Recensione film Step Up 4 – Revolution 3D

Creato il 01 ottobre 2012 da Masedomani @ma_se_domani

“Step Up Revolution” è il quarto capitolo di una saga molto particolare. Una serie di film che in comune hanno alcuni elementi, non per forza i protagonisti, anche se son sempre ragazzi cresciuti tra mille difficoltà, con un forte carattere, che lottano per inseguire i propri sogni, s’innamorano di persone di altra estrazione e ambiente e alla fine hanno successo; grondanti musica, danza, colore, vitalità; e con un messaggio positivo di perseverare, andare contro corrente e impegnarsi a fondo per raggiungere ciò in cui si crede.

Incarnazione del sogno americano e delle speranze di qualsiasi giovane di questo pianeta, versione moderna dei vari “Flashdance”, “Dirty dancing” etc. che ci hanno fatto sognare da ragazzi, sarebbe ipocrita storcere il naso. Le sonorità sono cambiate, la moda è differente, ma i protagonisti hanno un fisico da urlo, sembrano fatti di gomma e per tutto il tempo ballano e amano esattamente come accadeva un tempo. Noi siamo cresciutelli, ma è davvero bello vedere che le nuove generazioni amino ancora le favole.

Ecco appunto, in “Step Up” tutto è un inno all’amore: verso la vita, nei confronti dei propri affetti, e soprattutto di sé stessi. Mai lagnoso, con poche battute inquadra la situazione e poi lascia solo spazio alla danza, al divertimento, ai sogni. Coreografie strabilianti, colori sgargianti e una marea di giovani invadono lo schermo. Certe scene fanno tenerezza, ma solo perché ci ricordano il nostro vissuto, alcune invogliano a lasciarsi andare al ritmo delle note che si sono impossessate dell’ambiente e altre sono fini a sé stesse, utili ad una trama semplice, ma dignitosa.

Fughiamo ogni dubbio, qui il target è preciso: giovani che possano immedesimarsi in pochi secondi, ma garantiamo che la visione non provocherà noia o irritazione ai più maturi e soprattutto sederà la curiosità che ruota intorno ad un film che ha oramai raggiunto il quarto capitolo e che ha avuto come protagonista dei primi due episodi quel Channing Tatum che sta sbancando il botteghino con il suo “Magic Mike”.

Coerentemente con l’anima della serie, i nuovi protagonisti sono giovani talenti, alla prima esperienza davanti alla macchina da presa e sono attorniati da comprimari d’eccezione, tutti ballerini professionisti, sino alle battute finali in cui vi sarà una vera sorpresa per i fan delle storie precedenti. Il format è preciso: romantiche favole su note hip-hop dalle coreografie strabilianti. Tutta la produzione sembra aver fatto squadra, posta la realizzazione meticolosa di una pellicola che ha pensato di rompere il legame col passato (proprio e del genere). I ragazzi si esibiscono in luoghi inconsueti ed hanno come opponente non dei loro pari bensì le istituzioni/ i magnati della finanza/ chi detiene il potere, per lo meno economico, e può aiutarli a cambiare le cose.

L’arte come protesta, insomma. La comunicazione attraverso una performance di danza, in questo caso. Un ottimo messaggio che si unisce alla già ben nutrita lista -accennata qualche riga sopra- di pregi. Non sarà alta cinematografia, ma è davvero un perfetto intrattenimento carico di positività in un periodo in cui tristezza e violenza si sono imposti nella nostra quotidianità. Quindi, va bene così…


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