[Recensione Film] Brick Mansions: c’è movimento nella periferia di Detroit!

Creato il 01 maggio 2014 da Masedomani @ma_se_domani

In ogni area metropolitana c’è un quartiere degradato in cui ti sconsigliano di mettere piede, soprattutto se sei un forestiero. In ogni film di azione che si rispetti, se c’è una gang, si spaccia droga e ci si guadagna territorio, fiducia e rispetto, in proporzione alle botte da orbi che si danno e ricevono. Il quartiere “ghetto” è sempre il luogo ideale in cui ambientare una crime story su un manipolo di emarginati, incompresi, sfortunati, incastrati dai potenti che siano ora in cerca di una via di fuga, di vendetta, di giustizia.

La città corrotta del film di oggi è Detroit. Il quartiere alla deriva, in cui politici e industriali vorrebbero speculare a spese degli abitanti, è Brick Mansions. Il poliziotto buono si chiama Damien Collier (Paul Walker), i redenti sono più di uno, mentre se volete scoprire i cattivi dovrete andare al cinema. Il duo di bravi ragazzi, abili picchiatori, alla ricerca di vendetta, sono Damien e Lino (l’atletico scalatore, amante delle arti marziali, David Belle). Il primo vuole vendicare il padre, il secondo deve liberare l’amata. Entrambi hanno sete di giustizia. Nel mezzo ci sono una marea d’interessi, troppi soldi e molti corrotti.

David Belle e Paul Walker in “Brick Mansions” – Photo: courtesy of Eagle Pictures

La pellicola attinge al più classico dei cliché per offrire al pubblico tanta azione, una pioggia di bossoli e lividi a volontà, insomma, è un tipico ed efficace (!) divertimento da serata al cinema con gli amici. Il film trabocca di uomini tatuati, gonfi e a torso nudo, e per la gioia dei maschietti compaiono gnoccolone inguainate in improbabili corpetti fetish. Auto storiche sfrecciano su strade sterrate di un futuro non troppo lontano dal nostro e, ovviamente, saranno coinvolte in spettacolari incidenti. Non mancano critiche all’egoismo delle persone, il riscatto dei buoni e il trionfo della verità. E il cast è scelto con cura dal neo-regista Camille Delamare, qui al suo debutto nonostante sia da anni uno specialista di film di azione e di pubblicità per auto.

Se nel vostro retrocranio la trama vi ricorda altra opera, avete fatto bingo. Questo lavoro attinge a piene mani dallo script di “Banlieue 13” di Luc Besson, regista che qui si è calato nel ruolo di sceneggiatore. Per l’occasione però non rinuncia, come era già capitato in passato, a David Belle (creatore del Parkour, di cui ci offre diversi assaggi soprattutto nella splendida scena iniziale) che diviene il fil rouge tra l’originale pellicola francese e l’adattamento americano.

David Belle in “Brick Mansions” – Photo: courtesy of Eagle Pictures

Nonostante “Brick Mansions” sia un remake, è un onesto e piacevole svago che non mente agli spettatori: è una storia action/revenge/crime all’americana che funziona come un orologino.

Avere un protagonista che veste panni tanto simili a quelli che per anni ha indossato nella saga di “Fast ‘n Furious” da un lato ha reso tutto più credibile, dall’altro ha stuzzicato la curiosità collettiva: è l’ultima pellicola girata da Paul Walker e tutti la andremo a vedere… inutile negarlo

Vissia Menza


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