema pigrizia e l'inevitabile finale Tarallucci e Vino (Tm) fanno di Elysium un film due spanne sotto a District 9, nonostante il budget di gran lunga superiore. Resta un valido film di fantascienza con buoni attori e solide visuali, ma poteva- anzi, sarebbe dovuto- essere molto di più, e non l'ennesimo action di una stagione cinematografica fin troppo colma di pellicole sulla stessa falsariga. Consiglio la visione, ma non in maniera entusiastica come avrei voluto. Speriamo che Blomkamp si riprenda con Chappie, commedia fantascientifica in uscita nel 2015.


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