Pubblicato da Valentina Bettio “Un giorno l’umanità potrebbe dover fare i conti con una realtà simile a quella narrata in Ferro Sette. Sarà quello per riscoprire il Tobruk Ramarren che c’è in ciascuno di noi.” Lanfranco Fabriani, premio Urania 2001 e 2004
RECENSIONE Come immaginate il futuro? Auto volanti che sfrecciano in ogni direzione, città iper-tecnologiche che regalano ogni comfort, cyborg e robot che vivono fianco a fianco con gli essere umani… e poi… poi la convivenza con razze provenienti dallo spazio, esotiche novità importate da altri pianeti, viaggi interstellari… spaziando dal fantascientifico allo steampunk, lasciando vagare l’immaginazione, tutto è possibile.
Francesco Troccoli ci regala la sua visione del tutto personale di un lontano futuro, in cui la vita degli esseri umani è ormai dedicata interamente al lavoro ed alla produzione – alla stregua di macchinari da sfruttare fino al completo esaurimento –, abusando di droghe di ogni tipo pur di mantenere la propria efficienza produttiva in ogni circostanza, anche in caso di ferite gravi – assistiti non solo dai progressi in campo farmaceutico, ma anche da quelli in campo medico, che hanno portato la capacità di curare il corpo umano a livelli inimmaginabili –, ma soprattutto si è drasticamente e inspiegabilmente accorciata. Perché? Se organi vitali come i polmoni possono essere sostituiti senza alcun problema e ferite letali possono essere risanate in pochi giorni, logica vorrebbe che la durata della vita fosse vicina all’infinito. Ma l’evoluzione forzata, in questo caso, ha giocato un gran brutto scherzo agli esseri umani. Si, perché nel futuro creato da Troccoli l’umanità ha rinunciato al sonno per dedicare ogni istante della propria vita alla produzione, rinunciando così, inconsciamente, a molti, molti anni della propria esistenza – a 30 anni, infatti, si è già considerati sulla via dell’invecchiamento. Lo scenario distopico-fantascientifico creato da Troccoli ospiterà però LA RIVOLUZIONE, il momento cruciale, la chiave di volta degli eventi che getterà le basi per cambiare la vita degli umani del futuro e restituire loro la perduta umanità.
Tra intrighi politici, personaggi ben caratterizzati e mondi remoti così doversi dal natio pianeta Terra, Ferro Sette si rivela un romanzo di esordio veramente piacevole, caratterizzato da una prosa fluida e scorrevole, mai appesantita da elementi inutili ma non per questo scarna o povera di dettagli. Un ottimo bilancio tra descrizioni, politica, storia e azione ne caratterizzano la trama, snella ma avvincente. Il protagonista, Tobruk Ramarren, per quanto cerchi costantemente di “vendersi” come una sorta di anti-eroe, come il mercenario senza cuore mosso solo da interessi monetari, nasconde in realtà in sé l’indole del giusto, che lo porterà a scoprire la verità, accettarla e cambiare, anzi prendere coscienza della propria natura, entrando con naturalezza nel ruolo di buono che tanto gli calza a pennello, schierandosi dalla parte della verità.
Un romanzo consigliato anche non amanti del genere, che potrebbero rimanere piacevolmente stupiti da questa novella fantascientifica in cui Troccoli mescola con attenzione la giusta quantità di ingredienti, senza strafare, e crea una trama intrigante che incuriosisce sin dalle prime pagine.
Francesco Troccoli è scrittore, traduttore e speaker. Nel bel mezzo di una invidiabile carriera in una multinazionale farmaceutica, cambia vita e si dedica alla scrittura di genere fantastico e alle traduzioni. Ha vinto numerosi premi letterari, tra i quali il Giulio Verne e il Nella Tela, pubblicato oltre trenta racconti su raccolte e riviste e ricevuto numerosi apprezzamenti della critica. Blogger tra i più attivi del settore in Italia, firma le pagine di “Fantascienza e dintorni” ed è membro del collettivo di autori “La Carboneria letteraria”. Ferro Sette è il suo primo romanzo.
Recensione: "Ferro Sette" di Francesco Troccoli
Creato il 28 giugno 2012 da Alessandraz @RedazioneDiarioPotrebbero interessarti anche :
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