Recensione Film Mood Indigo – La Schiuma dei Giorni

Creato il 14 settembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Dopo i successi di Human Nature, Se mi lasci ti cancello, L’arte del sogno e The Green Hornet, arriva nelle sale italiane l’ultimo film del regista francese Michel Gondry, Mood Indigo -  La Schiuma dei Giorni (L’Écume des jours) scritto a quattro mani con il produttore Luc Bossi. Il Giffoni Film Festival lo ha presentato in anteprima nazionale il 24 luglio dopo il passaggio nei veri festival a partire da Cannes per arrivare a Sydney. La pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di Boris Vian, vede protagonisti Romain Duris (reduce dal successo di Populaire – Tutti Pazzi per Rose), Audrey Tautou (Therese D, Una lunga domenica di passioni, Il favoloso mondo di Amelie) e Omar Sy (nuova star dello star system francese dopo il rivoluzionario Quasi Amici). Il film prende il titolo Mood Indigo dall’omonimo e splendido brano di Duke Ellington, sulle note del quale si innamorano i due protagonisti.

Colin (Romain Duris), giovane ricco, creativo ed idealista, trascorre le sue giornate dedicandosi ai più strani passatempi in compagnia del suo bizzarro cuoco Nicolas (Omar Sy) e del suo amico Chick (Gad Elmaleh), povero ingegnere ammiratore del filosofo Jean-Sol Partre. Chick vive il suo idillio con Alise (Aissa Maiga), la nipote di Nicolas, di cui si è innamorato. Colin vive sognando di incontrare il grande amore ed il suo desiderio si avvera a una grande festa dove conosce Chloé (Audrey Tautou), una giovane donna che conquista sulle note di Mood Indigo. I due si innamorano e si sposano in poco tempo ma durante la luna di miele la loro felicità si trasforma in dolore: Chloé scopre di essere malata a causa di una ninfea che cresce nei suoi polmoni. In una fantasmagorica Parigi, per pagarle le cure necessarie e circondarla continuamente di fiori freschi che dovrebbero alleviarle il dolore e aiutarla a guarire, Colin è costretto ad accettare i lavori più assurdi. Più la malattia avanza e più la loro vita si sgretola, gli amici invecchiano consumati dal dolore, la loro casa si rimpicciolisce fino a diventare una grotta impolverata.

Michel Gondry conferma in questo film un suo stile inconfondibile nonostante deluda in parte le aspettative di una delle pellicole francesi più attese dell’anno. Il libro da cui è tratto è un vero capolavoro, opera di uno scrittore solo ventisettenne che è perfino arrivato sui banchi di scuola d’Oltralpe. Mood Indigo è una fiaba d’amore surreale che solo tramite il talento visionario di Gondry avrebbe potuto trovare una degna trasposizione cinematografica.  Considerato da molti un piccolo grande capolavoro, il film regala allo spettatore un inizio sfavillante costruito con ingegno e fantasia ove le scene inverosimili si susseguomo con un ritmo frenetico per poi proseguire in modo piuttosto sconclusionato. Divertente il cameo dello stesso Gondry che appare nel film nei panni del medico curante di Chloé. Gli ultimi venti minuti vengono costruiti all’insegna di un lirismo laddove il dolore, la morte e la solitudine assumono una connotazione sovrannaturale. Il difetto ma forse anche il pregio, a seconda dei gusti, può essere riscontrato nell’estenuante ricerca estetica. Questo aspetto influisce sulla dimensione emozionale del film che, pur trattando con estrema delicatezza la nascita di un amore, l’amicizia, la malattia e la morte, non contempla l’elemento “emozione”, considerata la totale assenza del senso tragico della storia. A ciò si aggiungono delle performance attoriali non proprio indimenticabili che influiscono alla mancata affezione del pubblico verso i personaggi che restano protagonisti di un bellissimo quadro. Audrey Tautou e Romain Duris si ritrovano in coppia sullo schermo quasi dieci anni dopo L’appartamento spagnolo senza mostrare alcun tipo di sintonia. La regia privilegia l’arte visiva (che è impressionante) sacrificando l’emozione, ed il senso di meraviglia basato sugli effetti visivi sembrano insufficienti a rendere piacevole l’intera visione del film della durata di ben 130 minuti. Gondry sembra più interessato alla sfida tecnica della modellazione di tutte le strane cianfrusaglie presenti in casa di Colin piuttosto che sull’investigazione del tormento emotivo dei protagonisti della storia, giustificando così la totale mancanza di empatia. Le scelte artistiche del regista hanno senso a livello teorico ma nell’atto pratico risultano in un puro manierismo e un po’ di autocompiacimento. Il mix di animazione stop-motion ed effetti speciali in digitale non stabiliscono quel tono e quelle atmosfere che permetterebbero a questi elementi di coesistere in maniera armoniosa.

Uscito nelle sale francesi il 24 Aprile scorso, Mood Indigo – La schiuma dei giorni uscirà nelle sale italiane a partire dal 12 settembre prossimo distribuito da Koch Media, che l’ha acquistato di recente al Festival di Berlino.

di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net


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